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Veleia Ragazzi: il Festival ospita due laboratori il 2 e il 13 luglio

Gianfranco Asveri e Paola Pedrazzini
Nell’ambito del Festival di Teatro Antico di Veleia si rinnova l’attesissimo appuntamento con “Veleia ragazzi”, la sezione del Festival dedicata a bambini e adolescenti, che quest’anno si arricchisce e offre ai più piccoli due percorsi laboratoriali (il primo a cura dall’artista Gianfranco Asveri e il secondo a cura delle archeologhe di Arti e Pensieri) e un emozionante  spettacolo-evento serale itinerante nell’area archeologica, ideato da Emanuela Dall’Aglio.
 
«Il Festival di Veleia negli anni ha saputo costruire un rapporto speciale con artisti e artiste straordinari che lo scelgono oggi come spazio d’elezione dove tornare per presentare progettualità pluriennali o sperimentare nuove creazioni, spesso ideate ad hoc per Veleia –racconta ladirettrice artistica del Festival Paola Pedrazzini-Non si sottrae a questa identificante “linea editoriale” del festival la sezione “Veleia ragazzi” che riprende la virtuosa collaborazione con un artista unico e originalissimo come Gianfranco Asveri (che ringrazio di cuore per aver accolto il mio invito!) e con le archeologhe di Arti e Pensieri ma che rinnova anche la sinergia artistica con Emanuela Dall’Aglio. Emanuela infatti è stata una presenza importante per Bottega XNL e per il festival di Veleia,firmando i costumi di “Antigone”, “Edipo” e “Ifigenia in Aulide” (gli spettacoli diretti da Marco Baliani e Fausto Russo Alesi nell’ambito di Fare Teatro 2022, 2023 e 2024) che le sono valsi anche una candidatura al premio Ubu, e mi fa molto piacere ospitarla in questa edizione del Festival in un’altra veste, quella di regista, ideatrice di uno spettacolo immaginifico come i suoi costumi!».
 
«Iniziato come piccolo progetto collaterale al Festival, oggi Veleia Ragazzi è una sezione significativa di questa rassegna- sottolinea ilvicepresidente della FondazioneMario Magnelli-che coniuga la dimensione culturale con quella educativa, due aree di intervento chiave per la Fondazione. Attraverso la mediazione di operatori culturali e artisti importanti, il pubblico più giovane è guidato da un lato nell’esplorazione del sito archeologico e dall'altro alla scoperta della propria dimensione creativa».
 
Primo appuntamento, dunque,mercoledì 2 luglio(doppia replica, alle 20.15 e alle 21.45)conINNATURALE. Alla ricerca di strane creature”, emozionante progetto teatrale itinerante, pensatosite specificper l’area archeologica di Veleia e dedicato ai più piccoli (dai 4 anni in su) che, accompagnati dai loro genitori, saranno guidati alla scoperta di fantastiche creature notturne. Un viaggio misterioso pensato per i piccoli ma molto affascinante per tutte le età (per questo aperto anche al pubblico adulto) che svela la presenza di animali immaginari.
 
A firmarlo èEmanuela Dall’Aglio, pluripremiata “artigiana del teatro”, come lei stessa ama definirsi, recentemente insignita del Premio Eolo Award (assegnato alle eccellenze del teatro per le nuove generazioni), che ci racconta così l’esperienza: «un percorso, una passeggiata dall’ora del tramonto alla sera tardi accompagnati da un’insolita guida. In ogni parco, se stiamo attenti, c’è un’ora magica in cui altre creature si mescolano silenziosamente a noi. Dove la quotidianità di una natura diversa, tra l'improbabile ed il plausibile, tra la realtà e la fantasia, arriva nei nostri luoghi e solo allora si possono provare ad avvicinare, spiare, ascoltare nuove creature “InNaturali”, con nuove storie, nuovi alberi genealogici e antiche emozioni. Quando comincio un progetto, mi piace pensare nuovi mondi da creare, ma alla fine mi accorgo sempre che mi assomigliano e non sono affatto nuovi, anzi sono intimi e familiari come i sentimenti umani».
 
Doppio appuntamentodomenica 13 luglio: alla mattina (alleore 11) l’artistaGianfranco Asveri, artista di fama internazionale, con una vocazione pedagogica unica, sarà il “maestro di fantasia” dei piccolipartecipanti(dai 5 ai 7 anni)in un percorso laboratoriale capace di stimolare la creatività:Patatrac. La rottura della forma. Un format consolidato per il Festival grazie al Maestro Asveri, che coinvolge ogni anno bambini e bambine in una progettualità originalissima e divertente, esortandoli a usare l’immaginazione verso la “trasformabilità”, il “riutilizzo” e la “versatilità”.
 
Nel pomeriggio (alleore 15) spazio a“Veleia mostruosa”, un laboratorio creativo pensato per ragazzi e ragazzedagli 8 ai 12 anniche avranno l’opportunità di partecipare ad una visita guidata all'Antiquarium dell’area archeologica per scoprire le creature mostruose di Veleia (come il satiro Marsia o la gorgone sulla stele del venator) a cura delle archeologhe diArti e Pensieri, per poi essere coinvolti nella creazione, in laboratorio, di un personaggio a cui dare forma con vari materiali, mescolando creatività e mitologia classica.
 
Un programma prezioso che conferma il valore di “Veleia ragazzi”, la sezione del Festival di Teatro Antico di Veleia dedicata a bambini e bambine e adolescenti, pensata per stimolarli a sviluppare, attraverso i meccanismi del gioco e dell’arte, la relazione empatica e la creatività nei più giovani.
L’obiettivo è avvicinarli, con codici adeguati, diversificati in base all’età, al patrimonio culturale e artistico su cui sono fondate le nostre comuni radici classiche e mediterranee.
 
Ilaboratorie glispettacoli di Veleia Ragazzisono gratuiti e a numero chiuso. Ènecessaria la prenotazioneche può essere effettuata scrivendoa.
Per informazioniè possibile scrivere una email otelefonare al numero: 324.9297592(il servizio informazioni è attivo tutti i giorni, nei seguenti orari: da lunedì a sabato dalle ore 10 alle 15 e dalle 18 alle 20, domenica e nei giorni di spettacolo del Festival di Teatro Antico dalle ore 10 alle 13).
Nella foto, Gianfranco Asveri e Paola Pedrazzini.

Pubblicato il 9 giugno 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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