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La rassegna «Voci nei Chiostri» compie vent'anni. Concerti dall'8 giugno al 5 ottobre

 

gerberto

La rassegna “Voci nei Chiostri”, organizzata da AERCO (Associazione Emiliano-Romagnola Cori), festeggia quest’anno la sua ventesima edizione, confermandosi come uno degli appuntamenti più attesi nel panorama musicale regionale. Dall’8 giugno al 5 ottobre, oltre 50 concerti animeranno chiostri, cortili e chiese di tutta l’Emilia-Romagna, offrendo al pubblico un’esperienza unica che coniuga musica e patrimonio storico-artistico.
“Voci nei Chiostri”, infatti, non è solo una serie di concerti, ma un vero e proprio viaggio attraverso la bellezza della musica corale e dei luoghi che la ospitano. I chiostri, spesso situati in antichi monasteri, abbazie o chiese, offrono un'atmosfera suggestiva che si fonde armoniosamente con le esibizioni dei cori partecipanti. Questi spazi storici diventano così il palcoscenico ideale per le performance, creando un’esperienza indimenticabile sia per gli esecutori sia per il pubblico. La rassegna promuove la diversità e l’eccellenza nel panorama corale regionale, presentando una varietà di ensemble vocali che spaziano dai cori polifonici ai popolari, passando per i lirici, i gospel e i pop. Questa diversità contribuisce a creare un programma ricco e coinvolgente, offrendo al pubblico un'ampia panoramica delle diverse tradizioni e repertori presenti nella musica corale.

Promuovere la bellezza artistica e lo scambio tra cori

Il presidente di AERCO, Andrea Angelini, direttore di coro, compositore e giornalista musicale, sottolinea: “Voci nei Chiostri è molto più di una semplice rassegna corale; è un'occasione per celebrare la bellezza della musica corale, valorizzare il patrimonio storico e artistico della regione e promuovere la collaborazione e lo scambio tra i cori e la comunità locale”.
L’esordio del Festival è in programma l’8 giugno alle ore 19 con il concerto “O Santa Madre” del Coro Stelutis APS nella Pieve di Santa Maria Annunziata e San Biagio, a Sala Bolognese (BO).
Con la ventesima edizione di “Voci nei Chiostri”, organizzato da Aerco con il contributo di Mic, Regione Emilia-Romagna e Feniarco (Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali), l’Emilia-Romagna rinnova il suo impegno nella promozione della musica corale e nella valorizzazione dei suoi tesori architettonici, offrendo al pubblico un’estate all'insegna dell'arte e della cultura.

“Poche attività come il canto corale sono in grado di esprimere la forza di una comunità attraverso la condivisione di ideali e obiettivi comuni. La musica vocale, con la sua capacità di coniugare suono e testo, riesce a svelare il significato più profondo del pensiero umano unendo la parola al potere intangibile e suggestivo della musica. - dice il direttore artistico del Festival Roberto Penta - La ventesima edizione di «Voci nei Chiostri» intende portare l’espressione del canto corale negli spazi dove l’armonia della musica si fonde con quella architettonica, offrendo la possibilità di vivere la bellezza dell’arte in maniera completa”.

I chiostri, spesso situati in antichi monasteri, abbazie o chiese, offrono un’atmosfera unica e suggestiva, che si fonde armoniosamente con la bellezza e la spiritualità della musica corale. Questi luoghi storici diventano quindi il palcoscenico ideale per le prestazioni dei cori partecipanti, creando un'esperienza indimenticabile sia per gli esecutori che per il pubblico.
Oltre alle esibizioni dei cori, “Voci nei Chiostri” include anche altre attività collaterali, come conferenze, workshop o incontri formativi, che arricchiscono ulteriormente l’esperienza dei partecipanti e del pubblico. Questi momenti di confronto e condivisione permettono di approfondire tematiche legate alla pratica corale, alla storia della musica e alla cultura regionale. Inoltre, “Voci nei Chiostri” contribuisce alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della regione, promuovendo la fruizione di spazi storici spesso poco conosciuti ma di grande pregio architettonico e storico.

Per ulteriori informazioni sul calendario dei concerti e le sedi degli eventi, è possibile consultare il sito ufficiale della rassegna: www.vocineichiostri.it.
Il Festival Corale “Voci nei Chiostri” fa parte di Bologna Estate, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna - Destinazione Turistica.
8 province, 51 concerti, 5 mesi di attività, 20 edizioni, Voci nei Chiostri 2025 ha in programma: 13 concerti in provincia di Modena, 10 in provincia di Bologna, 8 in provincia di Rimini, 6 in provincia di Piacenza, 4 in provincia di Parma e Reggio Emilia, 1 in provincia di Ferrara e Ravenna, mentre per 3 esibizioni è ancora da definire il luogo.

I concerti nel piacentino

10 giugno – ore 21.00

Canti in Oratorio: Schola Cantorum di Podenzano

Oratorio di san Giacomo in Località Caselle di Podenzano 

21 giugno – ore 21.00

Salve o mia Montagna: Gerberto città di Bobbio, Mannergesangverein Ybbs 1850 (Ybbs an der Donau–Austria)

Chiostro dell’abbazia di San Colombano Piazza Santa Fara, 5 Bobbio  

26 giugno – ore 21.00

Il canto delle badesse: Schola medievale del Coro Paer

Chiostro e Sala capitolare Abbazia di Chiaravalle della Colomba Alseno  

5 luglio – ore 21.00

Festa in Famiglia: ANA Valnure di Bettola e Coro Gerberto città di Bobbio

Santuario B.V. della Quercia Piazza C. Colombo Bettola 

14 agosto – ore 21.00

Concerto per un amico: Gerberto città di Bobbio

Chiostro dell’abbazia di San Colombano Piazza Santa Fara, 5 Bobbio 

9 settembre – ore 21.00

Canti nel Parco: ANA Valnure di Bettola

Parco P. Galvani Via Di Vittorio Podenzano

Nella foto, il coro Gerberto di Bobbio diretto da Edo Mazzoni.

Pubblicato il 5 giugno 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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