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Al President una commedia dialettale a favore della «Scuola libera Giovanni Paolo II»

Carella 2

Domenica 26 ottobre alle ore 16.30 al Teatro President la Compagnia dialettale Egidio Carella sarà  in scena per una commedia dialettale a favore della “Scuola libera Giovanni Paolo II”. Verrà proposta la commedia  “Al siur Ernesto e la Marta”, tre atti comici di Gabriella Bonazzi con adattamento al dialetto piacentino e regia di Delio Marenghi.
La “Scuola libera Giovanni Paolo II” svolge un servizio educativo che assolve l'obbligo di istruzione per gli alunni un'attenzione personalizzata, con una flessibilità nella proposta formativa e la promozione della crescita personale degli studenti. Un'istruzione di qualità equiparata a quella statale rilasciando titoli di studio con valore legale e garantendo gli stessi diritti agli studenti.

La trama della divertente commedia prevede che un’anima tenera viene ingannata da una coppia senza scrupoli e avidi del denaro che lo zio possiede, ma non hanno fatto i conti con chi lo ama e lo protegge e che farà di tutto per smascherare i due imbroglioni… Fra equivoci e doppi sensi la storia alla fine porta all’amore e alla verità.

Personaggi e interpreti

Marta, governante, Luisa Pierucci; Ernesto, padrone di casa, Delio Marenghi; Regina, cuoca, Maria Grazia Barbieri; Ciclamino, nipote di Ernesto, Marco Galandini; Elsa, moglie di Ciclamino, Zanon Roberta; dott. Serafini, medico di famiglia, Ettore Celli; Nicola, maggiordomo fannullone, Pierluigi Camozzi; Riccardo, figlio di Ernesto, Gianluca Ghizzoni; notaio, Umberto Arruffati.
Suggeritrice Alessandra Zermani 

Posto unico non numerato € 10 - Under 18 Gratuito - Prevendita: CITY BAR, Via Manfredi 33 da Lunedì a Sabato dalle ore 7 alle 19 - Info e prenotazioni: tel. 351 8728156 da lunedì a Sabato dalle 15 alle 19

Nella foto, la compagnia dialettale Egidio Carella.

Pubblicato il 20 ottobre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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