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Il Museo di Storia naturale apre a Palazzo Farnese: al via visite e attività didattiche

Fiazza Volpi Mazzoleni

Riapre martedì 28 ottobre, nella sede temporanea di Palazzo Farnese, il Museo di storia naturale. L’attività didattica riparte con 47 laboratori già calendarizzati, sarà inoltre possibile per il pubblico visitare il “piccolo” museo, inserito nello Spazio mostre dei Musei civici: la sede provvisoria sarà presentata al pubblico venerdì 24 ottobre, alle 17, con una conferenza speciale del direttore dei Musei civici Antonio Iommelli con la naturalista Giulia Mazzocchi, sul tema “Creature meravigliose: gli animali nelle corti del ‘600 e le prime collezioni naturalistiche”. Sarà possibile visitare il Museo di storia naturale acquistando il biglietto per i Musei civici, al costo di 10 euro, oppure un tagliando apposito, che consente solo la visita alla “nuova” sezione, al costo di 3 euro.

Nuova sede pronta a settembre 2026

Il Museo di storia naturale, come ha spiegato l’assessore comunale alla cultura Christian Fiazza in conferenza stampa, resterà a Palazzo Farnese fino all’estate prossima: l’inaugurazione della sede definitiva, al Palazzo del Governatore di Piazza Cavalli, è infatti prevista per l’inizio dell’anno scolastico 2026-27. Prima è necessario completare l’intervento di manutenzione straordinaria, a carico del Comune di Piacenza, che comprende anche l’installazione di un ascensore: quest’ultima opera ha dovuto ricevere l’ok della Soprintendenza ed è oggetto di un accordo firmato nei giorni scorsi tra Comune, Camera di Commercio dell’Emilia, proprietaria del Palazzo del Governatore, e Congregazione dei parroci urbani, proprietaria dell’edificio confinante. I 47 laboratori sono stati presentati dalla presidente della Società piacentina di scienze naturali Annarita Volpi e dall’operatrice didattica Linda Mazzoleni: 9 sono rivolti alle scuole dell'infanzia, 17 alle primarie, 12 alle secondarie di primo grado e 9 alle secondarie di secondo grado.

Allestimento e visite didattiche

Oltre a ospitare l’allestimento che offrirà ai visitatori una significativa selezione del patrimonio museale – tra cui si potranno ammirare le preziose collezioni mineralogiche, malacologiche e di animali tassidermizzati provenienti da tutto il mondo - all'interno di Palazzo Farnese sarà infatti allestita un'aula didattica per garantire la continuità dei percorsi educativi dedicati alle scuole locali, per le quali il Museo di storia naturale rappresenta un punto di riferimento fondamentale. I temi proposti saranno naturalistici, geologici e paleontologici, toccando anche argomenti legati alla biologia. Il focus principale riguarderà l'ambiente del territorio piacentino, cercando di evidenziare le caratteristiche che rendono unico l'ambiente in cui viviamo. Potranno essere prenotate, inoltre, visite didattiche per le classi al percorso espositivo del Piccolo museo di storia naturale. Anche la cittadinanza sarà invitata a prendere parte a diversi appuntamenti nel corso dell'anno. Per i bambini saranno proposti i “Gioca e Impara”: laboratori ludici che coinvolgeranno i partecipanti con argomenti naturalistici affrontati sotto forma di gioco e attività manuali. Le conferenze per gli adulti spazieranno invece tra i diversi ambiti della natura, con conversazioni di esperti ed appassionati. Tutte le iniziative di divulgazione - i cui dettagli saranno pubblicati, di volta in volta, sul sito di Palazzo Farnese - sono curate dalla Società piacentina di scienze naturali, che da sempre gestisce la didattica e la ricerca del Museo civico di storia naturale di Piacenza.

Francesco Petronzio

Nella foto, da sinistra Christian Fiazza, Annarita Volpi e Linda Mazzoleni.

Pubblicato il 16 ottobre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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