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In Cattolica il ritratto di Giorgio Armani «neo-laureato»

 Ritratto Armani in Cattolica

L’idea venne al presidente della Fondazione Gorbaciov, Marzio Dallagiovanna, durante la mostra dedicata ai ritratti dei vincitori del Premio Nobel per la pace curata dall’artista e regista Franco Scepi, presso la Galleria Alberoni di Piacenza: chiedere al maestro Scepi di realizzare un ritratto di Giorgio Armani, che lo raffigurasse in occasione della laurea honoris causa che lo stilista ha ricevuto, per iniziativa della Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’11 maggio 2023 nel magnifico Teatro Municipale di Piacenza. “Ho utilizzato una tecnica abbastanza antica, utilizzando vernici epossidiche”, spiega Franco Scepi, durante la cerimonia che ha dato il benvenuto all’opera nel campus piacentino dell’Università Cattolica, all’interno della biblioteca, in uno degli snodi più frequentati da studenti e ricercatori. “Non faccio molti ritratti, ma in occasione della mostra sui premi Nobel per la pace mi è venuta l’idea di riproporre questa tecnica che, ai tempi dell’intelligenza artificiale, è un po’ fuori moda” prosegue Scepi. “Probabilmente questo sarà l’ultimo ritratto della mia vita, e forse anche per questo il ritratto ha un valore in più”. L’opera è stata accolta con grande entusiasmo da Marco Allena, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. “La laurea honoris causa conferita a Giorgio Armani è stata un momento particolarmente importante per la nostra Facoltà, come ha più volte ricordato Anna Maria Fellegara, allora preside della Facoltà, oggi pro-rettore vicario dell’ateneo» racconta il professor Allena.

«Armani è uno dei più illustri piacentini, uno dei più importanti personaggi che la città di Piacenza abbia avuto nella sua storia. Siamo stati onorati di avergli conferito la laurea in Global Business Management. Dopo due anni esatti da quel giorno, quest’opera, che verrà vista quotidianamente da tantissimi studenti, non solo rappresenta per tutti loro un ricordo di quel momento, ma potrà essere fonte di ispirazione nelle vite dei nostri giovani per impegno, dedizione al lavoro e visione globale”. Nato a Piacenza nel 1934, Giorgio Armani è cresciuto proprio nel capoluogo piacentino, dove ha frequentato il Liceo scientifico Lorenzo Respighi prima di trasferirsi a Milano con la famiglia. Divenuto stilista e imprenditore, è il fondatore di un marchio che è autentico simbolo del Made in Italy. L’Opera Pia Alberoni, nella persona del presidente Giorgio Braghieri, e l’Associazione Ex Allievi del Collegio San Vincenzo, con i presidenti Giuseppe Ticchi e Stefano Campagnoli, si sono unite alla Fondazione Gorbaciov per conferire significato etico corale alla donazione dell’opera del maestro Scepi al campus di Piacenza dell’Università Cattolica. “Siamo onorati di donare questo quadro a un’istituzione di così elevato prestigio nel mondo accademico, evidenziando il legame tra eccellenza accademica e imprenditoriale”, commenta il presidente Dallagiovanna. “Il ritratto celebra una figura emblematica della creatività e dell’imprenditoria italiana. Armani ha sempre mantenuto un rapporto speciale con la sua città natale. Questa donazione non solo gli rende omaggio, ma rafforza il legame tra tradizione e innovazione, e permette alla Fondazione Gorbaciov di enfatizzare l’importanza del dialogo tra mondi solo apparentemente diversi, come l’arte, l’imprenditoria e la genialità, valorizzando il talento italiano nel contesto globale”.

Il ritratto, formato 74x74, magnetizza gli occhi di chiunque, d’ora in poi, transiti dalla biblioteca del campus. “Siamo riconoscenti al maestro Scepi e grati a tutti gli enti che hanno collaborato a quest'iniziativa” sottolinea Angelo Manfredini, direttore della Sede di Piacenza-Cremona. “La gratitudine con la quale abbiamo accolto questa opera ci ha guidato anche nella scelta della sua collocazione, che non è casuale perché da oggi si trova in una location di pregio e centrale per il nostro campus, in uno dei luoghi più vissuti dagli studenti”.

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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