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«L’anima delle cose»: in Cattolica le opere di Romano Bertuzzi

10.03.25 LANIMA DELLE COSE loca 

Lunedì 10 marzo, alle 11.30, nell’atrio d’onore del campus piacentino dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sarà inaugurata la mostra di Romano Bertuzzi dal titolo “L’anima delle cose”, a cura di Carlo Francou. L’esposizione proseguirà fino al 12 aprile. Romano Bertuzzi nasce a Forno in Val Trebbia, una piccola frazione arroccata sull’Appennino piacentino e presto intraprende la strada della pittura per poi passare, sul finire degli anni Settanta dello scorso secolo, alla realizzazione di installazioni creando occasioni in cui il luogo, il tempo, la terra interagiscono in maniera armoniosa con l’uomo; rivolge in seguito la sua attenzione alla riscoperta della cultura contadina, recuperando le forme più antiche del vivere quotidiano. A questo itinerario del fare arte tiene sempre connessa la presenza del disegno, con i suoi pastelli neri su carta cotone, carichi di un realismo nel quale è sempre presente uno sguardo intimo e in grado di far emergere l’essenza stessa di quanto viene raffigurato.
Scrive Carlo Francou nel catalogo che introduce la mostra: “Tutto ha un'anima, anche piante e pietre ne possiedono una, sembra dirci Romano Bertuzzi con le sue matite su cartone. Cercare ciò che delle "cose" è nascosto alla vista, ma è presente nel profondo”. E ancora: “L'artista scruta la materia quasi volesse entrare a farne parte; in questo cammino, poco alla volta i contorni si perdono e l'orizzonte diventa sempre più vicino inghiottendo questo immaginario viaggiatore di infiniti, mai pago del proprio peregrinare interrogativo”.
«Con quest’esposizione di Romano Bertuzzi - dichiara Angelo Manfredini, direttore della sede di Piacenza-Cremona, l’Università Cattolica conferma una grande attenzione per l’arte. Ormai è una tradizione per il Campus di Piacenza ospitare mostre di artisti piacentini, aperte alla città e alla comunità locale. Con grande piacere abbiamo allestito questa raccolta di Romano Bertuzzi. Il titolo “L’anima delle cose” è inoltre fortemente evocativo: un invito a vivere il rapporto tra uomo e natura in una dimensione spirituale».

Pubblicato il 9 marzo 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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