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«San Colombano abate d'Europa», inaugurata la mostra nella chiesa di San Francesco

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Nella Basilica di San Francesco di Assisi, nella centralissima Piazza Cavalli, è stata inaugurata la Mostra “San Colombano Abate d’Europa”. E’ il primo appuntamento in vista del Meeting Internazionale delle Comunità Colombaniane che si concluderà il 23 giugno prossimo. Il ricco calendario delle iniziative proposto dalla diocesi sarà reso pubblico nei primi giorni di maggio ma già fin d’ora è possibile accostarsi alla figura di San Colombano visitando la mostra negli orari di apertura della Chiesa di San Francesco (8.30- 12.00/ 15.00-18.30).
Insieme agli alunni della 4ª E dell’Istituto Casali di Piacenza e ai loro insegnanti, erano presenti per la diocesi di Piacenza-Bobbio, Claudio Ferrari, direttore dell’Ufficio Scuola, Manuel Ferrari, Responsabile dell’Ufficio Beni culturali, il Parroco don Ezio Molinari. Ad illustrare i pannelli della mostra ai ragazzi Mauro Steffenini Presidente dell’Associazione Amici di San Colombano per l’Europa e uno dei tre curatori della mostra insieme a Paolo Gulisano e Adolfo Morganti.

La mostra attraverso le immagini più significative dei luoghi della storia di Colombano, dall’Irlanda a Bobbio, da Luxeuil a San Colombano al Lambro, attraverso l’iconografia relativa alla figura di questo pellegrino e infine attraverso i testi che corredano ogni pannello, aiuta il visitatore a conoscere gli aspetti principali della sua vita e delle sue opere.

Il visitatore sarà accompagnato all’interno della storia straordinaria di questo Camminatore infaticabile per le strade e tra i popoli di un’Europa tutta in decadenza e in preda alle invasioni barbariche, da cui non può che trarre ispirazione, spunti e coraggio per la propria vita.
 La mostra è anche un’occasione per riflettere sul tema delle origini dell’Europa: nel Medioevo Colombano fu l’uomo più dotato dello spirito europeo, quasi duecento anni prima di Carlo Magno, e insieme al fondatore del Sacro Romano Impero, egli è la più grande figura dell'Alto Medioevo. Conoscere Colombano significa conoscere anche la storia gloriosa non solo delle origini di Bobbio ma anche del territorio piacentino circostante, che ha risentito dell’influenza dell’Abate e dei suoi monaci nei secoli successivi.
Questa mostra dunque ci vuole condurre alla scoperta di questo pioniere di civiltà, un padre fondatore, un precursore, un testimone assertore di ogni libertà per il suo tempo e anche per il nostro.

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Quattro tappe

Il percorso, adatto ai ragazzi – dalle classi quarte della Scuola primaria, alle scuola secondarie di prima grado e superiori, si compone di 4 tappe:

1ª Sezione: IL MONACHESIMO IRLANDESE  dal pannello n° 1 (copertina) al pannello n° 8
2ª Sezione: COLOMBANO IL PRIMO VERO EUROPEO dal pannello n° 9  al pannello n° 17
3ª Sezione: L’EREDITA’ DI COLOMBANO  dal pannello n° 18  al pannello n° 25
4ª Sezione: L'EVANGELIZZAZIONE DELLA LIGURIA al pannello n° 26 al pannello n° 28
Corredano i pannelli una cartina che riassume il lungo viaggio di Colombano dall’Irlanda a Bobbio e un grande trittico che rappresenta Colombano tra i reali longobardi e il papa da un lato e la gente del popolo dall’altra. (riproduzione di un affresco su tela di Onofrio Bramante conservato nella Sala Consigliare di San Colombano al Lambro).
La mostra rimarrà esposta fino al 23 giugno  quando in Cattedrale con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Adriano Cevolotto alle ore 17,00 si concluderà il XXV Columban's Day, meeting internazionale delle Comunità Colombaniane.

Nelle foto, l'inaugurazione della mostra dedicata a Colombano nella chiesa cittadina di San Francesco.

Pubblicato il 30 aprile 2024

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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