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«Il dottor Simonetti e i suoi pazienti»: opere della Collezione Mazzolini alla Biffi

 biffi

La Galleria d'Arte Biffi di Piacenza ha aperto, il 13 dicembre, le sue porte ad una significativa esposizione: "Il dottor Simonetti e i suoi pazienti: Opere del Novecento dalla Collezione Mazzolini", curata da Manuel Ferrari e Susanna Pighi.

Un tesoro artistico fruibile a tutti

Un evento reso ancora più significativo dalle parole del Vescovo mons. Adriano Cevolotto che ha sottolineato l'importanza di questa mostra che ha portato a Piacenza una collezione preziosa e un po' fuori dal circuito espositivo. L'assessore Christian Fiazza ha evidenziato la sinergia tra l'Ufficio dei Beni culturali della diocesi e il Comune di Piacenza, mettendo in risalto l'importanza della collaborazione per rendere accessibile al pubblico un tesoro artistico così prestigioso.

Rosa Mazzolini, generosa donatrice

La mostra - ha spiegato Manuel Ferrari, direttore Ufficio Beni Culturali diocesano e curatore della mostra - è l’esposizione di alcune opere, frutto di una donazione generosa alla diocesi di Piacenza-Bobbio, provenienti dalla collezione di Domenica Rosa Mazzolini. Una raccolta, risultato dell'unione di due serie di opere: quella personale di Rosa Mazzolini e l'ingente collezione ereditata nel 1994 dai fratelli Simonetti, medici milanesi presso il cui studio Rosa aveva prestato servizio in qualità di assistente. La collezione, che ha la sua sede a Bobbio, comprende lavori di artisti autorevoli come Enrico Baj, Renato Birolli, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Mario Sironi, e molti altri. Questa straordinaria quadreria si è arricchita nel tempo con opere di altri grandi artisti come Fiorenzo Tomea e ulteriori contributi di Giorgio de Chirico.
Rosa Mazzolini, assistente nello studio medico Simonetti a partire dagli anni '50, - ha affermato Manuel Ferrari - è stata una figura chiave nell'introduzione del mondo dell'arte nella vita quotidiana dello studio medico. La sua passione per l'arte ha ispirato i Simonetti a immergersi nelle gallerie e ad acquisire opere del loro tempo, creando una collezione diversificata che abbraccia molteplici correnti artistiche.

mostra

Simonetti, proctologo e collezionista d’arte

Susanna Pighi, curatrice della mostra e collaboratrice dell'Ufficio Beni Culturali della diocesi, ha sottolineato la figura di Giovanni Battista Ettore Simonetti, rinomato proctologo e collezionista d'arte illuminato. Simonetti ebbe una relazione speciale con un gruppo di pazienti illustri, molti dei quali erano importanti artisti attivi nella Milano dell'epoca. Il dottore, laureatosi giovanissimo in Medicina e Chirurgia e specializzatosi in diverse branche, si trovò a trattare artisti come Ottone Rosai, Mario Sironi, Fiorenzo Tomea, i fratelli Pomodoro, Antonio Recalcati e Massimo Campigli.

Tra le interazioni più significative, Simonetti commissionò diverse opere a Giorgio De Chirico, inclusi dipinti iconici come "Esculapio proctologo" e "Ippocrate rifiuta i doni", esaltando l'etica medica e l'importanza della dedizione disinteressata.

Una panoramica unica

La mostra - ha spiegato Pighi -, suddivisa in quattro sale, offre una panoramica unica. La prima sala è dedicata alla figura del medico Simonetti attraverso ritratti e documenti. La seconda sala mette in luce il rapporto medico-paziente, esponendo le opere più celebri degli artisti coinvolti. La terza sala è un omaggio a Rosa Mazzolini, donatrice della collezione alla diocesi. Infine, la quarta sala è dedicata ai carteggi e alla corrispondenza fra Simonetti e gli artisti, offrendo uno sguardo intimo sulle relazioni instaurate nel corso degli anni.
La mostra alla Biffi Arte, che si protrarrà fino al 16 marzo, offre uno sguardo affascinante sulla relazione singolare tra medico e artista, gettando luce su un capitolo affascinante della storia dell'arte del Novecento.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'inaugurazione della mostra di opere della collezione Mazzolini alla Biffi. (foto Del Papa)

Pubblicato il 14 dicembre 2023

 

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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