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«Storie di anime solitarie», l’ultimo libro di Alessandro Ballerini

 

ballerini

Verrà presentato a Bobbio, sabato 8 luglio, alle ore 18, nella sala Conferenze del palazzo comunale, il libro “Storie di anime solitarie” di Alessandro Ballerini. Alla presentazione intervengono il sindaco Roberto Pasquali,  Maurizio Dossena e l'autore. 
In quest’ultimo, il 34esimo, Ballerini raccoglie aneddoti e storie di vite trascorse in solitudine e emarginazione, per lo più di barboni o girovaghi del secolo scorso, consumatesi sull’intero territorio della provincia di Piacenza. Esistenze che, pur condotte ai margini della società, hanno comunque lasciato segni nella memoria popolare, tanto da fare ormai parte delle tradizioni locali.
Se gli intellettuali definiscono invisibili codeste persone liquidandole frettolosamente come senza fissa dimora, mendicanti o clochard, l’autore ha invece inteso renderle visibili. Ha appositamente girovagato in tutti i 46 Comuni della provincia raccogliendo voci popolari, foto e ritratti per dare loro anche una fisicità, quando possibile.
Un “lavoraccio”, dice lui stesso, che gli ha fornito l’impalcatura del libro con un settantina di storie. Che sono raccontate a braccio, come in un ritrovo tra amici, accompagnate da aneddoti e caratterizzate da immediatezza, vivacità, colore. Si tratta per lo più di esistenze al limite. Le cause? Alcune si intravedono tra le righe: povertà economica o culturale, fragilità fisiche o mentali spesso da esperienze di guerra, scelte personali dettate anche da una dichiarata refrattarietà al lavoro e, sopratutto, da una irrinunciabile tensione verso una libertà incondizionata. Vite che hanno ispirato cantautori e parolieri famosi - Pooh-Negrini, I Nomadi, Demicoli, Dalla, Migliacci, Fontana, Feliciano, Rupil, lo stesso Ballerini -, alla composizione di struggenti canzoni sull’argomento. Riportate nel libro.

Figure pittoresche

L’autore suddivide i suoi personaggi grosso modo in barboni e personaggi pittoreschi. Questi i più interessanti e curiosi. Attraverso loro innate doti naturali sono riusciti comunque a realizzarsi riscuotendo plausi e apprezzamenti locali, al di là dell’incapacità di adattarsi alla normalità di una qualsiasi vita sociale. Tra i tanti un esempio tipico, “Queindas”, eccellente chansonnier con cui anche l’autore ha avuto occasione di “fare baracca” nel suo ristorante a Boscone di Calendasco, come capitato anche a famose orchestre trovatesi per caso nei paraggi. Visse come gli piaceva, amando la bella vita e le donne, stando al centro dell’attenzione.  Era anche un bravo falegname, ma il suo lato più esuberante aveva sempre la meglio costringendolo a una vita sregolata che mal si accordava a principi salutari.
Tanti personaggi descritti sono di Piacenza. Molti tanto noti che sui loro nomi e comportamenti sono stati modellati modi di dire tuttora in uso.
I bobbiesi troveranno nel libro tante informazioni che soddisferanno parecchie loro antiche curiosità e ne troveranno di nuove. Dei quattro personaggi pittoreschi di Bobbio “u Blac” è certamente il più famoso. Viveva da eremita in una baracca costruita da lui stesso in un’ansa della Trebbia alla confluenza con la Dorba. Molti bobbiesi l’hanno visto passeggiare per Bobbio con portamento fiero, dignitoso, riservato, consentito da una notevole prestanza fisica. Pareva un profeta. Nel libro sono svelati molti segreti della sua vita e raccontate tante sue stranezze. Di carattere opposto Tugnett d’Arcangil, stravagante, estroverso, facile alle battute (qualcuna rimasta famosa), dalla fervida immaginazione.
Forse sono pochi quelli che hanno sentito parlare degli altri due personaggi. Uno è il “cieco di Bobbio”, Giuseppe Picchi di Sant’Albano. Un vero fenomeno. Un genio musicale: dal suo flautino a tre buchi riusciva a trarre melodie d’opera con un virtuosismo tale da essere chiamato a esibirsi in grandi teatri, anche all’estero. A metà 800 era nel cuore del popolo. Oggi non se ne parla più se non presso studiosi musicologi. Ultimo personaggio è Majott”, Contardo Marchesi.
Nel libro è citata la sua fenomenale cultura-erudizione, accumulata con letture di quintali di libri di storia, filosofia, matematica, latino, disegno, francese, astronomia, lettere e altro … Figlio di contadini, è nato e cresciuto in una capanna in località Fontanini, ai piedi del Bosco del Comune. Lì è tornato dopo una vita di vicissitudini varie, ma caratterizzata sempre dallo “studio in ogni ora del giorno e della notte”. Il giornalista Enrico Bassano in un’intervista (15 aprile 1950 sul Corriere Del Popolo di Genova), di cui nel libro sono riportati stralci, scrive di essere stato colpito dalla “grandezza” di questa “anima solitaria”. Eppure è praticamente sconosciuto e dimenticato.

E’ da riconoscere il grande merito di Sandro Ballerini di scovare e diffondere notizie inedite riguardanti la sua Bobbio.
Un’ultima notazione. A pag. 6 Sandro ha inserito, tra altre, la seguente “locuzione”, che potrebbe essere d’ispirazione per chi già è avanti con gli “anta”: “Dicono che la Vecchiaia sia l’età del tramonto. Ma ci sono tramonti che tutti si fermano ad ammirare”.

Luisa Follini

Nella foto, la copertina del libro di Alessandro Ballerini che sarà presentato a Bobbio l'8 luglio.

Pubblicato il 3 luglio 2023

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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