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Lunedì 12 giugno al PalabancaEventi la Giornata Arisi

 Ferdinando Arisi Corrado Sforza Fogliani

Lunedì 12 giugno, alle 18, al PalabancaEventi di via Mazzini, in Sala Corrado Sforza Fogliani (già dei depositanti), appuntamento con la “Giornata Arisi”, l’importante iniziativa culturale promossa dalla Banca di Piacenza per ricordare e rendere onore al maggior storico dell’arte che la nostra terra abbia avuto, mancato all’età di 92 anni il 18 giugno del 2013.
Previsto l’intervento del prof. Giovanni Godi,
per vent’ anni insegnante di educazione artistica in diversi istituti, con tappa anche a Cortemaggiore, per un decennio responsabile delle vendite per Christie’s in Italia e direttore della rivista Parma per l’arte.

Nel corso dell’incontro verrà presentato il dipinto di Gaspare Landi (1756-1830) “Gesù disputa con i dottori al tempio”. Si tratta di un olio su tela (cm 92x136) modello dello stesso soggetto, di dimensioni maggiori, conservato ai Musei Civici di Palazzo Farnese. L’opera è stata acquistata dalla Banca, che ha colto in questo modo l’opportunità di rendere omaggio all’artista piacentino, uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo italiano alla cui valorizzazione tanto contribuì il prof. Arisi, curatore insieme a Vittorio Sgarbi della grande mostra sul Landi organizzata dalla Banca nel 2004 nell’allora appena ristrutturato Palazzo Galli. Un gesto compiuto dal popolare Istituto di credito anche nel ricordo del compianto presidente Corrado Sforza Fogliani, che avrebbe fatto la stessa cosa in omaggio all’amico Arisi, in virtù della stima che li legava.
La partecipazione è libera (precedenza ai Soci e ai Clienti della Banca) con prenotazione ( – tf 0523 542357).
Agli intervenuti (con precedenza ai Soci prenotati e ai Clienti prenotati) sarà riservata copia del volume “Ferdinando Arisi. Una vita da raccontare” a cura di Maria Clara Strinati.

Nella foto, Ferdinando Arisi e Corrado Sforza Fogliani.

Pubblicato il 9 giugno 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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