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Può la cultura cambiare Piacenza?

 ricci oddi

La cultura è sicuramente un potente motore di cambiamento, può rigenerare gli ambienti sociali e svolgere un ruolo per attivare processi economici in grado di impattare positivamente sulla vita delle comunità perché è la cultura che cambia il contesto in cui viviamo. La cultura non è un lusso, anche se negli ultimi anni in Italia sono stati fatti tagli ingenti e riforme continue sull’ istruzione impoverendo sempre più la scuola, l’Università ed i centri di ricerca. Sono stati ospitati come relatori a Cives per parlare di come la cultura possa migliorare la nostra città, Fabio Obertelli curatore della galleria Giorgio Baratti a Milano e Lucia Pini direttrice del Museo Ricci Oddi di Piacenza.

Migliorare noi stessi per migliorare il mondo

“La cultura è civiltà e non può essere solo qualcosa di elitario - sostiene Fabio Obertelli - rappresenta tutto ciò che l’uomo è riuscito a creare nella storia. L’evoluzione dell’uomo porta ad una trasformazione culturale mutando il contesto sociale in cui esso vive, ma a sua volta la cultura è strumento di cambiamento dell’uomo. La cultura non è solo conoscenza, erudizione, elaborazione, ma anche costume, comportamento sociale, capacità e abitudini che appartengono alle persone in quanto membri di una comunità, è un supporto per innescare cambiamenti ampliando le visioni e creando spunti riflessivi sul passato sul presente e sul futuro. La domanda da porsi è se siamo veramente pronti e coraggiosi per cambiare?”

Cultura ingrediente di civiltà

“La galleria Ricci Oddi è una delle realtà più importanti di Piacenza in cui sono visionabili opere dell’800 e del ’900 d’inestimabile valore artistico e tra le più importanti del Paese - racconta la direttrice Lucia Pini -. La volontà del suo creatore è stata quella di rendere la propria collezione privata accessibile a tutti, soddisfacendo un’esigenza di condivisione della bellezza. Questa desiderio di Ricci Oddi dovrebbe essere oggi amplificato, creando un sistema di rete tra le diverse realtà artistiche e culturali piacentine in un continuo dialogo con i cittadini. È necessario rendere sempre più usufruibili le bellezze della città, creando un sistema culturale virtuoso con spazi permeabili per sviluppare sia l’aspettò turistico ma anche e sopratutto il senso di appartenenza del piacentino alla sua città. La recente pandemia ha trasformato anche il turismo, valorizzando i piccoli centri e i nuovi sistemi di spostamento. Per questo Piacenza e le sue Valli rappresentano una magnifica opportunità, ma è necessario sviluppare in modo sinergico il territorio costruendo ampie alleanze. Le risorse necessarie sono ingenti e non possono sicuramente essere esclusivamente pubbliche, per questo bisogna lavorare insieme migliorando anche la comunicazione per far conoscere il nostro patrimonio culturale”.

Stefania Micheli

Pubblicato il 6 febbraio 2022

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