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Ascoltiamo il giusto che è in noi

esamedicoscienza

Quello che noi spesso mandiamo a morte perché incomodo, deve iniziare a prevalere nel nostro cuore come giusto.

La spoliazione che dobbiamo fare è nei confronti del nostro “Io”.
Dobbiamo ammettere che spesso abbiamo avuto pensieri ingrati contro Dio. È scomodo per la nostra coscienza ascoltare il giusto che è in noi che ci chiederebbe una presa di posizione, di muoverci secondo carità e gratuità e non secondo avarizia e con un tornaconto.
Il giusto che è in noi, quel tratto mite e umile del cuore che è Gesù, chiede alla nostra coscienza di umiliarsi facendo spazio all’altro e di immolare la vita spendendola per il bene, come dono e non come possesso.

Se noi facciamo un attento esame, ci accorgiamo che abbiamo messo a tacere il giusto che abita in noi, ma Dio, il giusto, non smette di bussare e riproporsi alla nostra porta perché ci ama troppo.
L’unico vero giusto non muore dentro di noi, anzi attende l’ora propizia per tenderci la mano e aiutarci; satana invece ci colpisce nelle nostre debolezze per accusarci annientandoci con le su insinuazioni.
Il giusto sta in silenzio dentro di noi e lavora nell’amore, sempre con una parola di misericordia e di conforto che solleva e fa sentire amati.

Il Signore è nella profondità del nostro cuore, dove il nemico non può arrivare ed è lì che la presenza di Gesù rimette i peccati, consola, salva.
Per quanti fratelli abbiamo dovuto lasciare da soli in questi giorni staccandoci da loro, Dio è rimasto al loro fianco.
A noi di questo tempo presente resta la responsabilità di riconoscere quella luce dentro di noi che ci accompagna, quello è il giusto.

La sola cosa che può dare un valore alla vita è che il male ha le ore contate e noi possiamo accelerare questo tempo con certe scelte fatte secondo il vangelo, facendo vivere il giusto dentro di noi, vivo in noi attraverso il Battesimo.
Ascoltiamo la parte di noi propensa al bene che anela al desiderio di Dio e desidera mettersi in colloquio con il Padre.

Non chiudiamolo in un angolo, non cambierà niente nel futuro se non perseveriamo.
Forse è oggi l’ora in cui il Signore ci visita, l’ora della grazia in cui il Signore ci riconsegna il nostro cuore e la nostra vita per poi saperli donare.
Abbiamo capito che quello cui abbiamo sinora dato tanto peso, non è nulla, che ci sono state false vittorie e false soddisfazioni.
È giunta l’ora di fare della vita un miracolo per il tempo che c’è dato, rendendo questo tempo favorevole.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 27 marzo 2020

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 2 aprile 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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