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Don Lusignani: la Cattedrale come luogo di invocazione

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“Guardando la città dall’alto vediamo al centro la Cattedrale: la tenda dell’Esodo in pietra, il luogo di Dio dentro al cuore della città”. Sono le parole di don Giuseppe Lusignani, studioso di area estetica e filosofica, parroco di Nostra Signora di Lourdes, che ha illustrato e descritto la Cattedrale di Piacenza, che celebra i 900 anni, facendo un  collegamento con il libro dell’Esodo.
L’incontro, svoltosi nel salone sottostante la chiesa,  è stato il primo di una serie, in programma, che avrà come filo conduttore il libro dell’Esodo, inserito nella Lettera Pastorale del Vescovo “Dal lamento all’appello”.

La tenda del deserto e la Cattedrale

La riflessione del teologo si sviluppata tra l’idea della tenda biblica e la Cattedrale, un’immagine non statica, ma che rimanda al movimento. Infatti la sovranità di Dio non è su un luogo, ma su un popolo. Si possono intravedere quattro grandi segni - secondo don Lusignani - dal libro dell’Esodo al cap. 16: il cibo, rappresentato dalla manna nel deserto, l’acqua, resa buona da Dio, la preghiera di Mosè, sostegno del popolo nella lotta e la giustizia, l’attuazione del dono della legge.

La Cattedrale che parla

“Nella facciata della Cattedrale - ha spiegato il parroco - i grandi portali sono segni che parlano, anche all’interno le varie rappresentazione artistiche riconducono al tema dell’incarnazione di Cristo e gli stessi simboli dell’Esodo si ritrovano nella chiesa madre”.
“La Cattedrale deve essere vista - sintetizzando il pensiero di don Lusignani - come luogo di appello, di invocazione, per ritrovare il pane, dono di Dio e l’acqua che rigenera”.

Luogo di riunione

La riflessione, che ha provocato molte suggestioni nel cuore dei presenti, ha fatto comprendere la grandezza e la sacralità della cattedrale che va intesa proprio come basilica, cioè luogo di riunione e comunione in cui si esprime il linguaggio della lode al Signore.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 30 ottobre 2021

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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