Lo Spirito ci guida
alla verità
Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento
non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità,
vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso,
ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché
prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto
che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
La nostra vita e la Parola
La verità. “Verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”: viviamo in un tempo dove abbiamo a disposizione una miriade di strumenti di informazione. Ci raggiungono notizie di ogni tipo in una quantità insostenibile alla mente umana, ci vengono fornite letture le più disparate su ciò che accade. Il risultato è un disorientamento molto diffuso: molti non sanno più a che cosa e a chi credere. Sentire pronunciare la parola “verità” in un contesto come questo è abbastanza sconvolgente. Probabilmente quello che proprio manca sia nella vita collettiva, nella macrostoria, che nella vita personale, nella microstoria, è un punto di partenza solido e fermo che permetta di leggere tutto senza essere sballottati dalle onde del mare. La cultura di cui noi siamo eredi ha concepito la verità come un concetto da conoscere razionalmente: mi viene trasmessa una idea e ad essa io aderisco ritenendola credibile, appunto vera. Ma quando Gesù parla di verità sembra non rifarsi a questa concezione. La verità di cui parla Cristo non è un pacchetto di informazioni che viene consegnato ai discepoli. Alla verità si viene guidati, “egli vi guiderà”, e si viene guidati da una persona che è essa stessa la verità. Gesù stesso dice infatti “io sono la verità”. Quindi la verità, quel punto di partenza solido e fermo, emerge da una relazione che è quella tra il Padre e il Figlio. La verità è l’amore tra il Padre e il Figlio. La base, il criterio per leggere la vita è la rivelazione che Dio ha fatto di se stesso: Dio si è rivelato attraverso il Figlio e quindi ha mostrato di essere Padre. Se accolgo Cristo, se vivo in Lui e Lui vive in me, conosco la mia verità, ciò per cui sono fatto, la mia profonda identità.
Le cose future. Se questo è vero allora tutta la mia vita sarà una manifestazione di quella verità: se nell’incontro con Cristo il Padre mi ha dato questa vita nuova, la vita filiale, la mia vita morale non sarà altro che la manifestazione di quella vita che è stata accesa in me dal Padre. È lo Spirito Santo, il grande assente nella predicazione della Chiesa negli ultimi secoli, che mi guiderà nella comprensione di ciò che mi è accaduto nell’incontro con Cristo. Non è stato semplice per i primi cristiani cogliere la portata della novità portata da Gesù. Sono stati più volte tentati di tornare agli schemi vecchi: pensiamo alla questione del concilio di Gerusalemme sulla circoncisione, al tentativo di vivere la vita cristiana ancora dentro al tempio di Gerusalemme. È lo Spirito che soffia nella comunità cristiana e la conduce a rimanere ferma in quella verità che è il volto di Dio Padre che si è manifestato nel suo Figlio. “Le cose future” che Gesù preannuncia sono la novità della vita dei suoi discepoli, la vita della Chiesa che continuerà a vivere il mistero di Cristo nella storia. Anche quando la verità della parola di Cristo apparirà scomoda o non conforme alle valutazioni del momento, anche quando seguire Cristo significherà mettere a repentaglio la vita, lo Spirito guiderà i discepoli perché la luce del vangelo illumini la loro vita ed essi possano “camminare nella verità” cioè in quella carità che da Dio viene e a Dio conduce.
Don Andrea Campisi