Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Si è umiliato
per darci bellezza

Dal Vangelo secondo Matteo (17,1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo
e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole
e le sue vesti divennero candide come la luce.
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù:
«Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne,
una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora

parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra.
Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato:
in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra
e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò,
li toccò e disse: «Alzatevi e non temete».
Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro:
«Non parlate a nessuno di questa visione,
prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

La nostra vita e la Parola

vg5mar23Lo sguardo. Scrive sant’Efrem il Siro che Gesù “trasformò il suo volto sulla montagna, prima di morire, affinché i discepoli non dubitassero della trasformazione del suo volto dopo la sua morte e credessero che colui che ha mutato i vestiti con cui era ricoperto risusciterà anche i corpi con cui era rivestito”. L’esperienza della trasfigurazione si colloca infatti “sei giorni dopo” l’annuncio della passione che Cristo fa agli apostoli in cammino con lui verso Cesarea di Filippo. Là era parso evidente che i discepoli ancora non avevano uno sguardo pasquale sulla vita. Li porta sul monte affinché comincino a intuire che esiste uno sguardo diverso sulla storia, sugli eventi, lo sguardo di Dio.
La prospettiva con cui guardiamo le cose, le persone e gli avvenimenti è molto importante. La chiave di lettura in base alla quale valutiamo tutto ciò che sta sotto i nostri occhi ci porta a dare un giudizio che dipende proprio dal nostro sguardo, dal nostro modo di guardare. Quando le attese degli uomini che lo seguono si scontrano con le sue parole che indicano una via loro incomprensibile, è il momento in cui diventa necessario mettersi in ascolto della voce del Padre che conferma le parole che Gesù aveva pronunciato in quei giorni: “questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo”. Pietro che era rimasto scandalizzato dall’annuncio della passione ora dice “è bello per noi stare qui”. Vede una bellezza che non è la bellezza del mondo, vede una gloria che non è mondana ma celeste.
La bellezza di Cristo.  Il volto di Gesù nella passione sarà sfigurato tanto da non sembrare più umano, come preannunciava Isaia nel quarto canto del servo: “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere” (Is. 53,2). Su quel volto i discepoli vedono brillare la luce dell’amore del Padre che risplende nelle tenebre del peccato dell’uomo. La trasfigurazione squarcia il velo e svela per un istante il mistero che copre la passione di Cristo.“Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo” canta il salmo 45: la bellezza che salva l’uomo è l’umanità sfigurata di Cristo che, per amore, dona la sua vita caricandosi del male, vincendolo con la sua morte e resurrezione. In Cristo anche noi saremo trasfigurati, saremo trasformati dall’azione dello Spirito ad immagine di Gesù. Egli si è umiliato, ha preso la forma di servo, per dare a noi bellezza e decoro, come dice s. Agostino. Quale bellezza, quale decoro? “L’amore della carità, affinché tu possa correre amando e possa amare correndo!”.

Don Andrea Campisi

Altri articoli...

  1. Dio ci ama per primo - Commento al Vangelo di domenica 19 febbraio 2023
  2. Quando un rabbino spiega il Vangelo - Commento al Vangelo di domenica 12 febbraio 2023
  3. La fede non è il buon senso - Commento al Vangelo di domenica 5 febbraio 2021
  4. Perché in Paradiso si entra poveri - Commento al Vangelo di domenica 29 gennaio 2023
  5. Ricominciare da capo (o quasi) - Commento al Vangelo di domenica 22 gennaio 2023
  6. I cristiani e il “mondo” - Commento al Vangelo di domenica 15 gennaio 2023
  7. Perché affrontare la vita con stupore - Commento al Vangelo di domenica 1° gennaio 2023
  8. Quel fatto che aspettavi per metterti in cammino - Commento al Vangelo di domenica 25 dicembre 2022
  9. Nella vita non puoi controllare tutto - Commento al Vangelo di domenica 18 dicembre 2022
  10. Quando tutto sembra crollare - Commento al Vangelo di domenica 11 dicembre 2022
  11. Giovanni Battista smaschera l’uomo - Commento al Vangelo di domenica 4 dicembre 2022
  12. Il segreto nascosto in un imprevisto - Commento al Vangelo di domenica 27 novembre 2022
  13. Porte aperte alla vita - Commento al Vangelo di domenica 20 novembre 2022
  14. Gesù Cristo non è uno slogan - Commento al Vangelo di domenica 13 novembre 2022
  15. La risurrezione e la nostra vita - Commento al Vangelo di domenica 6 novembre 2022
  16. La potenza di uno sguardo - Commento al Vangelo di domenica 30 ottobre 2022
  17. La preghiera non è parlare di se stessi - Commento al Vangelo di domenica 23 ottobre 2022
  18. Cerchi Dio? Attento al “nemico” - Commento al Vangelo di domenica 16 ottobre 2022
  19. La salvezza è molto più della salute - Commento al Vangelo di domenica 9 ottobre 2022
  20. La fede rende davvero liberi - Commento al Vangelo di domenica 2 ottobre 2022

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente