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Maria del sorriso

Maria del sorriso

Verso la Giornata del Malato: una testimonianza


marialomi


“Ogni volta che mi capitava una sofferenza fisica e riuscivo a togliere da questa sofferenza una «esse», cioè lasciavo solo «offerenza», per me la gioia era talmente grande che avrei voluto gridarla al mondo intero. In certi momenti avrei voluto non avere un solo cuore, ma mille cuori, per amare ed offrire ancora di più”.
Era una donna semplice, Maria Lomi. Ha vissuto la sua vita alle prese con continui problemi di salute, costretta a dipendere dagli altri fin nelle più banali operazioni quotidiane. Eppure non le mancava mai il sorriso, tanto che la sua camera alla casa di riposo Opera Pia Vigoni di Somaglia - dove visse dal 1971 alla morte, nel 2002 - era stata ribattezzata “l’oasi di Maria”.
Andavano a trovarla in tanti. E, più che dare conforto ad una donna allettata e in lotta sin da bambina con la tubercolosi ossea, erano i sani ad uscirne incoraggiati e pieni di speranza. “La vita è un dono di Dio - diceva Maria - e in qualunque situazione ci troviamo vale la pena di viverla, purché sia in sintonia con Colui che ce l’ha donata”.
La sua storia è stata raccontata in un libretto pubblicato nel 2014 a Guardamiglio a firma di Maria Teresa Bolzoni. La proponiamo alla vigilia della Giornata del Malato, che la Chiesa italiana celebra l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes.

Maria era molto devota alla Madonna. “Maria del sorriso”, la chiamavano i volontari dell’Unitalsi coi quali più volte era andata a Lourdes e Loreto. Non voleva sentire le parole “rassegnazione” e - in dialetto - “tirem inans”, “tiriamo avanti”. “Tirare avanti vuol dire trascinarsi e una cosa trascinata non è valida, non è buona, perché tu la trascini perché non puoi fare diversamente. Invece andare avanti vuol dire che tu accetti, come dice il Signore «chi vuol seguire me prenda la sua croce e mi segua», perciò tu accetti, ma accetti con amore. Non accetti trascinando, perché il Signore la croce non l’ha trascinata ma l’ha portata sulle sue spalle fino al Calvario. Se avessi dovuto soffrire sola - confidava - mi sarei scoraggiata, ma Cristo, l’innocente, si è caricato delle miserie del mondo e lo ha redento. Allo stesso modo Cristo oggi chiede a chi vuole di stare con lui sul Calvario. La Croce è feconda se colta con amore”.

Leggi l'articolo a pag. 23 dell'edizione di venerdì 5 febbraio 2016.

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