Giornata mondiale comunicazioni sociali. Il Papa: «occorre nella Chiesa una comunicazione che accenda i cuori»
Il 24 gennaio ricorre la festa liturgica di San Fancesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Di seguito le parole di papa Francesco nel messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
“Una comunicazione basata sull'umiltà dell'ascolto”
“Da un ascolto senza pregiudizi, attento e disponibile, nasce un parlare secondo lo stile di Dio, nutrito di vicinanza, compassione e tenerezza. Abbiamo un urgente bisogno nella Chiesa di una comunicazione che accenda i cuori, che sia balsamo sulle ferite e faccia luce sul cammino dei fratelli e delle sorelle”.
Ne è convinto il Papa che, nel messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, sogna “una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio”; “una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale”; “una comunicazione le cui basi siano l’umiltà nell’ascoltare e la parresia nel parlare, che non separi mai la verità dalla carità”.
“Non fomentare livore che porta a scontro, ma aiutare le persone a riflettere pacatamente”
“Comunicare cordialmente vuol dire che chi ci legge o ci ascolta viene portato a cogliere la nostra partecipazione alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, prosegue papa Francesco e ricorda che “in un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione ‘dal cuore e dalle braccia aperte’ non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità”. Esortando a “custodire la lingua dal male”, il Santo Padre ribadisce come “a volte il parlare amabile apre una breccia perfino nei cuori più induriti”: “Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di ‘galateo’, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono”.
“Non temere di proclamare la verità anche scomoda, ma di farlo senza carità”
“È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Dopo esserci allenati nell’ascolto, che richiede attesa e pazienza, nonché la rinuncia ad affermare in modo pregiudiziale il nostro punto di vista, possiamo entrare nella dinamica del dialogo e della condivisione, che è appunto quella del comunicare cordialmente”.
“Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore”, l’invito di Francesco, che sollecita ad avere “un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato”: “Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro, che ci fa guardare gli uni gli altri con compassione, accogliendo le reciproche fragilità con rispetto, anziché giudicare per sentito dire e seminare discordia e divisioni”. “Per poter comunicare secondo verità nella carità”, avverte il Santo Padre, “occorre purificare il proprio cuore. Solo ascoltando e parlando con il cuore puro possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo”.
Pubblicato il 24 gennaio 2023
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