Dal convegno «Le imprese di montagna», più ombre che luci nell’economia delle nostre valli

Quanto è bella la montagna, ma quanto è cara! Così si potrebbe drasticamente sintetizzare il Convegno “Le imprese di montagna - Osservatorio dell’Appennino Emiliano” tenutosi a Bobbio il 29 novembre. Nell’Auditorium comunale, gremito anche da studenti del locale ITC San Colombano, sono risuonate tantissime voci a tracciare un quadro sulla realtà della nostra montagna e a suggerire possibili soluzioni.
Voci di rappresentanti delle istituzioni (locali, regionali, nazionali), ricercatori universitari, Associazioni di categoria (Consorzio di Bonifica, Camera Commercio, Confindustria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Confcoperative, Gal del Ducato, con l’esperienza di Bardi che ha vinto un bando di 500.000 €, Enti locali e Istituti scolastici, imprenditori, di chi ha portato esempi di innovazioni già in essere altrove, del vescovo Adriano Cevolotto, degli stessi studenti che hanno posto domande e partecipato al concorso di riconoscimento di 10 foto di luoghi della nostra montagna. Ne sono stati identificati 7 e da non tanti studenti, invitati, in finale, a una fotografia con tutti i relatori. Rimarrà loro il ricordo e l’invito subliminale a tenere di più gli occhi aperti …
Voci culminate infine nell’esposizione del Ministro per gli affari europei, politiche di coesione e Pnrr, Tommaso Foti che ha dettagliatamente informato sugli ambiti decisionali del governo entro i limiti normativi nazionali e europei.
Sono emerse tante criticità, datate da tempo.
Interpellate 500 imprese
Il confronto si è aperto con l’indagine dell’Università Cattolica che ha interpellato più di 500 imprese del territorio montano di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
Qualche dato:
Popolazione della montagna emiliana nel 2024: PR, circa 60.000 unità, RE circa 41.000, Piacenza circa 21.000.
Decremento di detta popolazione dal 2011 al 2024: PR - 3,3%; RE - 3,9%; Pc -11,6%.
Le imprese attive nel 2024 sono: a PR 6354; a RE 4463, a PC 3001.
Decremento imprese dal 2014 al 2024: a PR -11,1%, a RE -8,8, a Pc -17,4 %.
Notata negli ultimi anni, per Piacenza, una stabilizzazione del decremento e una ripresa della frequentazione della montagna. Che rimane pur sempre il nostro polmone verde, che offre una natura e un paesaggio di per sé gratificanti e uno stile di vita più rilassato e sano.
Sempre per Piacenza si è rivelato più forte che nelle altre provincie il senso di appartenenza non tanto al paese quanto all’intera Valle, e, anche, all’unione europea.
Interessante una nota conclusiva dell’indagine: è insita un’ambiguità nel turismo se considerato unica o principale risorsa del territorio. La vita episodica veicola esigenze infrastrutturali leggere. Per invogliare famiglie a restare sono invece necessarie strategie e investimenti importanti, manodopera formata, strutture per l’accoglienza, infrastrutture digitali, buona accessibilità.
Forte senso di appartenenza
L'identikit degli imprenditori di montagna rivela un fortissimo legame col territorio. Passione e resilienza li sostengono nelle maggiori difficoltà connesse, tra cui, il costo dei trasporti e dell’energia e anche il reperimento del personale.
Fino a quando riusciranno a resistere? Agevolazioni specifiche, come detassazione e deburocatizzazione potrebbero essere una compensazione efficace, accompagnate anche da creazione di nuovi posti di lavoro, scuola/istruzione, servizi sanitari, facilitazione alla comunicazione sia diretta che immateriale.
Esempi di imprenditoria nelle nostre montagne sono stati forniti da Maria Rita Trecci Gibelli (castello di Gropparello), Renato Velli, Allied International Group (Alta Val Tidone), Marco Labirio, Gamma spa (Bobbio), decano della categoria dei super-resilienti, cui è stata riservata affettuosa deferente attenzione. Proprio Marco ha fortemente voluto e finanziato la creazione di un asilo nido a Bobbio, che ha ospitato l’anno scorso 8 piccoli e quest’anno 12, quasi… un miracolo. Questo suo sguardo al futuro e alle nuove generazioni è stato motivo di apprezzamento anche da parte del vescovo.
I numerosi convocati hanno portato testimonianze, visioni e punti di vista. Costituiscono un’imponente armata cui è affidata la fiducia di riuscire a risollevare la nostra montagna. Tutti d’accordo che sarebbe estremamente controproducente lasciare che aziende si stacchino dalla montagna: non vi tornerebbero più.
Il settore più in sofferenza è l’agricoltura per cui sono state avanzate proposte di equiparare ai crediti di carbonio quelli di sostenibilità associabili ai nostri boschi (già Confindustria ne ha comprati da Appennino Tosco-emiliano). Altra idea viene da Università di Parma per utilizzare scarti della lavorazione del legno per produzione di arnesi e strumenti.
Il Sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, ha elencato i problemi e i rischi che stanno correndo i Comuni di montagna, ha parlato della Statale 45 “vogliamo una strada in sicurezza, anche se non proprio dritta”, delle più urgenti necessità, quali il dissesto idrogeologico, la Banda Larga, l’acqua del Brugneto, e l’importanza di fondere i Comuni “solo un’azione condivisa può portare al successo e salvare la montagna”.

Il Vescovo: l'esigenza di fare comunità
In conclusione del convegno il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha sottolineato un'esigenza forte che esula dal campo economico “ tutto necessario quanto ho ascoltato ma chi vive in montagna ha bisogno anche di un’anima e come cristiani possiamo offrire un’opportunità. Ho colto direttamente dai fedeli l’esigenza forte di fare comunità. Per questo l’iniziativa del “ Parco Terre di passo”, ancora da perfezionare, varata in sinergia con l’Università Cattolica, è stata pensata come strumento non solo per la conservazione dei beni ecclesiastici di montagna, ma per chiunque si trovi in analoga necessità facilitando pratiche e percorsi difficilmente praticabili in autonomia”.
Luisa Follini
Pubblicato il 1° dicembre 2025
Nelle foto, il gruppo dei partecipanti al convegno tenutosi a Bobbio e l'intervento del vescovo Adriano Cevolotto.
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