Domenica 26 giugno si celebra anche nelle parrocchie della nostra diocesi la giornata per la Carità del Papa. Tutte le offerte raccolte andranno al cosiddetto “Obolo di San Pietro”, che permetterà al Santo Padre di far fronte alle necessità di molti poveri che si rivolgono a lui.
L’Obolo di San Pietro ha le sue radici nella Chiesa dei primi secoli: da sempre le comunità si sono fatte carico di sostenere gli annunciatori del Vangelo perché si possano prendere cura dei bisognosi.
Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma che decisero di inviargli in maniera stabile un contributo annuale. Così nacque il “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), che ben presto si diffuse nei Paesi europei. Questa, come altre pratiche analoghe, passò attraverso molte e diverse vicissitudini nel corso dei secoli, fino a quando fu benedetta da Pio IX, con l’Enciclica “Saepe venerabilis” del 5 agosto 1871.
Attualmente, questa colletta ha luogo in tutto il mondo cattolico, per lo più a fine giugno in vicinanza alla solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo che quest’anno ricorre mercoledì 29 giugno.
Il Papa, Pastore di tutta la Chiesa, si preoccupa anche delle necessità materiali di diocesi povere, istituti religiosi e fedeli in gravi difficoltà (poveri, bambini, anziani, emarginati, vittime di guerre e disastri naturali, profughi e migranti).
“La Giornata - sottolinea il segretario generale della Cei mons. Nunzio Galantino - ci offre l’opportunità di prendere la mano del Santo Padre e di rendere più estesa la sua presenza al fianco dell’umanità bisognosa, nei tanti interventi dei quali abbiamo avuto notizia e nei molti di più che restano lontani dai riflettori. Non lasciamo - è il suo invito ai parroci - che questo appuntamento passi nell’indifferenza, rendiamone partecipe la nostra comunità”.