Il ricordo di Bandalarga ha fatto da filo conduttore per tutto il concerto che, come ogni anno, la Banda del Don Orione ha offerto al paese in occasione della festa di Santa Cecilia, Patrona della musica. Alternati a marce, brani tipici della tradizione bandistica, pezzi folkloristici e colonne sonore di film, i discorsi ufficiali del Presidente Onorario Domenico Restuccia, che ha ricordato che “La banda è un bene immateriale del paese a cui importante dar valore”, e del Sindaco Pietro Mazzocchi. Il Primo Cittadino ha ricordato Bandalarga “Un successo per il paese e per la banda in una delle edizioni più belle di sempre”. E proprio il paese, ossia le Associazioni e i privati che hanno collaborato alla riuscita dell’evento, ma anche suonatori e majorettes sono stati premiati da Graziano Arlenghi e dal Presidente dell’Associazione Ex Allievi Bruno Schinardi. Arlenghi, assieme al Maestro Marco Cotti, hanno commentato le foto proiettate degli eventi seguiti dalla Banda nel 2019. Alla fine del concerto il presentatore Angelo Paini ha invitato i presenti a partecipare alla S. Messa, celebrata dal Sacerdote dell’Opera Don Orione Don Alessandro D’Acunto, tra l’altro Presidente della Banda, in memoria dei musicisti, amici e Direttori scomparsi, tra cui il primo Maestro, Gaspare Rocca. Durante la funzione, le majorettes hanno letto la preghiera a Santa Cecilia. A fine appuntamento una cena conviviale, preparata dai volontari del Gruppo Musicale insieme, al Movimento Laicale Orionino, agli Amici di Don Orione e agli Ex Allievi.
È stata avviata in provincia di Piacenza la nuova iniziativa di Poste Italiane “Etichetta la cassetta”. Oltre a Piacenza e Castel San Giovanni, coinvolti nella campagna nove piccoli comuni (Agazzano, Alta Val Tidone, Gazzola, Gragnano Trebbiense, Pianello Val Tidone, Piozzano, Sarmato, Ziano Piacentino e Calendasco), dove i cittadini con cassetta “anonima” stanno ricevendo, in queste settimane, una comunicazione da parte dell’Azienda che li invita ad apporre le etichette con il proprio nome e cognome sulle cassette domiciliari e sul citofono condominiale. Le etichette da utilizzare, a strappo e adesive, sono state incluse gratuitamente nella lettera di avviso. Può avvenire infatti che, nonostante l’efficienza del servizio di smistamento della corrispondenza, la consegna finale sia resa oggettivamente impossibile da un piccolo elemento, all’apparenza poco significativo, ma determinante: l’assenza del nome e cognome dei cittadini sul citofono o sulla cassetta delle lettere, il che non permette la corretta identificazione del destinatario della corrispondenza. Poste Italiane, da sempre attenta a migliorare la qualità del proprio servizio nei confronti della popolazione su tutto il territorio nazionale e convinta che il miglioramento costante della qualità di prodotti e servizi offerti sia un elemento centrale della propria strategia, ha quindi deciso di intervenire interessando direttamente i cittadini e donando loro le etichette per farsi identificare e rendere così più agevole il lavoro quotidiano del portalettere. Particolarmente interessati da questa operazione sono i comuni con meno di 5.000 abitanti, un segmento significativo di popolazione a cui Poste Italiane sta dedicando ormai da due anni una particolare attenzione, per accompagnarne la riqualificazione e lo sviluppo sostenibile, come sottolineato dall’Amministratore Delegato Matteo Del Fante durante il recente incontro Sindaci d’Italia che si è svolto il 28 ottobre scorso a Roma. Attraverso il progetto “Etichetta la cassetta”, i cittadini sono invitati anche a comunicare l’indirizzo aggiornato ai propri mittenti abituali, in particolare i fornitori delle utenze, altro elemento che spesso complica il servizio di recapito. Inoltre l’Azienda ha avviato un percorso di collaborazione con le istituzioni locali in ottica di una reciproca e positiva condivisione per intervenire sulla toponomastica, perché la corretta esposizione delle vie e dei numeri civici contribuisce a rendere efficace il servizio, soprattutto nei territori periferici. L'iniziativa è coerente con i principi ESG sull'ambiente, il sociale e il governo di impresa, rispettati dalle aziende socialmente responsabili, che contribuiscono allo sviluppo sostenibile del Paese.
C'è tempo fino al 15 dicembre per iscriversi al concorso che premierà il presepe e la vetrina più belli a Ottone.
L'iniziativa, organizzata dalla parrocchia San Marziano in collaborazione con Comune e Pro Loco, si propone di promuovere sul territorio l'arte presepiale, facendo riscoprire la tradizione di costruire il presepe e vivendo così con più partecipazione il vero spirito delle festività natalizie.
Il concorso, a partecipazione gratuita, è aperto a persone singole o a gruppi e prevede una sessione riservata ai commercianti locali che potranno partecipare allestendo il presepe nelle proprie vetrine. La partecipazione è aperta anche alle scuole, che saranno premiate con materiale didattico. Il testo integrale del regolamento è disponibile sulle pagine Facebook della parrocchia, della Pro Loco e del Comune di Ottone.
La domanda di iscrizione deve essere presentata entro domenica 15 dicembre contattando Giulia (349.5590814) oppure il Comune di Ottone (0523.930122). I presepi potranno essere consegnati entro venerdì 20 dicembre al Museo di Arte sacra di Ottone, previo accordo con gli organizzatori, e lì rimarranno esposti e votati durante il periodo natalizio. Sono ammesse all'iniziativa anche le foto, in formato digitale, del proprio presepe.
La mostra dei presepi sarà inaugurata al Museo di Arte sacra (Piazza del Municipio, 1) nel pomeriggio del 22 dicembre. La premiazione del presepe e della vetrina più votati si terrà il 5 gennaio.
È possibile presentare anche, in formato cartaceo, poesie, racconti e ricordi sul Natale.
Si è riunita questa mattina, mercoledì 4 dicembre, nella sede centrale della Banca di Piacenza (Sala Ricchetti) la Commissione regionale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che ha affrontato il tema degli orientamenti dell’Autorità bancaria europea (Eba) in materia di esternalizzazione dei servizi, illustrati da Romano Stasi, segretario generale di ABI Lab (sempre maggiore è l’attenzione che le banche devono prestare verso i rischi legati alla sicurezza nella gestione dei sistemi informativi). Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti di Unicredit, Federazione Bcc Emilia Romagna, Banca di Piacenza, Cassa di Risparmio di Cento, Credito Emiliano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banco BPM, Banca Nazionale del Lavoro, La Cassa di Ravenna, Crédit Agricole, Monte dei Paschi di Siena, UBI Banca, Intesa Sanpaolo. Corrado Sforza Fogliani, coordinatore nazionale delle Commissioni regionali ABI, ha sottolineato l’importanza del ruolo che queste possono avere nei rapporti con le istituzioni, mentre in qualità di presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza, ha portato i saluti dell’Istituto di credito, ringraziando la Commissione di aver scelto Piacenza come sede della riunione. La commissione ha quindi esaminato la situazione del credito in Emilia Romagna, dove l’erogazione si è visto che cresce, così come crescono i depositi a causa dell’inerzia degli investimenti nelle imprese (pur in presenza di liquidità, non ci sono iniziative) e nelle famiglie, dove rallentano - in questo caso - per la mancanza di disponibilità. Nelle banche c’è dunque molta liquidità, sia perché il “cavallo delle imprese non beve”, sia per le difficoltà in cui versano le famiglie. Il condirettore generale della Banca Pietro Coppelli, nel suo intervento ha, tra le altre cose, illustrato ai colleghi le caratteristiche della Banca Dati Immobiliare Banca di Piacenza, il portale realizzato dagli uffici interni, e unico in Italia, che permette di eseguire varie interrogazioni e di ottenere informazioni relative alla tipologia, alla posizione, alla dimensione ed al prezzo - reale e non stimato - degli immobili situati a Piacenza e provincia. Al termine dei lavori, i componenti della Commissione hanno visitato Palazzo Galli, sede di rappresentanza dell’Istituto di credito di via Mazzini (dove lo stesso è nato nel 1936), ricevendo in dono una pubblicazione d’arte della Banca.
Dallo splendido complesso di San Vitale a Ravenna, patrimonio mondiale Unesco dal 1996, alle espressioni del “romanico emiliano” offerte dalle cattedrali di Piacenza, Parma, Fidenza, Modena (patrimonio mondiale Unesco dal 1997) e Ferrara, passando per la basilica di Santo Stefano a Bologna che riecheggia il Santo Sepolcro di Gerusalemme. E poi il Tempio Malatestiano di Rimini, dove Giotto realizzerà il suo crocifisso e la Biblioteca malatestiana di Cesena (nel Registro Unesco Memoria del Mondo dal 2005). E ancora le 23 strutture tra pievi, chiostri, abbazie, monasteri millenari e luoghi di culto che si trovano lungo alcuni dei 18 Cammini per viandanti e pellegrini dell’Emilia-Romagna e che hanno registrato più di 1.600 visitatori per la prima edizione di Monasteri aperti, l’appuntamento con l’arte sacra e la spiritualità frutto di uno stretto lavoro sinergico tra 10 diocesi emiliano-romagnole e una decina di associazioni di Cammini, che hanno contribuito alla realizzazione di un evento unico nel suo genere in Italia e in Europa. Tra questi figurano l’Abbazia di Nonantola (Modena), recentemente riaperta al pubblico dopo il restauro post terremoto, il Monastero di San Pietro a Modena, l’Abbazia e il Chiostro di San Colombano, a Bobbio (Piacenza), uno dei principali centri di cultura tardomedievale del Nord Italia, l’Abbazia di Sant’Ellero, nel forlivese, il Monastero Regina Mundi di Lagrimone, nel parmense e il Monastero benedettino francescano delle Sante Caterina e Barbara a Santarcangelo di Romagna (Rimini). Sono solo alcuni dei gioielli sacri che popolano l’Emilia-Romagna, un patrimonio storico, di arte e spiritualità che ora, attraverso un’azione comune e condivisa, viene messo al centro di un nuovo grande percorso internazionale pensato per i viaggiatori e i pellegrini. Dopo la prima convenzione del 2016, è stato siglato a Bologna il nuovo protocollo d’intesa sul turismo religioso, tra la Regione Emilia-Romagna e la Ceer -Conferenza Episcopale Emilia-Romagna – il primo del genere in Italia, che ha l’obiettivo di valorizzare e far conoscere a un pubblico più ampio i beni sacri, “nel pieno rispetto della tutela e delle esigenze proprie dei luoghi di culto, dell’attività pastorale, delle feste e delle tradizioni religiose”. A firmare l’intesa, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e Sua Eminenza il cardinale Matteo Maria Zuppi, alla presenza del vescovo emerito di Fidenza, monsignor Carlo Mazza, e degli assessori regionali Andrea Corsini (Turismo) e Massimo Mezzetti (Cultura). “Con questa intesa – per la quale ringrazio davvero il cardinale Zuppi e la Conferenza episcopale regionale - condividiamo l’impegno di valorizzare ancora di più luoghi storici e monumenti religiosi che sono parte integrante della vita delle nostre comunità - sottolinea Bonaccini -. Una stretta collaborazione che abbiamo ulteriormente rafforzato dopo il sisma del 2012, quando subito ci adoperammo per la riapertura dei luoghi di culto e nella ricostruzione successiva, con tante, importanti inaugurazioni anche nei mesi scorsi e nelle ultime settimane. Oggi, con l’accordo firmato, vogliamo fare un passo ulteriore per rispondere meglio anche all’esigenza di un turismo diverso e per poter favorire una lettura e una conoscenza del nostro territorio fuori dai percorsi più noti. In quattro anni le presenze turistiche in Emilia-Romagna sono aumentate di 15 milioni, passando da 45 ai 60 milioni del 2018, anche grazie a questo patrimonio inestimabile, che rappresenta il volto più spirituale della nostra regione. Forza di attrarre qui persone da ogni Paese dovuta anche al turismo culturale, accessibile, formativo ed etico legato all’arte sacra, ai cammini e alle vie di pellegrini di cui è ricchissima l’Emilia-Romagna”. Il protocollo d’intesa siglato dà attuazione a un accordo precedentemente firmato dalla Conferenza delle Regioni e dalla Cei. È valido cinque anni e rinnovabile per altri cinque e ha l’obiettivo di individuare azioni congiunte di programmazione e promozione finalizzate a garantire modalità di conoscenza, fruizione e valorizzazione dei beni ecclesiastici del patrimonio religioso materiale e immateriale da parte dei visitatori dei luoghi sacri (chiese, pievi, complessi monastici, santuari, musei, archivi, ecc). Il tutto nel rispetto di una accessibilità piena, non solo fisica, con un’attenzione particolare allo sviluppo di un turismo sostenibile, competitivo e di qualità, etico e responsabile e che si propone di favorire anche il turismo educativo attraverso viaggi di istruzione, visite guidate, vacanze studio e campi estivi. Inoltre, compito dei firmatari, anche quello di rafforzare gli itinerari religiosi, interculturali e interreligiosi ad hoc per ciascun territorio e un’informazione capillare sulle diverse iniziative e attività d’interesse turistico. Infine, è prevista anche una specifica formazione e un aggiornamento per le guide turistiche e gli operatori turistici e culturali sull’arte sacra e il turismo religioso. E per sviluppare l’intesa, che guarda anche alla valorizzazione dell’offerta turistica all’estero, è prevista l’istituzione di un tavolo permanente di lavoro che opererà a titolo gratuito, composto da un rappresentante della Ceer e altri quattro referenti indicati sempre dalla Conferenza episcopale regionale, due rappresentanti della Regione (nei settori del Turismo e della Cultura), un rappresentante dell’Ibc, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali e due di Apt di cui uno con funzioni di coordinamento.
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