“Percorsi Diversi” nello spazio espositivo permanente della biblioteca di Rivergaro presenta "Rivergro e dintorni" di Claudio Faccini dal 23 febbraio al 15 marzo. L'inaugurazione è prevista sabato 23 febbraio alle ore 17. Il titolo della mostra “Rivergaro e dintorni” di Claudio Faccini, allestita nello spazio espositivo permanente della Biblioteca di Rivergaro, presenta senza ombra di dubbio questo artista. Nato a Piacenza, cresciuto fra le colline della Val Trebbia, ne coglie tutto il fascino e le nascoste bellezze. Si lascia trasportare, ancora ragazzo, dalla passione per il disegno. Autodidatta non rinuncia a mettersi in gioco. Fogli bianchi, ceppi di legno e pareti domestiche diventano con matite e pastelli spazi e strumenti per cimentarsi. Si esprime attraverso le immagini del suo quotidiano, disegnando paesaggi, angoli di Rivergaro dove vive. La sua matita coglie lo sguardo, l’angolo di una via, un campanile, una piazza. Claudio parla al suo territorio, alle persone che come lui riconoscono e amano questi luoghi. Le Mostre dello Spazio “Percorsi Diversi” sono realizzate dal Centro di Lettura di Rivergaro in collaborazione con l’ass.ArTre e il Patrocinio del Comune di Rivergaro.
Nasce ufficialmente a Villanova sull'Arda, con la firma di mercoledì 20 febbraio, il Centro nazionale paralimpico del Nord Italia, una struttura moderna e innovativa destinata a diventare un punto di riferimento in ambito sportivo e sanitario non solo per l’Emilia-Romagna, ma per il Paese.
La sottoscrizione del Protocollo d’intesa tra Regione, Comitato Italiano Paralimpico, Comune di Villanova sull’Arda e Azienda Usl di Piacenza avverrà alle ore 12 all’ospedale Giuseppe Verdi di Villanova (via Dante Alighieri 23). A firmarlo saranno il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, il sindaco del Comune di Villanova sull’Arda Romano Freddi e il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Piacenza, Luca Baldino. Tra i partecipanti a questo storico momento anche associazioni del territorio, atleti ed ex pazienti del Centro di riabilitazione e Unità spinale della struttura sanitaria che sarà riconvertita a Centro nazionale paralimpico.
La struttura, storico presidio sanitario del territorio piacentino era stata voluta e donata alla comunità dal maestro Giuseppe Verdi.
Un trio tutto al femminile si è aggiudicato il podio della 15ª edizione del Concorso Internazionale Flaviano Labò: dalla Cina il soprano Gu Wenmeng (prima classificata), dalla Romania il mezzosoprano Florentina Soare (secondo premio) e dall’Italia il soprano Chiara Mogini (terzo posto).
Sarà possibile ascoltare le vincitrici al concerto in programma martedì 19 febbraio alle ore 18 all'Auditorium della Fondazione Piacenza e Vigevano (Piacenza, via Sant'Eufemia 12), dove saranno accompagnate al pianoforte da Emanuele De Filippis. La serata è a ingresso libero.
La finale della competizione organizzata da Fondazione Teatri e Amici della Lirica di Piacenza si è svolta domenica 17 febbraio in un'affollata Sala dei Teatini, al termine del concerto dei quindici concorrenti finalisti. Oltre ai tre riconoscimenti principali, è stato assegnato il Premio «Theatre & Music Production Centre State Opera Varna», dal direttore generale Daniela Dimova, al mezzosoprano Florentina Soare e al basso bulgaro Bozhidar Bozhkilov; Florentina Soare si aggiudica anche il ruolo di Meg nell'opera Falstaff al Teatro Municipale di Piacenza nella Stagione 2019/2020, riconoscimento assegnato dal direttore artistico della Fondazione Teatri Cristina Ferrari.
Altri due finalisti, il basso italiano Francesco Samuele Venuti e il baritono coreano Roh Hyunwoo, sono stati i prescelti per una settimana di studio offerta dal direttore artistico dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino Gianni Tangucci, mentre il baritono Lee Chi Hoon, in arrivo dalla Corea del Sud, si è aggiudicato una settimana di studio all'Accademia Verdiana di Parma, riconoscimento arrivato dal responsabile area artistica del Teatro Regio di Parma Cristiano Sandri.
L'edizione 2019 del Concorso Flaviano Labò ha brillato per l'alta qualità delle voci in gara e per i numeri significativi (oltre 120 concorrenti in arrivo da 17 Paesi di quattro continenti). La prestigiosa giuria era composta dalla presidente del concorso e degli Amici della Lirica piacentina Giuliana Biagiotti, da Alessandro Di Gloria, casting manager del Teatro Massimo di Palermo e consulente casting del Teatro Real di Madrid, da Daniela Dimova, direttore generale del Theatre and Music Production Centre di Varna, da Cristina Ferrari, direttore artistico della Fondazione Teatri di Piacenza, da Giovanni Gavazzeni, critico musicale, da Giovanna Lomazzi, responsabile casting del Teatro Sociale As.Li.Co di Como, da Cristiano Sandri, responsabile area artistica del Teatro Regio di Parma, da Gianni Tangucci, direttore artistico dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, e da Vittorio Terranova, direttore artistico del Concorso Internazionale di canto lirico "Ferruccio Tagliavini" di Graz (Austria).
Alle vincitrici sono stati assegnati rispettivamente 3500 euro (primo premio) e 2500 euro (secondo premio), offerti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano; a consegnare i riconoscimenti è stato il presidente Massimo Toscani. Il terzo premio (1500 euro) è stato offerto dall'Associazione Amici della Lirica di Piacenza. Partner del concorso anche la Fondazione Vittorio Polli e Annamaria Stoppani, Banca di Piacenza, Autostar e Luretta.
La Società Filodrammatica Piacentina presenta al Teatro President, sabato 23 febbraio alle ore 21, la commedia in dialetto piacentino “Mai dì mai”, scritta e diretta da GianCarlo Andreoli. La serata rientra nella Rassegna dialettale organizzata dalla Famiglia Piasinteina dedicata a don Luigi Bearesi. "Mai dire mai" è il motto ricorrente a commento dell’inaspettato, delle continue sorprese che i casi della vita presentano, ancor più nel mondo tribolato d’oggi di migrazioni epocali incontenibili.
Il taxista Rossetti aiuta una signora straniera, inaspettata cliente, per compassione. “Chi va al mulino s’infarina”, si giustifica il buon Rossetti, che per non lasciare la donna sola, di notte, in balia di chissà chi, la ospita in casa. Si scatena un seguito di sorprese, la prima gentilezza della moglie accogliente si volge in fastidio. Sono chiamati in causa la vicina di casa Luisa, il collega taxista Fausto, il medico di famiglia, il genero avvocato per risolvere la questione sempre più complicata. L’avventura in cui incappa il taxista Rossetti, è interpretata da Giorgio Molinaroli “Rossetti taxista”, Maria Luisa Travaini fa la “moglie di Rossetti”, Stefano Forlini “Fausto, collega di Rossetti”, Tiziana Innocenti “Sofia, ospite inaspettata”, Loredana Vallisa “Luisa, vicina di casa”, Giuseppe Orsi “Mario avvocato, genero di Rossetti”, Franco Balordi “medico di famiglia”.
C'erano tre ottime ragioni per vedere questo spettacolo allestito al President venerdì 15 febbraio dalla Compagnia teatrale della Famiglia Piasinteina, un’accoppiata di testi dialettali di Carella: “La t’è andà bein” e “Col cor in gula”. Anzitutto l’occasione più unica che rara di vedere due lavori carelliani minori (rispetto per esempio ai più famosi “Toot l’onor” e “Oh, che ratassada”) tenuti a lungo in ombra e in pratica quasi mai rappresentati, ed ora proposti con l’impagabile gusto di una cosa che è un po’ primizia e un po’ riscoperta. Poi l’occasione di ricordare Gianni Poggi con un festoso e vivacissimo, tenero e corale gran finale fra i tavoli d’una osteria. Infine l’occasione di scoprire Corrado Casati mentre recita: lui avvezzo e familiare a teatri e palcoscenici, stavolta lo vediamo e sentiamo anche recitare: poche battute, per la verità, e dette per di più con poca voce, ma in ogni modo in veste di interprete, anche se in fondo interpreta se stesso, pianista e direttore del coro.
Cosa volete di più? Vedere in scena anche il razdur Danilo Anelli? Eccolo, allora, in marsina e in maniche di camicia fra gli avventori dell’osteria a far combriccola con gli amici dello scudlein, del fiasco, della briscola e degli acuti, in un tripudio di bevitori, di cori, di canti, di tenori, dove Gianni Zucca diventa la controfigura dell’altro grande Gianni. Due Gianni – come uno dentro l’altro – per un “Libiamo” che è il momento più coinvolgente e alto della serata.
Non è come assistere alle opere maggiori di Carella, ma ci sono ugualmente sicuri motivi di interesse, di divertimento ed anche di riflessione e di nostalgia. Soprattutto per quelle scenette di umile vita familiare, quei battibecchi più sorridenti che acidi tra marito e moglie, quelle baruffe fra vicini che sembrano prese di sana pianta dalla realtà tanto sono vere, quelle atmosfere d’altri tempi, non artificiose ma autentiche. Il fatto è che Egidio Carella non è solo un commediografo, è anche senza saperlo e a modo suo uno storico: assistere ad una sua commedia – anche a questi suoi due atti unici – è un ripasso di storia strapiacentina. E’ un tenerci aggiornati non all’oggi, ma al nostro passato. Se non la data, l’epoca delle due vicende narrate sembrano darla i paginoni della vecchia Libertà quand’era in formato gigante sbandierati in bella evidenza in apertura di sipario, dietro le cui colonne in bianco e nero spunta poi la faccia ammiccante di Gigi Pastorelli.
Un trionfo per tutti i 22 attori e cantanti in scena, scesi fra gli scroscianti applausi finali in platea ai piedi del palco e ai lati della sala. E in cima alla bandiera, i due registi Pino Spiaggi e Corrado Casati. A coronamento d’una rappresentazione (con un grande pubblico) a cui devo dir grazie: mi ha dato modo di risentire una parola che non sentivo più dagli anni dell’infanzia, quando tornando a casa dopo aver giocato per le strade mia mamma attaccava a sgridarmi così: eccolo qua tutto dasbudlè...
"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria. "Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.