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«La cultura e l’arte per restare vive devono essere amate, altrimenti svaniscono»

Paolo Baldini

«Viviamo in un mondo dove prevale un atteggiamento distratto nei confronti della cultura, dell’arte e di tutte le forme di bellezza. Mentre la cultura ha bisogno della nostra attenzione, del nostro sostegno di pensiero. Dobbiamo riscoprire la passione per le cose e per la conoscenza: più sai, meglio vivi». Questo il pensiero espresso da Paolo Baldini (giornalista piacentino, critico cinematografico e blogger, dal 2001 al Corriere della Sera) alla presentazione del suo romanzo Hotel Rapsodia (OLIGO Editore CN - Casa Nuvolari) che si è tenuta al PalabancaEventi per iniziativa della Banca di Piacenza.

Un pensiero, un’idea che per sua stessa ammissione l’autore ha sempre avuto e attorno alla quale ruota il volume, un thriller concettuale («un giallo non convenzionale») dove il mistero a poco a poco viene svelato. Il racconto di un’indagine (condotta dal burattinaio Karol Dragadze e dalla naturalista Ellen Bellamy) che conduce a Utrecht, a un antico manoscritto del XVIII secolo, e poi a Venezia, Firenze, Bologna, Trieste: un viaggio emozionante per scoprire che larte, per restare viva, dev’essere amata. Altrimenti svanisce. E nell’opera il concetto viene rappresentato con una serie inspiegabile di crolli di chiese, statue, cattedrali, musei, dipinti, biblioteche: tutto finisce in polvere. Un tentativo dell’autore di far riflettere di fronte all’emergenza: «Che cosa succederebbe - si è chiesto Paolo Baldini - se a un certo punto la cultura ci abbandonasse?». Il libro è stato definito dall’autore «avventuroso, quasi un’opera buffa che diventa poi drammatico, non tanto per i crolli, ma per le vite delle persone che perdono di vista i punti di riferimento essenziali». Il giornalista del Corriere ha quindi portato un esempio: fare cultura non significa organizzare una conferenza, ma fare un percorso per arrivare a capire che cosa ci possono dare i personaggi protagonisti di quella conferenza. Il critico cinematografico ha posto l’accento sull’importanza del ruolo dei giornalisti («più informazioni abbiamo, meglio viviamo») con il loro compito di sviluppare gerarchicamente le notizie e ha criticato «la logica orizzontale dei social» contrapponendola alla verticalità dell’intelligenza, che è profondità. «I presidi culturali ci sono - ha ottimisticamente concluso Baldini - e ci troviamo nel bel mezzo di un cambiamento straordinario dove diventa difficile restare connessi. Lo sforzo deve essere quello di non essere disattenti anche verso le cose che ci riguardano direttamente: è necessario restare connessi con se stessi per capirci noi».

Il volume è stato idealmente sfogliato in dialogo con il giornalista Robert Gionelli, che ha ringraziato la Banca di Piacenza «per quello che fa nell’ambito della cultura» e presentato l’illustre ospite ricordando come Hotel Rapsodia «sia il primo romanzo ma non il primo libro» di Paolo Baldini che, per esempio, ha scritto anche di cose piacentine (a quattro mani con Mauro Molinaroli) in Un granello di sabbia e Poveri ma belli, occupandosi anche di un volume sul Piacenza calcio. Rimarcato anche il suo importante ruolo di critico cinematografico che lo ha portato a frequentare tutti i più importanti festival cinematografici, da Cannes a Venezia.

La presentazione è stata intervallata dalla lettura di alcuni brani del romanzo a cura di Lavinia Curtoni.

Nella foto, Paolo Baldini.

Pubblicato il 4 dicembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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