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«Teatri Aperti 2025»: un viaggio tra i palcoscenici della storia e del cuore

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Visit Emilia ripropone la rassegna “Teatri Aperti”, perché i teatri non sono fatti solo per lo spettacolo. Ma per quei momenti che accadono tra una rappresentazione e l'altra, nei corridoi dove risuonano ancora gli applausi di ieri, nelle poltrone di velluto che hanno accolto l'emozione di migliaia di sconosciuti uniti dallo stesso brivido. Dal 5 all'8 dicembre 2025, dodici teatri delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia (il territorio di Visit Emilia) aprono le loro porte per raccontarsi. Simone Fornasari, presidente di Visit Emilia, commenta: «Mi piace immaginare che aprire un teatro non è solo un gesto turistico, ma politico. Nel senso più nobile del termine: è prendersi cura della polis, della comunità, di quella parte di noi che ha bisogno di bellezza per non dimenticare chi siamo».

I 12 palcoscenici che partecipano a “Teatri Aperti 2025”

Il Teatro Regio di Parma, costruito per volere della duchessa Maria Luigia nel 1829, è un piccolo capolavoro neoclassico dove ogni doratura ha la grazia di un inchino. Le visite guidate, a pagamento, che durano circa 30 minuti. Si esce con la sensazione di aver toccato la musica, anche se non c’era nessuna orchestra.
Visite guidate: venerdì 5 dicembre alle 10:30 e 12:30.
Sabato 6 dicembre 10:30 – 11:30 – 15.30 – 16.30.

Il Teatro Farnese a Parma è un miracolo in legno. Costruito nel 1618 all’interno della Pilotta, il Teatro Farnese avrebbe dovuto crollare mille volte, invece è rimasto lì, testardo come un’idea che non vuole arrendersi. Tutto in legno, perfino la maestosità. Lo si visita in silenzio, senza guide né clamori. Perché il silenzio, in certi luoghi, fa più rumore di qualsiasi applauso.
Visite libere a pagamento dalle 9:00 alle 19:00.
In occasione di Teatri Aperti anche visite guidate, a pagamento, su prenotazione: venerdì 5 e sabato 6 alle 17:00, sabato 6 anche alle 11:30.

Il Teatro Verdi a Busseto è stato inaugurato nel 1868 e voluto dai bussetani in onore del Maestro, che però non ci mise mai piede. All’interno della Rocca Pallavicino, la sala a ferro di cavallo, i medaglioni dipinti con le muse del teatro e il busto di Verdi all’ingresso sono un pellegrinaggio laico per molti visitatori da tutto il mondo, che siano o meno, appassionati di lirica.
Visite guidate a pagamento e su prenotazione: domenica 7 e lunedì 8 dicembre, ogni 30 minuti dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:00.

Il Teatro Pallavicino a Zibello è piccolo, elegante e con quella grazia un po’ timida dei teatri di provincia. Il Pallavicino è stato inaugurato nel 1804 nel palazzo dei marchesi da cui prende il nome. Oggi apre gratuitamente le sue porte: si entra, si guarda la sala con i palchi lignei, il sipario d’epoca, e ci si stupisce.
Visite: sabato 6 e domenica 7 dicembre dalle ore 14 alle 18.

Nel Teatrino del Castello di Vigoleno le visite non sono solo “guidate”, ma animate. Il che significa che, tra le mura medievali e i mattoni antichi, si rischia di incontrare qualche fantasma gentile che vuole raccontarti la sua storia.
Il piccolo teatrino settecentesco è una bomboniera sospesa nel tempo, dove anche il silenzio sembra recitare.
Visite: sabato 6 e lunedì 8 dicembre, alle 10:30, 11:00, 15:00,16:30, 17:00.
Visita animata in atmosfera natalizia: domenica 7 alle 10:30, 11:30, 14:30, 15:30 e 16:30.

A Piacenza, la mappa del bello si chiude con due nomi blasonati: il Teatro Municipale, nato nel 1804 su disegno di Lotario Tomba e la Sala dei Teatini, chiesa sconsacrata diventata spazio teatrale. Nel primo si respira ancora l’aria dei melodrammi ottocenteschi, nel secondo quella delle sperimentazioni moderne. Insieme, raccontano che l’arte non si ferma mai: cambia palcoscenico, ma continua a recitare la vita.
Visite guidate domenica 7 e lunedì 8 dicembre, con due turni di visite (Teatro Municipale + Sala dei Teatini): alle 15:00 e alle 16:30.

Durante le visite guidate al Teatro municipale Romolo Valli a Reggio Emilia, si entra nel cuore segreto del palcoscenico reggiano: si scoprono la maestosità della sala a ferro di cavallo, i quattro ordini di palchi dorati, il sipario storico e i camerini dove vibra ancora l’eco degli artisti. Si esplorano i retroscena tecnici, il dietro le quinte dei grandi spettacoli e la storia affascinante di un teatro che da oltre un secolo incanta la città.
Visite guidate di 75 minuti: venerdì 5 dicembre alle ore 17:30, e alle 18:00.
Possibilità di visita guidata, su prenotazione, alla città alle ore 16:00 con ritrovo davanti all'ufficio IAT-R via Farini, 1.

Dedicato al musicista locale Bonifazio Asioli, il Teatro Bonifazio Asioli a Correggio (RE) sembra quasi un “salotto” dell’Ottocento. Una sala raccolta, i palchi ben conservati e l’atmosfera da casa di famiglia dove l’arte è un’abitudine. È possibile assistere a concerti, spettacoli e mostre.
Visita guidata: sabato 6 dicembre alle ore 10:30.

La visita del Teatro Giovanni Rinaldi a Reggiolo (RE), intitolato a Giovanni Rinaldi, illustre musicista del XIX secolo, rappresenta un’anteprima in vista dell’apertura ufficiale che avverrà nel 2026. Il teatro è annoverato tra i primi 60 teatri storici d’Italia. Le Visite guidate, oltre che al Teatro, prevedono Palazzo Sartoretti, l’esterno della Rocca medievale, i musei temporanei e la 30° mostra dei Presepi.
Visite guidate: lunedì 8 dicembre. Ore 10:30 e 15:00.

Nel silenzio raccolto di Guastalla (RE), il Teatro Ruggero Ruggeri sembra un piccolo scrigno di meraviglia. Nato nel 1671 per volere dei duchi Gonzaga, custodisce ancora la grazia barocca dei suoi palchi a ferro di cavallo e l’intimità delle sue decorazioni seicentesche. Intitolato al grande attore Ruggeri, oggi ospita spettacoli di prosa, musica e danza.
Visita guidata: lunedì 8 dicembre con breve percorso storico nel centro e visita al teatro.  Ritrovo davanti Palazzo al Ducale, strada Gonzaga alle ore 16:00.

Il Teatro Herberia a Rubiera (RE) non si visita in silenzio: lo si ascolta. Perché le sue visite sono accompagnate dalla musica, come se il teatro stesso avesse bisogno di ricordarti che è vivo. Il Teatro Herberia aprì il sipario nel 1926, mostrandosi in una struttura tardo Liberty ideata dall’ing. Antonio Panizzi e dall’arch. Italo Costa.
Visite guidate gratuite in due turni alle 18:00 e alle 19:00 "Alla scoperta del centenario del Teatro Herberia", prenotazione consigliata. Alle 21:00 concerto musicale dei Gospel Experience. Durante l'apertura, raccolta di memorie e ricordi della comunità di Rubiera sul Teatro Herberia e buffet offerto ai partecipanti. A dicembre, quando il mondo corre verso il Natale, è bello entrare in un teatro vuoto che aspetta di essere riempito. Non di spettatori, ma di persone che hanno ancora voglia di commuoversi.

Pubblicato il 3 dicembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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