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Dopo «Seventyfive Bpm» Tiramani lavora ad un nuovo cortometraggio sulla donazione di organi

Briciole al cielo Tiramani

Parte da Piacenza un nuovo progetto cinematografico che si occupa del tema della donazione degli organi. “Briciole al cielo” è il titolo del cortometraggio che sarà girato a Genova e a Torino ma che è prodotto dal Cineclub Piacenza “Giulio Cattivelli”. Lo stesso Cineclub che ha ottenuto lo straordinario successo con “Seventyfive Bpm” che è stato tradotto in varie lingue (compreso il cinese) e che ha toccato i 100.000 spettatori in tutti i 5 continenti con il suo messaggio di solidarietà. Film che è stato presentato ufficialmente al Senato della Repubblica e poi all’81a mostra del cinema di Venezia. Proprio da quell’esperienza sta nascendo questa nuova opera: una mamma genovese - visto quel cortometraggio - ha preso contatto con il regista Gian Francesco Tiramani per raccontargli che aveva vissuto realmente, da poco, quello che si narrava nel film stesso, essendo suo figlio di 5 anni appena stato trapiantato di cuore. Da lì è nata l’idea di raccontare la storia del ritorno alla vita del piccolo Giordano che, dopo 7 mesi passati in ospedale con il cuore artificiale, ha ricevuto in dono un nuovo cuore. “Ho voluto incontrare questa famiglia genovese e sono rimasto davvero colpito dal percorso che ha affrontato negli ultimi mesi e così è nata la scrittura del soggetto e della sceneggiatura, ricalcando la realtà”, racconta Tiramani. “Grazie anche al primario dell’Ospedale Regina Margherita di Torino – dottor Carlo Pace Napoleone – che aveva operato Giordano e che è rimasto subito entusiasta dell’idea, il progetto ha preso il via concretamente”.

Importante anche il supporto dell’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici (con la presidente Marina De Nardo), organizzazione che mette a disposizione delle famiglie dei piccoli pazienti, spesso in arrivo da altre regioni, alloggi e supporto logistico. L'obiettivo principale del film – che sarà presentato in tutta Italia – è di dare un segno concreto di speranza alle 8.000 persone (ed ai loro famigliari) che sono in attesa di un organo per continuare a vivere. Il regista Tiramani ha voluto al suo fianco collaboratori di assoluto livello nel panorama cinematografico italiano: direttore della fotografia sarà Alessandro Zonin i cui lavori sono premiati nei più importanti festival in tutto il mondo, mentre il montaggio sarà affidato a Giorgia Scalia che ha firmato diverse opere riconosciute per la grande qualità professionale ed artistica. Il tema musicale sarà scritto dal maestro Paolo Burzoni, docente al Conservatorio Nicolini di Piacenza. Il cortometraggio sarà girato con i veri interpreti della storia proprio all’interno dei reparti dell’Ospedale torinese destinato ai bambini e nella casa genovese di Giordano. Le riprese saranno quasi completamente “in soggettiva”, ovvero dal punto di vista del piccolo Giordano, sia per le scelte narrative che per la posizione delle macchine da presa: una scelta decisamente impegnativa per la troupe ma che è considerata molto stimolante. Solo alla fine del cortometraggio si svelerà il perché del titolo “Briciole al cielo”. Altro aspetto originale riguarda il tema musicale che accompagnerà il film; in occasione delle varie proiezioni, si potrà disabilitare l’audio musicale originale per dare spazio a musicisti del luogo che saranno chiamati ad interpretare personalmente il tema stesso, suonando dal vivo come si faceva ai tempi del cinema muto. In questo modo il film si rinnoverà ogni volta e si rafforzerà il legame con il territorio grazie al coinvolgimento dei musicisti locali. Le riprese inizieranno nelle prossime settimane e ci saranno diversi supporti privati ed istituzionali: Aido nazionale è stata la prima organizzazione a fornire il patrocinio, riconoscendo il grande valore del film.

Pubblicato il 15 luglio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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