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Bandiera Gialla: dalla musica al teatro i magnifci anni Settanta raccontati dai protagonisti

gialla

Incontro-evento venerdì 4 novembre in Santa Chiara con Eleonora Bagarotti, Diego Maj, Romano Gromi, dj Vaccari, Alberto Dosi
 

Dal teatro sperimentale ai locali, dai Beatles alle band e alle radio libere, quello fra gli anni 60 e 70 fu un tempo rivoluzionario anche per la musica e per il teatro piacentini. Un periodo raccontato con le belle immagini di Prospero Cravedi in mostra in Santa Chiara fino al 13 novembre e a cui è dedicata una serata-evento in programma per venerdì 4 novembre negli spazi interni alla mostra (ore 17.30).

L’incontro, intitolato “Bandiera gialla” come la celebre canzone del piacentino Gianni Pettenati, sarà animato da tanti protagonisti di quegli anni e condotto dalla giornalista Eleonora Bagarotti insieme al presidente di Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi.

Saranno presenti il direttore artistico di Teatro Gioco Vita Diego Maj, Romano Gromi e Paolo Contini del gruppo teatrale La Canea; Mario Mistraletti, proprietario della celebre discoteca People; il collezionista e grande esperto beatlesiano Alberto Dosi; Francesco Paladino, autore e conduttore di un programma musicale su Radio Piacenza Centrale; Rita Nigrelli di Radio Sound; Carlo Francou, Roberto Barocelli e Antonio Mosti, musicisti del gruppo La Metamorfosi; John Mezzadri dei Marcellos Ferial e Max Marchini, che con Franz Soprani fece parte della band La Pattona e il mitico dj Vaccari. Tra il pubblico sono attesi altri cantanti e musicisti piacentini, tra i quali John Mezzadri dei Marcellos Ferial.

L’evento si svolge nell’ambito della mostra Tempi e volti di una comunità, la selezione di immagini tratte dall’archivio di Prospero Cravedi allestita negli spazi di Santa Chiara (Stradone Farnese 11) a cura del professor Paolo Barbaro, docente dell’Università di Parma e allestita dallo Studio E Tre di Piacenza.

Ricordiamo che l’apertura della mostra è stata prorogata fino a domenica 13 novembre e che l’esposizione è aperta al pubblico, a ingresso gratuito, da martedì a venerdì dalle ore 16 alle 19.30, sabato e domenica dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30.


Nella foto, Diego Maj durante uno spettacolo del Teatro gioco vita sullo Stradone Farnese, Piacenza 1975.

Pubblicato il 3 novembre 2022

 

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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