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Andrea Pennacchi a Veleia in «Una piccola Odissea»

Andrea Pennacchi foto di Sonia de Boni

Per la sua prima volta al Festival di Veleia, Neri Marcoré ha regalato al foltissimo pubblico un concerto raffinato, poetico e coinvolgente con musiche di De André, Battiato, De Gregori, Capossela, Gianmaria Testa, Ivano Fossati… Quindi, dopo l’incanto musicale, lunedì al Festival di Veleia l’‘effetto Barbero’ ha colpito ancora: la “rockstar” è’ tornata!
Uno stupendo Alessandro Barbero ha guidato il pubblico oceanico intervenuto da tutta Italia per applaudirlo, in un’avvincente cavalcata attraverso la Storia! Neanche il vento fortissimo ha intaccato il fascino ipnotizzante dello storico più amato d’Italia che ha dato vita ad una conferenza scenica sul tema della guerra nei secoli, dall’antica Roma alla conquista delle Folkland. Rigore storico, originalità narrativa, empatia, passione civile e il dono unico e inimitabile di avvincere e sedurre restituendo in una conferenza, l’esito delle sue ricerche: questo è Alessandro Barbero!

Stasera 10 luglio  invece prima volta al festival di Veleia per Andrea Pennacchi con la sua “piccola Odissea” ispirata al poema epico di Omero. Una rappresentazione intima a più voci, un racconto personalissimo in cui l’attore – noto al grande pubblico anche per il fortunato personaggio del “Pojana” – mette tutto il suo mondo, ritrovando, a partire dal capolavoro omerico, i ricordi dell’infanzia, nucleo rovente in cui ha preso forma l’amore per il racconto. Impreziosita dalle musiche dal vivo, assisteremo a Veleia ad una rilettura delle vicende di Ulisse, in cui Pennacchi, come l’eroe omerico, “ritorna a casa” attraverso la sua memoria, dimostrando ancora una volta quanto l’opera del cantore greco sia un classico senza tempo. 

«Sono venuto in possesso di una copia dell’Odissea abbastanza presto: quand’ero alle medie, mio padre gestiva lo stand libri […].Non c’era differenza, per me, tra Tolkien e Omero, era una grande storia, anzi una storia di storie, in cui non faticavo a riconoscere le persone che amavo […] – dice Pennacchi - L’Odissea è stata definita: “un racconto di racconti”, una maestosa cattedrale di racconti e raccontatori, attraversata da rimandi ad altre storie, miti, in una fitta rete atta a catturare il lettore. Abbiamo pensato di restituirne il sapore di racconto orale proponendone una versione a più voci, che dia il giusto peso anche alla ricca componente femminile e al ritorno vero e proprio».

Ultimi biglietti ancora disponibili sul sito www.veleiateatro.com

Pubblicato il 10 luglio 2025

Nella foto, Andrea Pennacchi. (foto Sonia de Boni)

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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