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«Se non ci fosse stata Cronaca»: il 29 ottobre al PalabancaEventi si presenta il libro di Emanuele Galba

Copertina

“La felice parentesi vissuta da Piacenza nel decennio 2002-2012 quando il secondo quotidiano cartaceo (prima La Voce, poi La Cronaca, ndr) garantiva il pluralismo di un’informazione dove i giornali online erano ancora agli albori”. Un periodo raccontato nelle pagine del libro “Se non ci fosse stata Cronaca” (Edizioni Tep arti grafiche) da Emanuele Galba, che dell’edizione piacentina del quotidiano (edito da Nuova Informazione di Cremona) è stato il responsabile.
Il volume verrà presentato mercoledì 29 ottobre, alle 18, al PalabancaEventi di via Mazzini - per iniziativa dell’Associazione culturale Luigi Einaudi in collaborazione con la Banca di Piacenza - dall’autore in dialogo con Giovanni Volpi (direttore de Ilmiogiornale.net e autore della prefazione) e Carlo Giarelli (medico chirurgo, giornalista e saggista, che del quotidiano di via Chiapponi è stato editorialista); i saluti introduttivi saranno portati dal presidente dell’Associazione Einaudi, Danilo Anelli.
Nella prefazione La Cronaca di Piacenza viene definita «fucina di talenti e scuola di buon giornalismo» e la sua storia «intensa e vitale, ricca di notizie pungenti e puntuali», descritta nelle pagine del libro con una selezione di articoli, copertine e tanto altro. «È la storia ancora attuale di un quotidiano che in quegli anni - conclude il direttore Volpi - ha raccontato Piacenza e i suoi protagonisti come nessuno aveva mai fatto prima, in nome della libertà d’informazione».
Ingresso libero con prenotazione (; 0523 542441; telefonare nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, 9-13 / 15-17).
Agli intervenuti, con precedenza ai primi soci e ai primi clienti prenotati, sarà riservato il volume fino ad esaurimento copie.

Pubblicato il 24 ottobre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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