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Tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia per scoprire i murales più affascinanti

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L’Emilia è una destinazione ricca di opportunità e di attrazioni per i giovani, che trovano nel connubio tra cultura, natura ed enogastronomia, un concentrato di eventi e di idee molto innovative e stimolanti. Le arti visive, la street art, i murales sono espressione di un territorio eclettico pronto a lasciarsi scoprire da variegati punti di vista. D’altronde l’Emilia, che abbraccia le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia è la terra dello slow mix dove ogni vacanza è unica, sorprendente ed eterogenea, anche per i più giovani, ma non solo.

La street art di Piacenza
A Piacenza tra i murales di maggiore rilievo c’è quello realizzato sulla facciata del complesso dell’ex convento di Santa Chiara da Tony Cuboliquido. La rappresentazione allude a un progetto di recupero di conversione del complesso in una cittadella per studenti universitari e soggetti fragili, qui rappresentati, insieme a varie figure di suore clarisse, ordine che un tempo qui risiedeva. Sono dedicati a Dante, invece, i due murales che dipingono il lungo muro di 80 metri che parte dall’inizio di piazzale Milano fino alla Wall Street School di viale Risorgimento di Piacenza, opera del lavoro di squadra di due street artists piacentini: Fabio Guarino e Antonio Catalani in collaborazione con associazioni dell’ambito sociale.

Bersani di Gropparello (PC), il borgo delle fiabe
Imperdibile e suggestivo, il piccolo borgo di Bersani, nel Comune di Gropparello (PC). È un vero e proprio paese delle favole ed è bello perdersi tra i vicoli alla scoperta dei numerosi dipinti che raffigurano sulle case alcune delle più celebri fiabe tradizionali, tra cui Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Alice nel paese delle meraviglie, il Pifferaio magico, ma anche Peter Pan e Hansel e Gretel.

Fantastica Emilia tra castelli e cosplayer
Favole più moderne e non meno affascinanti sono quelle narrate dai Castelli del Ducato che hanno invitato i migliori cosplayer italiani ad immergersi nelle vicende degli storici manieri, musei, rocche, borghi storici, nel segno di una “Fantastica Emilia”. In programma, aperitivi al tramonto sulla torre di un castello sognando Ladyhawke, giochi di ruolo stile escape nelle fortezze tra fantasmi e leggende, picnic curatissimi tra giardini romantici in antiche dimore ma soprattutto la magia di castelli da fiaba che incontrano i migliori giovani cosplayer a tema fantasy, storico, letterario, come la giovanissima emiliana @Dayra.cos, sulla scia di grandi passioni per fumetti, arte e cartoon da condividere sui social network. I cosplayer che desiderano candidarsi per essere i nuovi ambasciatori di questa Fantastica Emilia, ed avere a disposizione gratuitamente location da favola per i loro shooting fotografici, sono invitati a candidarsi scrivendo a

Il Fidenza Village StreetArt Festival
È il primo festival phygital di street art in Italia, il Fidenza Village StreetArt Festival, che fino al 23 giugno 2022 coinvolge tredici artisti italiani e internazionali di altissimo livello che creeranno nel villaggio dello shopping una piattaforma espositiva di murales tutti da vivere. Gli artisti stanno realizzando opere fisiche e opere digitali NFT (Non Fungible Token, veri e propri pezzi unici di arte digitale da collezionare) i cui proventi saranno devoluti alla Onlus Make-A-Wish®, un’associazione benefica che ha l’obiettivo di realizzare i desideri dei bambini affetti da gravi patologie. Con la direzione artistica di Lucamaleonte, il festival è un’occasione unica per ammirare 10 grandi murales, tra cui le rappresentazioni poetiche e oniriche di Seth, popolate da bambini, le protagoniste femminili lontane dagli stereotipi di Lidia Cao, le figure quasi astratte, a metà tra arte e grafica degli Orticanoodles, il mondo dei fumetti di Sara Pichelli, la natura e gli animali di Lucamaleonte, l’astrattismo di Giulio Vesprini fino alle coloratissime illustrazioni di Karan Singh. Ma si potranno osservare da vicino anche le esibizioni degli artisti in live painting perfomance. Lo StreetArt Festival andrà anche oltre i confini del Villaggio. Alcuni artisti, infatti, realizzeranno opere anche a Parma e Reggio Emilia.

I Muri liberi di Parma
A Parma, un regolamento comunale consente di promuovere la realizzazione di murales su spazi pubblici e privati, come espressione di valorizzazione culturale e turistica del territorio, ma anche come riqualificazione degli ambienti urbani. Nel 2022 sono stati istituiti i “Muri liberi” per incentivare gli artisti a produrre le loro opere, favorendo l’uso di colori che assorbono la CO2.
Così, passeggiando nel quartiere parmigiano di Oltretorrente, si può riconoscere il murales “La Metamorfosi” realizzato dagli artisti Rise The Cat + Pepe Coi Bermuda in Vicolo Grossardi. Si tratta di una delle opere collaterali dell’iniziativa del Comune di Parma “Around Banksy” realizzate in occasione della mostra dedicata a Banksy e conclusasi nel gennaio 2022. Tra queste anche i disegni di “Under Yard. Don’t call us street artists”, la jam dedicata al tema della multiculturalità nel sottopasso ferroviario di via Trieste. In via Farini sul muro di palazzo Tarasconi, in occasione della mostra dedicata all’artista, è comparso un presunto Banksy. Infine, in provincia di Parma, il paese di Sesta, nel Comune di Corniglio, è completamente dipinto con opere del pittore Madoi anche con ritratti di personaggi famosi, da Sophia Loren a Pier Paolo Pasolini.

A caccia di murales tra storia e contemporaneità a Reggio Emilia
Reggio Emilia, città di arte contemporanea, è particolarmente ricca di murales da scovare. Imperdibile la grande opera di street art “Come se piovesse” di Daniele Castagnetti e Hang alla biblioteca di San Pellegrino – Marco Gerra, con il suo cielo azzurro che sovrasta una casa fatta di libri, tra animali simbolo di saggezza e di coscienza. Un inno alla cultura che salva dall’ignoranza. Bellissimo anche il murales “Ubuntu” dello stesso Castagnetti sulle mura della palestra della scuola “Carlo Alberto Dalla Chiesa” realizzato in occasione del centenario della nascita di Nelson Mandela: 6 mani di diversi colori raffigurano i continenti della terra e formano la parola “ubuntu”, significato di pace e connessione tra i popoli. Al campione dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant, cresciuto a Reggio Emilia, e a sua figlia Gianna, entrambi scomparsi in un tragico incidente, è dedicato il grande murales nel campetto del parco il Noce, il campo di basket più frequentato della città, il quale ricopre un antico gabbiotto ridandogli vita.
Frutto di un lavoro collettivo, il murales dedicato ai diritti umani è una creazione di tantissimi ragazzi reggiani, autori di diversi disegni realizzati su mura diverse, tra Via XX Settembre e Largo Marco Gerra.
È tra i più noti della città, il murales di Casa Manfredi a Villa Sesso, vicino all’autostrada A1. È l’unica casa partigiana presente a Reggio Emilia, sulla quale nel settembre 2020 è stata inaugurata l’opera di street art di Fabio Valentini in arte Neko e Marco Temperilli in arte Maik, dal titolo “Partigiano Reggiano”, un omaggio alla memoria dei martiri della Resistenza, 5 persone della famiglia Manfredi uccise dai fascisti perché sorprese ad ascoltare Radio Londra, e altre persone della famiglia Miselli che diedero la vita alla guerra di Liberazione. Questo murales si aggiunge alle opere di street art che - dai volti dei partigiani del quartiere Foscato all’opera per i 40 anni della strage alla Stazione di Bologna - punteggiano la geografia civile di Reggio Emilia. Chi sbucherà dal sottopasso dell’autostrada si troverà di fronte il grande murales, ma anche 8 pannelli in cui è raccontata la storia di Villa Sesso compresa fra il 1944 e il 1945, e sulla recinzione di Casa Manfredi le foto che illustrano questa storia. Quando si giunge a Reggio Emilia con il treno, una delle prime strutture visibili è l’enorme capannone grigio con la scritta gialla che indica le “Reggiane”. Uno dei circa 20 capannoni, che formava le Officine Meccaniche Reggiane, area industriale dismessa che racconta 100 anni di storia italiana e della città, dal 1901 al 2008. Un luogo di memoria della storia economica e sociale di Reggio Emilia, oggi luogo di storie di street art, una variegata urban gallery, affascinante da scoprire e che si può ammirare anche virtualmente sul sito www.reggianeurbangallery.it, esperienza di narrazione e attraverso interattiva.

Pubblicato il 14 aprile 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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