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Pubblicata una guida alle cantine dei colli piacentini

Guida alle cantine

Centosettanta cantine, duecentodieci pagine, un solo territorio. Sono i numeri che sintetizzano la Guida alle cantine dei Colli Piacentini, nuova pubblicazione edita da Gm Editore e presentata nei giorni scorsi presso la sede della Provincia di Piacenza. Il volume - patrocinato dal Consorzio di tutela vini Doc Colli Piacentini, dalla Strada dei vini e dei sapori dei Colli Piacentini, dal Gal del Ducato ma anche dai Comuni di Ziano Piacentino e di Alta Val Tidone - è stato concepito non solo per dare il giusto e doveroso risalto al competente e appassionato lavoro dei tanti viticoltori disseminati un po’ ovunque sul nostro territorio provinciale, ma anche per fornire ai turisti e agli appassionati della cultura del vino un’agile bussola per meglio orientarsi in questo mondo affascinante e sempre più vasto. Al tavolo dei relatori, a presentare la guida, i sindaci di Alta Val Tidone e di Ziano Piacentino, Franco Albertini e Manuel Ghilardelli, il Presidente del Consorzio vini Doc Colli Piacentini, Marco Profumo, l’editore Giovanni Marchesi, il giornalista Robert Gionelli, copywriter della Guida, e il responsabile commerciale dell’iniziativa, Riccardo Palmerini. “In questo prodotto editoriale, ben progettato ed esteticamente piacevole - ha evidenziato il Presidente Profumo - trovano voce i produttori e i vini tipici del nostro territorio, presentati ciascuno con la propria peculiare identità e vocazione specifica. Attraverso diverse proposte di accoglienza enoturistica, inoltre, la guida si configura come un supporto utile per quei viaggiatori, sempre più numerosi, in cerca di esperienze slow e sostenibili, in cui la degustazione di un vino diventa l’occasione per scoprire e rispettare l’anima più autentica di un territorio, fatta di ospitalità, eccellenze enogastronomiche e culturali, relazioni umane e valorizzazione delle risorse locali”.

Un importante strumento per far conoscere il nostro territorio

Concetti rimarcati anche dall’editore Marchesi, che ha posto l’accento proprio sul territorio e sul gioco di squadra che ha permesso di dare alle stampe la Guida, che verrà distribuita in ambito nazionale. “Abbiamo voluto offrire ai nostri vignaioli e al territorio un ulteriore strumento di promozione e di comunicazione, in grado di mettere in risalto sia l’impegno, il lavoro e la professionalità di chi opera in questo mondo, sia questo straordinario valore aggiunto dei Colli Piacentini rappresentato appunto dalle nostre produzioni vitivinicole. Doveroso un ringraziamento alla Banca di Piacenza, alle Istituzioni, agli Enti e alle Associazioni di categoria che hanno patrocinato e sostenuto questa iniziativa editoriale, ma anche a tutto il gruppo di lavoro che ci ha permesso di realizzare questo progetto”.
La Guida alle cantine dei Colli Piacentini si apre con una ricca parte introduttiva dedicata alla storia e alle peculiarità della viticoltura piacentina, ai vini prodotti sul territorio e alla classificazione delle tipologie di terreni. “Ci siamo basati su un criterio di natura geografica - ha aggiunto Gionelli - con la suddivisione del territorio nelle quattro principali vallate, inserendo le cantine in rigoroso ordine alfabetico. Il tutto, senza ergerci a giudici o esaminatori, senza voti, giudizi o commenti personali ma limitandoci a presentare ogni cantina con la propria storia, il proprio territorio e i vini prodotti”. La Guida alle cantine dei Colli Piacentini è stata realizzata con il sostegno di Banca di Piacenza, Condifesa, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Confapi, Cna, Piacenza Expo, Confesercenti, Unione Commercianti e Federalberghi Piacenza.

Pubblicato il 13 maggio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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