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Rivivere la cultura ribelle: le foto di Cravedi raccontano gli anni irripetibili di Piacenza

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Un tamburo che batte il ritmo di una generazione. Giovani in corteo per le strade di Borgotrebbia. Un poeta che declama i suoi versi tra la folla in Piazza Cavalli. Una compagnia teatrale che porta Shakespeare in scena sotto gli occhi di una città in fermento.

Sono istantanee di un’epoca irripetibile, fissate per sempre negli scatti di Prospero Cravedi, testimone visivo di una stagione culturale vibrante che ha attraversato Piacenza tra gli anni 70 e i primi anni 80. Un periodo in cui l’avanguardia nasceva dalla strada, dal basso, e riusciva a tenere la città agganciata ai grandi movimenti artistici e sociali del tempo.

Attraverso una selezione di immagini storiche e le testimonianze di alcuni dei protagonisti, l’evento DISQUILIBRIO E ARTIFICIO - LA CULTURA SI FA STRADA ci porta dentro quegli anni mitici ed esplosivi: happening artistici, teatro d’avanguardia, performance poetiche, sperimentazioni, grandi utopie che hanno investito tutta la società e lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Un’occasione unica per riscoprire la Piacenza ribelle, creativa, rivoluzionaria.

All’incontro, che si terrà sabato 22 marzo alle ore 15 presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via S. Eufemia 12, Piacenza) interverranno: Mario Magnelli, vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano; Diego Maj, fondatore di Teatro Gioco Vita; Marco Vegezzi, curatore dell'archivio Vegezzi; Paolo Contini, Gruppo teatrale La Canea; Giovanni Smerieri, psichiatra, psicoterapeuta, già direttore Riabilitazione Psichiatrica Ausl Piacenza; Paolo Barbaro, docente di Storia della Fotografia all’Università di Parma. L'incontro sarà coordinato da Giorgio Lambri, giornalista di Libertà.

DISQUILIBRIO E ARTIFICIO - LA CULTURA SI FA STRADA è un evento collaterale alla mostra PIACENZA, LA CITTÀ CHE CAMBIA - Luoghi e volti della realtà urbana - Fotografie di Prospero Cravedi, allestita nello Spazio Mostre della Fondazione, in Via S. Eufemia 13, alla quale sarà possibile accedere al termine della conferenza con visita guidata. La mostra è aperta fino al 30 marzo, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 19.

Pubblicato il 18 marzo 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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