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Nuovi cavalieri per l'Ordine Costantiniano di San Giorgio

Foto gruppo Dame e Cavalieri 1

In occasione dell’annuale ricorrenza della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce – una delle più importanti dell’anno liturgico per il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio – martedì 16 settembre, presso la chiesa di San Dalmazio, in via Bernardino Mandelli a Piacenza, si è celebrata la funzione liturgica presieduta da monsignor Arnaldo Morandi, segretario generale dell’Ufficio del Gran Priore, coadiuvato dai sacerdoti don Stefano Antonelli, don Davide Benini, don Giuliano Scotton e don Marcello Mantellini. E’ stata data lettura del messaggio del Gran Priore del Sacro Militare Ordine Costantiniano, cardinale Marcello Semeraro, e del messaggio del Priore Gianni Ambrosio vescovo emerito di Piacenza-Bobbio.

Al termine della celebrazione eucaristica, a cui hanno fatto parte rappresentanti di altri Ordini cavallereschi oltre che un elevato numero di Dame e Cavalieri dell’Ordine Costantiniano, il cav. di Giustizia Conte Gian Luca Mattioli Belmonte Cima e il cav. uff. dottor Pietro Coppelli, rispettivamente in qualità di Delegato e Vicario per l’Emilia Romagna del Sacro Militare Ordine Costantiniano, hanno insignito del cavalierato il generale Daniele Durante, direttore del Polo Nazionale Rifornimenti di Piacenza, il generale Roberto Cernuzzi, direttore del Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza, il colonnello Daniele Paradiso comandante del Secondo Reggimento Genio Pontieri.

Il prof. Massimo Franchi, rappresentante per Parma dell’Ordine Costantiniano, ha consegnato al Primo Maresciallo Luogotenente Francesco Piermarini il diploma di Benemerenza in considerazione dei suoi particolari meriti.

L’impegno che l’Ordine Costantiniano ha assunto nel contribuire a favore del territorio di appartenenza con opere caritatevoli è stato rimarcato nell’intervento del Delegato che ha ringraziato il nutrito gruppo di Dame e Cavalieri costantiniani di Piacenza per la loro costante ed assidua opera di attenzione ai bisognosi e alle persone in difficoltà.

Pubblicato il 18 settembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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