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«Silenzio, l'enigma del verso», il 23 appuntamento alla Galleria Alberoni

VOLTI CRISTO ANTONELLO

Giovedì prossimo 23 maggio si terrà l’ultimo degli eventi collaterali alla mostra Silenzio. L’enigma del verso, che presenta il Cristo di spalle realizzato da Omar Galliani, in dialogo silenzioso con l’Ecce Homo di Antonello da Messina e una selezione di opere del maestro del disegno dedicate alla Passione di Cristo esposte nella sala espositiva della Galleria Alberoni.
Sarà il prof. Alessandro Malinverni, a concentrare l’attenzione sulla perla della collezione artistica alberoniana, accompagnando il pubblico in un viaggio attraverso i capolavori del Maestro messinese che raffigurano il Volto di Cristo.
Lo storico dell’arte Alessandro Malinverni è autore di un libro intitolato Ecce Homo di Antonello da Messina, edito da Tep Arti Grafiche, pubblicato nell’autunno 2020 per iniziativa di Banca di Piacenza.
Il volumetto sarà per l’occasione in vendita a prezzo scontato presso la Galleria Alberoni.
L’evento di giovedì 23 maggio è costituito da due momenti:

alle ore 17.15: ritrovo all’ingresso della Galleria Alberoni e visita guidata dallo stesso Alessandro Malinverni, all’Ecce Homo o Cristo alla colonna di Antonello da Messina, custodito ed esposto nell’Appartamento del Cardinale. Sarà l’occasione per osservare, di fronte al capolavoro assoluto della raccolta alberoniana, anche il Cristo di spalle dipinto da Omar Galliani.

Alle ore 18: nella Sala degli Arazzi Alessandro Malinverni, storico dell’arte, direttore del Museo Gazzola e referente scientifico della Pinacoteca Stuard-Musei Civici di Parma terrà una conferenza intitolata Il volto di Cristo nei capolavori di Antonello da Messina, un soggetto centrale nella produzione del Maestro Messinese.

La partecipazione è libera e gratuita da entrambi i momenti. L’iniziativa è promossa da Opera Pia Alberoni e Piccolo Museo della Poesia in collaborazione con GioiaAlumni e Cavalliere blu.

Antonello da Messina e il Volto di Cristo

Con l’Ecce Homo del Collegio Alberoni siamo al cospetto uno dei più alti capolavori di Antonello da Messina (1430-1479 ca) e a un’opera fondamentale per la storia dell’arte. In questa tavoletta, così come nella “Madonna annunciata” di Palermo, Antonello rivoluziona infatti l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo. È nella tavola “piacentina” che Antonello da Messina è riuscito a trovare un punto di equilibrio tra la eccezionale capacità ritrattistica, il senso del sacro e la lettura introspettiva; un’acme raggiunta nel breve periodo veneziano caratterizzato dalla serie straordinaria dei suoi Ecce Homo.
Sono tutte stupefacenti infatti le versioni del volto di Cristo che Antonello ha dipinto e che sono giunte fino a noi. La più plausibile successione cronologica delle varie versioni vede come primi l’Ecce Homo in collezione privata a New York e la tavola ora al Palazzo Spinola di Genova, quindi l’Ecce Homo del Metropolitan Museum di New York, quello della collezione Ostrowski poi scomparso, per giungere alla versione del Collegio Alberoni e al Cristo alla colonna del Louvre. Come ha scritto Carlo Federico Villa, uno dei massimi esperti di Antonello da Messina, nella prefazione al libro di Alessandro Malinverni, gli Ecce Homo di Antonello sono come singoli fotogrammi di un medesimo film, variando solo l’attimo in cui è colto l’animo di Cristo nel momento della flagellazione. Una mirabile serie in cui è sufficiente il brillio di una lacrima su di una gota, la bocca aperta in un sospiro, a commuovere al massimo grado, con una forza di coinvolgimento emotivo mai prima sperimentata dal fedele quattrocentesco.
Nel tema del Cristo che si è fatto uomo, Antonello è il sublime interprete di una resa del dato psicologico fino ad allora inedito e che resterà nei secoli il tratto più soggettivo e alto di un pittore che indaga l’anima come non potrebbe un poeta. Quel pittore che il figlio Jacobello volle ricordare nella sua unica opera firmata a noi pervenuta, siglandola “filius non umani pictoris”. Un pittore non umano. Divino Antonello.

Pubblicato il 20 maggio 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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