Belgio nel mirino
Belgio nel mirino
“Non lasciamo che ci dividano”
Shawki Ibrahim Abdel-Karim Allam, Gran Mufti d’Egitto, era stato invitato a partecipare questa mattina a un’audizione alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo sul tema del dialogo interreligioso e interculturale.
Gli attentati all’aeroporto e alla stazione metro di Maalbeek, quest’ultima a due passi da Commissione e Parlamento Ue, hanno ovviamente cambiato i programmi. All’interno delle sedi istituzionali Ue, tutte concentrate nello stesso quartiere, attorno al rond-point Schuman, c’è l’ordine di non lasciare gli uffici.
Le strade, a partire da Rue de la Loi, che attraversa longitudinalmente il quartiere europeo, sono presidiate dalle forze dell’ordine. Grande spiegamento di polizia ed esercito.
Continuano le operazioni di soccorso ai feriti, mentre i corpi delle vittime vengono trasportati via, da aeroporto e metro, con autoambulanze e carri funebri.
La città è paralizzata: fermi i mezzi pubblici sotterranei e di superficie, chiuso l’aeroporto e sotto sorveglianza le stazioni; scuole e uffici evacuati.
“Siamo chiusi dentro l’edificio del Parlamento europeo. La sensazione è quella di vivere oggi in una città spopolata, è come combattere una guerra a mani nude”. Damiano Zoffoli, eurodeputato, già sindaco di Cesena, racconta i sentimenti che si provano in queste ore nelle sedi comunitarie. “Certamente –spiega – si è voluto colpire l’Europa che, pur nelle sue contraddizioni e limiti, rappresenta un simbolo di libertà e democrazia nel mondo. Senza una difesa e un’intelligence comune e un forte rilancio dell’ideale europeo non si vince la paura e si perde la speranza”.
Il Belgio ripiomba così nel terrore dopo che, negli ultimi tre giorni, ha assistito a una vera e propria caccia all’uomo che ha portato all’arresto di Salah Abdeslam, ricercato per gli attentati di Parigi del 13 novembre.
Papa Francesco, nel messaggio di cordoglio per le vittime,implora a Dio “il dono della pace” e “condanna nuovamente la violenza cieca che provoca così tanta sofferenza”. Il Papa, si legge, affida "alla misericordia di Dio le persone che hanno perso la vita e si unisce in preghiera con i loro cari. Esprime la sua più profonda solidarietà ai feriti e alle loro famiglie così come a tutti coloro che stanno lavorando nei soccorsi, chiedendo al Signore di portare loro conforto e consolazione nella prova".
“I vescovi – fa sapere il direttore dell’ufficio stampa della Conferenza episcopale belga, padre Tommy Scholtes – condividono l’angoscia di migliaia di viaggiatori e le loro famiglie, gli addetti all’aviazione e le equipe di soccorso che si ritrovano ancora una volta in prima linea. Affidano alla preghiera tutta questa nuova situazione drammatica, in particolare le vittime”.
“Mai come in queste ore difficili dobbiamo ritrovarci uniti, vicini e solidali per combattere da un unico fronte questa terribile e persistente minaccia – commenta il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna -. C’è chi vorrebbe distruggere – prosegue Gattegna – la nostra quotidianità, le nostre certezze, i valori fondamentali che accomunano i popoli liberi e democratici d’Europa, di cui non a caso è stata colpita una delle capitali. Ma non glielo permetteremo”.
Analogo appello all’unione e alla solidarietà viene da Ezzedine Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane. “Il terrorismo – afferma l’imam – non ha una fede, non ha colore politico, non ha lingua e dobbiamo essere uniti di fronte a questa ondata di terrorismo per non cadere nella trappola di questi criminali che vogliono prenderci tutti in ostaggio delle loro azioni. Andare oltre oggi significa che laddove c’è dialogo, bisogna rafforzarlo, laddove ci sono iniziative di incontro, bisogna promuoverne di più. Solo così possiamo dare una risposta efficace contro questi criminali”.