Il dopo DC: parla l'on. Preziosi
Il dopo Dc: interviene l'on. Preziosi
Sarà a Piacenza l'8 febbraio. L'incontro si terrà alle ore 20.45 all'istituto dei Padri Scalabriniani
“Non ci deve essere nostalgia per l’assenza di un partito cattolico, ma dobbiamo portare più cattolici in politica, che s’impegnino a 360° e non solo sulle questioni etiche”. Ernesto Preziosi, docente universitario originario di Pesaro, presidente del Censes (Centro di ricerca di studi storici e sociali), deputato del Partito Democratico dal 2013 e animatore dell’associazione di amicizia politica “Argomenti 2000” (oltre che giornalista e studioso), nel suo libro “Una sola è la città-Argomenti per un rinnovato impegno politico dei credenti”, affronta il rapporto tra fede e politica nella storia italiana.
Preziosi interverrà il prossimo 8 febbraio a Piacenza, invitato dall’Azione Cattolica, associazione di cui è stato vicepresidente nazionale dal 1995 al 2006, per illustrare il significato della sua pubblicazione. L’autore definisce il suo libro un “manuale” destinato a chi, da cristiano, sente la vocazione all’impegno politico.
La prima parte del libro, intitolata “La Memoria”, è infatti un excursus della storia del Movimento cattolico in politica, dagli albori di metà Ottocento, fino alla recente stagione di papa Francesco. “Ho scelto di dare questo titolo all’opera - ci spiega l’onorevole - perché la città è sinonimo di impegno per la res pubblica, ovvero mettersi al servizio della collettività per compiere, insieme, un percorso virtuoso”.
— Che cosa rappresenta per lei, per la sua professione di docente e ora di politico, l’Azione cattolica?
È stata la parte più significativa della mia formazione. Mi ha dato il senso della vita e del mettersi al servizio della Diocesi, della parrocchia e di una Chiesa più grande di quella locale. È una realtà di laici che s’impegnano.
— L’obiettivo che si è prefissato con questo libro? Invitare all’impegno dei cattolici in politica o metterli in guardia dal farlo?
Voglio sostenere e rilanciare l’impegno politico, soprattutto verso coloro che giudicano la politica una cosa sporca e si sentono respinti da essa. È un richiamo che faccio, un po’ come faceva Giorgio La Pira, a quei cattolici che possono avere la possibilità di sostenere la cosa pubblica sulle proprie spalle. Il libro vuole parlare soprattutto ai più giovani, a quelli di buona volontà, a coloro che quindi non conoscono la nostra storia di cattolici in politica e potrebbero impegnarsi.
Leggi articolo alla pagina 3 dell’edizione di venerdì 29 gennaio 2016