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Maurizio Bosio a Borgotrebbia: riscopriamo la bellezza nella nostra vita.

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“Cos’è la Bellezza?”. Con questa domanda si è aperto l’incontro serale tenuto dal dott. Maurizio Bosio nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi di Borgotrebbia a Piacenza il 26 gennaio. La sala era gremita ed il relatore è stato in grado di carpire nell’immediato l’attenzione degli uditori con questa domanda che interpellava in prima persona tutti i presenti; tentare di definire la Bellezza.
Inizia così il viaggio fotografico che partendo da alcuni luoghi noti ci conduce in altri più lontani nel tempo e nello spazio (Perù, Andalusia, Israele) per poi immergerci nelle meravigliose e poco conosciute terre d’Albania. Immagini fotografiche di volti, di terra, di cieli e di acque e di ciò che la creazione offre, ci aiutano ad approfondire la riflessione sulla domanda iniziale. Parallelamente viene approfondita anche la parte filosofica sulla categoria di Bellezza e sull’educazione estetica provocando altre domande ed interrogativi: come si relaziona con noi il Bello e in che modo modifica la nostra postura esistenziale? Come condiziona il nostro sentire ed il nostro pensare?

L’Albania si racconta

Le immagini tratte dal libro fotografico sull’Albania scattate dall’autore nell’arco di 24 anni stimolano pensieri ancora più profondi ossia: quale rapporto esiste tra bellezza e verità? E tra Bellezza e libertà? Quello che emerge durante l’incontro è che la Bellezza in quanto attributo di Dio rifugge a qualsiasi tentativo di spiegazione. La Bellezza è una vertigine, un rapimento, un’esperienza che anticipa il pensiero sul mondo. Ne anticipa il Senso. Emerge in modo vivido e dirompente che l’uomo non può vivere senza la Bellezza, diceva infatti Dostoevskij che... L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo. La scienza stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza.

L’incanto della Natura

Nelle immagini proposte si coglie in modo immediato l’incanto della Natura che ha il potere di stupirci innestando in noi il senso del meraviglioso eppure ciò che a me personalmente ha trafitto maggiormente lo sguardo e la ragione è stata una foto che il dott. Bosio ci ha riferito di aver scattato sul balcone di casa sua... tre papaveri in un vaso sulla terrazza. L’armonia che emanavano quei fiori mi ha fatto pensare che la Bellezza non va cercata chissà dove perché spesso sta proprio lì in casa nostra, sotto il nostro naso ma noi non abbiamo uno sguardo educato a coglierla. È forse necessario sviluppare la sensibilità e lo sguardo e diventare capaci di cogliere tutto il bello che ci circonda. Quel bello che abita in un sorriso, nei gesti e nei volti delle persone che vivono con noi e che incontriamo. Bellezza è anche cura dell’altro...
E questo lo ha confermato il progetto che il dott. Bosio ha realizzato nell’ ospedale albanese dove ha collaborato per tanti anni progettando e concretizzando una formazione del personale medico e chirurgico del reparto di urologia che ha permesso di salvare la vita a tantissimi bambini, giovani ed adulti come lui stesso ci ha testimoniato.

Francesca Longaretti

Nella foto, l'incontro con il dottor Maurizio Bosio a Borgotrebbia.

Pubblicato il 31 gennaio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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