Domenica 4 settembre, nell’ambito della festa partigiana di Peli di Coli organizzata dall’A.N.P.I. sezione di Travo, la rassegna «Di Pieve in Pieve» fa tappa alla chiesa di San Medardo con due iniziative culturali. La prima avrà luogo subito dopo l’orazione (prevista per le ore 11.15) sulla tomba di Emilio Canzi, comandante partigiano, a cui l’evento sarà dedicato: si tratta di «Emilio Canzi: dall’uomo al mito», narrazione itinerante di Iara Meloni, scrittrice e storica della Resistenza. Il secondo appuntamento si terrà nel pomeriggio, alle ore 15:30: è la visita guidata alla chiesa di San Medardo, parrocchiale di Peli.
La chiesa di San Medardo a Peli di Coli, costruita nel dodicesimo secolo a mille metri, divenne luogo del rifugio dei partigiani guidati da Emilio Canzi che non a caso qui volle poi farsi seppellire con una roccia al posto del cuscino e la sua divisa grigio verde. Una chiesa di rara bellezza, immersa nella natura, luogo della Resistenza e luogo dell'anima, scrigno d'arte e fede dai tempi dei monaci colombaniani. Appuntamento di fronte all’ingresso della chiesa alle ore 15.25.
Iara Meloni è dottoranda di ricerca all’Università statale di Milano, dove sta seguendo un progetto di ricerca sulla giustizia di transizione in Emilia Romagna. Negli ultimi anni si è occupata dello studio dei processi per collaborazionismo celebrati nel dopoguerra (L’altra giustizia. La Corte di Assise Straordinaria di Piacenza, Le Piccole Pagine, 2019).
“La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).
Conoscere l’altro
L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.
Le differenze tra le due religioni
Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.
Francesco Archilli
Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.
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