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Al via il Festival internazionale degli artisti di strada a Vernasca

bascher


L’arte dei busker è quella di raccontare la propria storia, il proprio talento attraverso performance spontanee all’aperto.
Passeggiando in ogni città, può capitare di venire catturati da estemporanee espressioni artistiche che si offrono generosamente ai passanti: succede ogni volta che la strada è stata debitamente trasformata in una “sala da concerto” oppure in un circo o teatro. Una cosa che accade quotidianamente in tutto il mondo grazie ad instancabili artisti di strada: sono professionisti di ogni genere, dal musicista al clown, dal giocoliere al ritrattista, dal madonnaro all’attore… Mettono in scena la propria arte sul palcoscenico delle nostre città. Una pratica antica, affascinante, fuori dai “palazzi”, fuori dai luoghi convenzionali, offerta a tutti lungo le vie, le piazze, le stazioni e in ogni luogo pubblico.

Quaranta artisti di livello internazionale
Anche in Vernasca, dopo due anni di stop forzato per l’emergenza sanitaria, il festival internazionale di artisti di strada, lanciato nel 2005, è diventato un palcoscenico tra i più noti dell’universo busker: inserito nel programma FNAS-Federazione Nazionale dell’Arte di Strada, è annoverato tra gli eventi italiani più importanti del settore.  
La XVI edizione si terrà dal 5 al 7 agosto, ed è una sorta di ritorno alle origini: un modo per dare significato alla Festa di San Pellegrino, compatrono della parrocchia di Vernasca, che ricorre la prima domenica d’agosto e che è sempre stata “assorbita” da Bascherdeis, ma anche una utile strategia organizzativa per poter collaborare con altri festival e assicurarsi più facilmente la presenza di artisti impegnati in tour italiani.  Il cast comprende una quarantina di artisti di rilievo internazionale riuniti in un cartellone variegato orientato a privilegiare il più possibile originalità e divertimento e declinato tra discipline circensi, comicità e musica. Una ventina di postazioni di spettacolo ospiteranno così oltre duecento eventi nell’arco dei tre giorni.

Un evento che valorizza Vernasca
“L’arte di strada è capace di mescolare linguaggi - ha evidenziato Mario Magnelli, vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano - e riesce ad intercettare un pubblico molto eterogeneo che abbraccia appassionati di teatro, di musica e di circo. La manifestazione è inoltre situata in una zona che ha bisogno di eventi come questi per consolidare il tessuto culturale e sociale, rendendolo più attrattivo e più prospero. Peraltro Bascherdeis ha saputo ritagliarsi il suo spazio in un genere di feste che riescono a valorizzare Vernasca e una porzione importante del nostro appennino, in un’ottica di promozione del territorio che rientra tra le strategie della Fondazione”.
“Vernasca è un piccolo comune e, in eventi come questi, tutta la comunità si mobilita”: ha affermato Giuseppe Sidoli, sindaco di Vernasca. Tutto ciò per il primo cittadino esprime il senso di appartenenza, la compattezza, l’efficienza e la solidarietà del paese che, in questa manifestazione, viene coinvolto insieme alle varie pro loco che, dopo il lockdown, si sono rigenerate.

Un programma di qualità
“È un festival di alto livello anche in tutta Europa - ha commentato il direttore artistico e presidente di “Appennino Cultura” Andrea Nicoli - e il titolo dell’evento, Be Brave Be bascher, riassume la nostra determinazione nel superare gli ostacoli. Abbiamo realizzato un programma di qualità, forse anche più alta degli altri anni, tornando a ospitare il festival il primo fine settimana di agosto.
Ai busker italiani si affiancheranno i colleghi in arrivo da varie parti d’Europa, ma anche da altri continenti. Tanti i nomi di rilievo internazionale attesi a Vernasca. Il cartellone di eventi sarà organizzato secondo due filoni: arti circensi e musica.
Gli eventi tragici degli ultimi mesi - ha spiegato Nicoli - rendono ancora più emozionale l’arrivo del gruppo di mimi Dekru, quartetto di artisti provenienti dall’Ucraina: considerati eredi spirituali di Marcel Marceau, sono i nuovi maestri del teatro fisico, e per la loro capacità di rappresentare l’archetipo del teatro utilizzando la potenza iconica della figura del mimo, sono stati premiati in numerose rassegne di settore in tutto il mondo.
Dalla Francia arriverà la Compagnia Benoit Charpe, circo contemporaneo che si basa su incredibili evoluzioni in monociclo su tappeto elastico. Esempio prezioso di clownerie musicale è invece “Crazy Mozart” della compagnia franco-argentina Mundo Costrini: un concerto originale dove niente è quel che sembra e in scena ci sono due Mozart folli e divertenti. Una presenza molto attesa - ha sottolineato Nicoli - è quella del famoso mimo Saeed Fekri, artista di strada dall’esperienza decennale noto come l’“incantatore delle folle”. Infine a tenere alta la rappresentanza italiana dell’arte busker ci sarà, tra gli altri, Fabio Saccomani, irriverente livornese di nascita e romano d’adozione, specializzato in spettacoli di satira comica".

Tanti volontari al lavoro
All’organizzazione di Bascherdeis collabora il Comune di Vernasca; il Festival ha il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Regione Emilia Romagna, cui si affiancano alcune realtà imprenditoriali del territorio. Fin dal suo esordio ha richiamato artisti da tutto il mondo e un’affluenza considerevole di appassionati: con una media di oltre 35.000 presenze, provenienti dal Nord Italia ma anche da paesi esteri come Gran Bretagna, Francia e Germania, è l’esempio di come un evento ben riuscito possa diventare strumento di promozione del territorio. Appennino Cultura è infatti una realtà associativa specializzata in iniziative di animazione culturale come strumento per arginare l’isolamento socio-economico delle zone svantaggiate. L’Associazione ha un nuovo consiglio direttivo: presidente è Andrea Nicoli, vicepresidente Stefania Picchioni, segretario Enrica Menta, consiglieri Simonluca Messori, Samantha Torri e Martina Mariani. Indispensabile è il lavoro di 250 volontari che a Vernasca fanno capo a Pro Loco, USD, Gruppo Cacciatori, Sezione Avis, Gruppo parrocchiale e Gruppo Alpini.
I dettagli del programma e la mappa degli appuntamenti sono disponibili sul sito ufficiale www.bascherdeis.it e sulle pagine Facebook e Instagram del Festival. 

Nella foto la presentazione dell'iniziativa  che si svolgerà a Vernasca.

R. T.

Pubblicato il 30 luglio 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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