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Chiude con 24mila visitatori la mostra Giovanni Fattori. Il «genio» dei macchiaioli

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Con 24.052 visitatori termina la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il “genio” dei Macchiaioli, a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, che dal 29 marzo al 29 giugno 2025 ha abitato i due piani di XNL Piacenza. Promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e prodotta da Dario Cimorelli Editore, attraverso 170 opere tra dipinti e incisioni l’esposizione ha messo in luce la figura di Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista del movimento dei Macchiaioli, nonché uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti i generi pittorici, offrendo un’inedita interpretazione dell’opera dell’autore.

La mostra, riconosciuta di “rilevante interesse culturale e scientifico” dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura ai sensi dell’art.48, comma 6, del D. Lgs. n. 42/2004, è stata affiancata da un ricco palinsesto di attività per bambini, famiglie e adulti al fine di accompagnare il pubblico di Piacenza e non solo alla scoperta dell’universo di Giovanni Fattori. Hanno partecipato più di 500 persone alle visite guidate speciali per valorizzare il dialogo con il contemporaneo e organizzate da XNL Piacenza, 700 fra studenti, bambini e famiglie sono stati coinvolti in percorsi didattici, laboratori ed eventi a loro dedicati. Ponendosi in dialogo con rilevanti realtà artistiche pubbliche e private, come la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, l’Istituto Matteucci e l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, prendendo parte a manifestazioni culturali tra cui la Notte dei Musei e il festival dei Venerdì Piacentini e grazie al coinvolgimento di influenti figure del panorama artistico contemporaneo, come il fotografo tedesco Elger Esser (Stoccarda, 1967), la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il “genio” dei Macchiaioli si è dimostrata l’occasione per arricchire l’offerta culturale e turistica della città di Piacenza. L’esposizione è stata anche in grado di attrarre all’interno del Centro dedicato alle arti contemporanee un pubblico vasto e diversificato proveniente da tutta Italia, in particolare da Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Livorno.

Un successo di pubblico cui è corrisposta anche una significativa visibilità sui media (oltre 420 uscite), con una trentina di articoli su settimanali, mensili e periodici nazionali come il Giornale dell’Arte, Bell’Italia, Panorama, Alias, Robinson, Focus, Artribune, Touring; 88 servizi sui quotidiani; circa 300 uscite sugli online e diversi passaggi in radio (Rai Radio 2 e 3) e in televisione, sulle tre reti Rai e su La7.  

«Siamo soddisfatti per il riscontro di pubblico registrato – è il commento del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -, e per i dati relativi alla provenienza: tanti piacentini hanno apprezzato la mostra, ma oltre il 60percento dei visitatori è arrivato da tutte le parti d’Italia, a conferma di quanto il nostro territorio, in questi mesi, si sia mantenuto stabilmente entro i radar del turismo culturale nazionale. La mostra dedicata al ‘genio dei macchiaioli’ ha rappresentato un significativo passo in avanti nel percorso di consolidamento di XNL, e soprattutto un successo importante per Piacenza che, nel segno della collaborazione fra istituzioni, ha sviluppato un’operazione di marketing territoriale efficace e, nel contempo, rigorosa dal punto di vista scientifico e di riconosciuto valore culturale». 

«Ora che la mostra ha chiuso i battenti tengo in modo particolare a ringraziare tutti i soggetti che in questi mesi hanno concorso alla sua buona riuscita – è il commento del vicepresidente di Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli, coordinatore della Commissione cultura dell’ente -, gli staff operativi della Fondazione e di XNL, del Comune di Piacenza e del produttore Cimorelli, e prima ancora le istituzioni che l’hanno immaginata e sostenuta insieme a noi, in seno a Rete Cultura Piacenza. Grazie inoltre alla Banca di Piacenza, partner consolidato della rete, per il prezioso supporto alla sezione sul Novecento alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Un ringraziamento speciale voglio infine dedicarlo agli attori alla rete sovraprovinciale che è nata lavorando alla mostra, la Fondazione di Livorno in primis, il Comune di Livorno, l’Istituto Centrale per la Grafica, l’Istituto Matteucci. Le cose importanti, ancora una volta, si fanno lavorando nel segno dell’apertura e della collaborazione».

Pubblicato il 3 luglio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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