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«L’essenza delle scelte»: la storia di due donne che affrontano anche il dolore

libro Silvia Fagnola


“L’essenza delle scelte” è un romanzo che narra la storia di una madre, Agata, insegnante di religione, e di sua figlia Elisa, restauratrice. Donne chiamate ad affrontare con coraggio gli eventi che le aspettano. A scegliere di rimanere in piedi, nonostante la sofferenza. A scriverlo, Silvia Fagnola, la giovane docente piacentina cresciuta tra gli scout del Preziosissimo Sangue e trasferitasi a Ravenna nel ’97, dopo essersi sposata. 
Il libro, che verrà presentato nell’oratorio di quella che era stata la sua parrocchia il 25 ottobre alle 16.30, è stato pubblicato postumo per volontà delle figlie e del marito. La giovane donna infatti, nata a Piacenza il 3 agosto del 1972, è mancata a causa di una malattia il 27 ottobre 2022. Aveva iniziato a scrivere il suo romanzo dieci anni prima e l’aveva ripreso proprio nell’ultimo anno, terminandolo pochi mesi prima della morte. La figlia più grande, Maddalena, lo definisce “un inno alla vita”, un’eredità che la mamma “voleva lasciare alla sua famiglia e a tutte le persone che la circondavano”.

L’amore per l’arte

Silvia Fagnola era una donna solare, piena di gioia, capace di accogliere tutti senza giudicare, sempre pronta al perdono. Una donna di grande fede, che l’ha sostenuta nel calvario della malattia. La mamma Gabriella, ministro straordinario dell’Eucaristia e volontaria Caritas, ricorda che sua figlia, nella fede, aveva una marcia in più rispetto a lei. “Le cose del cielo”, del resto, avevano attirato Silvia fin da piccolina. A quindici anni a una delle due sorelle aveva confidato che lei “teneva soprattutto ad arricchire il suo spirito, l’unica cosa che rimane”. Diplomata al liceo artistico, frequentò dal ’91 al ’94 la Scuola di restauro dei beni culturali di Brescia. Successivamente trovò impiego presso dei laboratori di restauro di Bologna e Faenza prima di aprire il suo laboratorio dove si occupava soprattutto di tele. Appena diplomata, aveva lavorato al restauro degli affreschi della volta della chiesa di San Severo a Sariano di Gropparello, e al restauro del Cristo ligneo. Successivamente, dopo la nascita delle sue bambine, si era diplomata in Scienze religiose e aveva cominciato a insegnare religione nelle Scuole superiori.

Il calvario di Silvia

La lettura, la scrittura e la pittura erano le sue passioni. E quel romanzo, ripreso in mano mentre si congedava lentamente dalla vita, era stato fondamentale, ricorda la figlia, “per trovare la forza di non arrendersi ai momenti più bui”. Nel Natale 2021 Silvia aveva accusato un dolore al fianco. Dopo un mese di controlli era arrivata la diagnosi: tumore al pancreas. Per lei, spiega la mamma, “iniziò il calvario. Le terapie la lasciavano dolorante e senza forze, ma non si è mai lamentata. Mai ha chiesto: «Signore, perché a me?». Ha cercato di trascorrere più tempo con la sua famiglia, ricavandosi momenti di intimità, gite in montagna o al mare, che lei amava molto. Due giorni prima che mancasse, ha chiesto alla sorella di leggerle la parabola del Buon samaritano e di recitare insieme un Padre Nostro. È stato un grande esempio per tutti noi. La sua fede ha rafforzato molto la mia, nonostante mi sia sempre ritenuta una persona di fede”. E della fede di Silvia è stato testimone anche don Gigi Bavagnoli, assistente Scout del Preziosissimo Sangue e per tre anni suo insegnante di religione al liceo artistico, che la ricorda come una giovane riservata, discreta, che prendeva sul serio la vita. Il libro, edito da “Le piccole Pagine”, lancia un messaggio. Lo racconta la figlia di Silvia, Maddalena: “Nonostante la vita a volte possa sembrare ingiusta, se vissuta con fede e amore può regalarci gioie immense e serenità”.

Lucia Romiti

Pubblicato il 23 ottobre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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