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“Le chiese di Piacenza” di Fiorentini, un cult per la storia locale

fausto

A tre anni dalla scomparsa di Fausto Fiorentini, giornalista, insegnante e appassionato cultore della storia locale, il 30 maggio, la diocesi di Piacenza-Bobbio ha voluto ricordarlo con l’incontro “Ciao Fausto”, un evento che ha intrecciato memoria e riflessione culturale.

L’appuntamento, svoltosi nel Seminario vescovile di via Scalabrini, ha visto la partecipazione di storici, sacerdoti e amici di Fiorentini, che ne hanno ricordato la figura a partire da uno dei suoi lavori più significativi: il volume “Le chiese di Piacenza”, pubblicato da Tep nel 1976 e riedito nel 1985. Un testo che, ben oltre il rigore documentario, testimonia lo sguardo appassionato di Fiorentini verso le chiese della città.

Un'opera sempre attuale

Daniela Morsia, ricercatrice storica, ha sottolineato l’importanza concreta del libro, definendolo un vero e proprio “best seller” per il settore. Un’opera che, nonostante i decenni trascorsi dalla pubblicazione, è ancora oggi molto consultata e richiesta. Morsia ha descritto il volume come uno strumento agile, ricco di contenuti e utile per orientarsi nella conoscenza storica e architettonica della città. Un esempio raro di libro che coniuga rigore e accessibilità, e che continua a essere un riferimento stabile nella documentazione locale.

Valorizzare la vocazione del luoghi sacri

Don Paolo Capra, parroco di Santa Teresa, San Giovanni in Canale e Santa Brigida, ha proposto una riflessione sul valore e sul significato dei luoghi sacri, affermando che anche gli spazi, come le persone, hanno una vocazione. Ogni chiesa, secondo lui, è chiamata a svolgere una missione specifica all’interno della comunità. Da qui nasce un lavoro pastorale condiviso con la comunità per ascoltare, comprendere e valorizzare le “vocazioni” dei luoghi. Don Capra ha portato l’esempio delle chiese in cui è parroco:

Santa Teresa – situata sul Corso, è la “chiesa della sosta”, un luogo aperto praticamente sempre, dove chiunque può fermarsi anche solo per un attimo a pregare o a riposare spiritualmente. È in corso un progetto per trasformare alcuni spazi della chiesa in un ostello per pellegrini e in un luogo di accoglienza per l’emergenza freddo durante l’inverno. Un’iniziativa che unisce l’ascolto della vocazione del luogo alla risposta concreta ai bisogni del presente.

San Giovanni in Canale – è la “chiesa della comunità”, dove la partecipazione è viva soprattutto la domenica. È un luogo di incontro e relazione: i fedeli non solo partecipano alla messa, ma si trattengono prima e dopo, rafforzando il senso di appartenenza.

Santa Brigida – attualmente in restauro, un piccolo gioiello lungo l’antica via Francigena, con un potenziale ancora da riscoprire.

Non lasciare nell’abbandono le chiese

Don Cesena, parroco dei Santi Angeli Custodi a Borgotrebbia, ha condiviso la sua esperienza con la chiesa del Campo Santo Vecchio, una struttura storica di Piacenza legata alla peste del 1600. Inizialmente deluso dal degrado in cui versava, ha riconosciuto il valore della chiesa non solo per la parrocchia, ma per l'intera città. La sua determinazione lo ha portato a collaborare con l'amministrazione comunale, trovando un clima di sostegno per il restauro.

Nel 2005, dopo diverse difficoltà burocratiche e grazie al supporto di don Maina e altri benefattori, è riuscito a riaprire la chiesa. Questo progetto ha incluso l'acquisto di terreni per creare appartamenti per donne in difficoltà, trasformando la chiesa in un simbolo di speranza per la comunità. Don Cesena ha sottolineato come questo restauro ha messo in sicurezza la zona che era luogo di satanismo, vandalismo e atti di profanazione.

Da quando la chiesa è stata riaperta, non si sono più registrati atti di effrazione e sono state celebrate liturgie e matrimoni. È stata poi restaurata la cripta, dedicata a San Girolamo e ogni mercoledì si svolgono incontri di approfondimento sul Vangelo. Don Cesena ha concluso con gratitudine per aver restituito dignità alla chiesa, invitando tutti a visitare questo luogo rinnovato.

Un tributo affettuoso a Fausto

Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Piacenza-Bobbio, ha infine sottolineato l'importanza del volume di Fausto Fiorentini e dei progressi compiuti nel tempo per valorizzare il patrimonio ecclesiastico. Ha evidenziato quanto sia fondamentale recuperare e raccontare la storia delle radici locali, riflettendo su come il territorio si sia formato attraverso i secoli.

L’incontro “Ciao Fausto”, promosso da Il Nuovo Giornale e dal Seminario vescovile, ha rappresentato dunque un tributo affettuoso alla memoria di Fausto Fiorentini, ed stato anche un momento di confronto e crescita nel solco della sua eredità culturale.

Riccardo Tonna

Nella foto, da sinistra don Pietro Cesena, don Davide Maloberti e don Paolo Capra, tra i relatori dell'incontro.

Pubblicato il 31 maggio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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