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La città si mette in vetrina (digitale). Incontro il 24 al PalabancaEventi

Una foto di repertorio di Piacenza vista dallalto

Si chiama “Piacenza 360 - La scoperta della città millenaria” il progetto multimediale che verrà presentato lunedì 24 marzo al PalabancaEventi di via Mazzini, alle 18, a cura di Valeria Poli (curatrice dell’aspetto storico-scientifico) e Marco Stucchi (curatore della parte digitale). Il progetto, su iniziativa del Comune, ha ricevuto il particolare sostegno della Banca di Piacenza e della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la collaborazione del Caseificio Valcolatte (sponsor tecnico, Blacklemon).

Nata per promuovere la conoscenza del patrimonio artistico, storico e culturale di Piacenza, l’iniziativa consente ai visitatori di esplorare virtualmente alcuni dei suoi monumenti più significativi. Punto di partenza è la vista, appunto a 360 gradi, sulla città che si gode dalla torretta di Palazzo Gotico. Dalla sua cima è stata realizzata un’immagine sferica ad altissima definizione da cui sono stati identificati oltre 150 punti informativi corrispondenti ad altrettante dettagliate schede redatte dalla prof. Poli. Il percorso immersivo si arricchisce poi con la possibilità di entrare virtualmente nei monumenti, nei palazzi e negli edifici religiosi della città grazie a immagini sferiche a 360 gradi. Fruibile attraverso il web, il progetto è accessibile da qualsiasi parte del mondo e da qualsiasi dispositivo.

Quella che viene presentata lunedì è la terza mappa digitale realizzata da Valeria Poli e Marco Stucchi dopo quella di Caprarola (la rappresentazione di Piacenza che si trova affrescata in una sala del Palazzo Farnese della cittadina laziale) e la Mappa Bolzoni (dove è possibile viaggiare nella Piacenza del Cinquecento). Tutti progetti sostenuti dalla Banca di Piacenza.

Ingresso con prenotazione (; 0523 542441; telefonare nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, 9-13 / 15-17).

Pubblicato il 21 marzo 2025

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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