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Pino Donaggio a XNL: «Musica e cinema mi hanno cambiato la vita»

pinod donaggio cantante alla bottega XNL piacenza

Io che non vivo più di un’ora senza… la musica: si potrebbe riassumere così il racconto che Pino Donaggio, celebre compositore e cantautore, ha regalato al pubblico piacentino presente lunedì 3 aprile a palazzo Xnl. A sessant’anni dal primo successo “Come sinfonia”, presentato per una felice casualità al Festival di Sanremo 1961, Donaggio si è raccontato in un libro, che ha lo stesso titolo della canzone, scritto a quattro mani col critico cinematografico Anton Giulio Mancino. Con lui ha dialogato nel corso dell’incontro promosso da Bottega Xnl e Fondazione Fare Cinema all’interno del festival per la scuola “L’Ora di Cinema”. “L’iniziativa – ha spiegato in apertura la direttrice Paola Pedrazzini – ha l’obiettivo di promuovere la cultura cinematografica nelle scuole: si è partiti con una masterclass tenuta dal professor Roberto Calabretto (musicologo e docente dell’Università di Udine, nda) con gli studenti del Conservatorio Nicolini di Piacenza”.

Una felice casualità, dicevamo. “Fu Mina a svolgere il provino di ‘Come sinfonia’ – ha raccontato Pino Donaggio – ma per il Festival di Sanremo (del 1961, nda) lei aveva già due canzoni. Dunque, convinse Ezio Radaelli (direttore artistico ante litteram, nda) a far partecipare me. In quell’occasione cambiò per la prima volta la mia vita”. Il successo arrivò, e quattro anni dopo anche la consacrazione: il brano “Io che non vivo (senza te)”, scritto con Vito Pallavicini e interpretato al Festival della Canzone italiana in duetto con Jody Miller, restò in cima alla classifica italiana per tre settimane e vendette oltre 80 milioni di copie nel mondo. La canzone conquistò la britannica Dusty Springfield, presente quell’anno a Sanremo, che decise di farla sua e la tradusse in inglese col titolo “You don’t have to say you love me”. Ben presto altre interpretazioni illustri, fra cui quella di Elvis Presley, ne fecero crescere a dismisura la fama e il successo. “Avevo 25 anni – ha spiegato Donaggio – quando scrissi la musica di ‘Io che non vivo (senza te)’: in quegli anni frequentavo a intermittenza il Conservatorio per evitare il servizio militare, che però fui costretto a svolgere un anno dopo”.

La vera svolta nella carriera di Pino Donaggio arrivò quando appese il microfono al chiodo e iniziò a dedicarsi alle colonne sonore: collaborò inizialmente con Nicolas Roeg, prima di intraprendere un lungo sodalizio con Brian De Palma, che gli chiese di ispirarsi a Bernard Herrmann. Presto, però, il compositore veneziano si affrancò dal grande collega americano e iniziò a farsi strada il cosiddetto “stile Donaggio”. Negli anni passati a frequentare i set cinematografici e le case discografiche mondiali, Donaggio ha l’occasione di conoscere personaggi del calibro di John Lennon e George Harrison ma, come afferma, “non sono cose che gli hanno cambiato la vita”, perché “la vita cambia con la musica e col cinema”.

Francesco Petronzio

sala

Nelle foto, Pino Donaggio con Anton Giulio Mancino e Roberto Calabretto e il pubblico presente alla serata.

Pubblicato il 4 aprile 2023

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