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Critica cinematografica, in estate il Seminario residenziale a Bobbio. Al via le iscrizioni

cinema

Sono aperte le iscrizioni per il Seminario residenziale di critica cinematografica organizzato da Fondazione Fare Cinema che si svolgerà a Bobbio dal 27 luglio al 3 agosto in concomitanza con il Bobbio Film Festival. Docente e curatore del corso sarà il critico cinematografico Anton Giulio Mancino. L’iniziativa, arrivata alla 14esima edizione, è stata presentata in conferenza stampa nella mattina di giovedì 29 febbraio. “Per essere un critico bisogna essere una persona - spiega Anton Giulio Mancino -, quest’anno la sfida sarà capire i film partendo dalla capacità di capire gli altri. Il primo anno ci siamo posti il problema di essere autocritici, in seguito ci siamo soffermati sull’autostima del critico. Quest’anno, visto anche ciò che sta succedendo nel mondo, è importante insistere sul bisogno di avere cognizione dell’altro. Solo se si ha empatia per l’altro si ha empatia per un film. Gli studenti sono sempre molto preparati, quest’anno chiederemo loro di essere anche delle persone. A livello digitale gli studenti sono molto più avanzati di me, io li porto sul lato umano e lì sono sempre preoccupati perché nel mondo delle app la variabile umana è sottovalutata”.

I corsisti nella giuria del Bobbio Film Festival

Paola Pedrazzini, direttrice di Fondazione Fare Cinema, evidenzia come il corso, nel tempo, sia cresciuto ma abbia mantenuto sempre la caratteristica della residenzialità e la concomitanza con il Bobbio Film Festival. I corsisti, infatti, non solo potranno assistere gratuitamente alle proiezioni ma saranno loro a comporre la giuria ufficiale. “Ogni anno abbiamo corsisti provenienti da tutta Italia – dice Pedrazzini – che partecipano in modo attivo alle proiezioni e ai dibattiti. Da qualche anno abbiamo dato loro la possibilità di diventare la giuria ufficiale del Festival. Durante il corso, oltre alle visioni collettive, alle esercitazioni e alle lezioni, il curatore tende a dare indicazioni di prospettiva ai corsisti per chi magari desidera tentare di fare davvero questo mestiere. Il fatto di potersi sperimentare e trovare un’applicazione di ciò che stanno studiando direttamente in un Festival vero e proprio credo sia un’occasione unica. Anton Giulio Mancino è ormai un amico di Fondazione Fare Cinema. Oltre a essere un autorevole e pluripremiato critico cinematografico e docente accademico, ha una spiccata vocazione pedagogica e una grande originalità nello sguardo sul cinema e nell’approccio all’intera materia”.

Via le barriere architettoniche

Quest’anno il corso sarà accessibile anche alle persone con disabilità. “Installeremo un sistema di servoscala – annuncia il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali – per permettere a tutti di salire al primo piano di Palazzo Tamburelli, sede di Fondazione Fare Cinema, dove si tengono i corsi. È molto importante per me dare questa opportunità anche alle persone meno fortunate di noi, un’operazione possibile grazie alla collaborazione fra il Comune di Bobbio e la Fondazione”. Mario Magnelli, vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, main sponsor del Seminario, sottolinea come il progetto, nel tempo, abbia consolidato la propria reputazione. “La quantità di giovani che si rivolgono ad Anton Giulio Mancino per intraprendere quest’attività, per passione o per farne una professione, fa capire quanto questo progetto abbia una risonanza che a noi, come Fondazione, non può che far piacere”.

Informazioni tecniche

Il Seminario prevede lezioni, visioni e discussioni collettive di opere filmiche, esercitazioni per perfezionare lo stile di scrittura critica, interpretare e analizzare il testo audiovisivo, formulare il giudizio. Saranno argomenti del corso: limiti e prospettive della critica cinematografica; la critica, gli autori e il pubblico; la strategia sostenibile dell’analisi del testo; l’impianto del testo critico e l’autocritica; la funzione creativa della scrittura nel testo critico; la conoscenza storica e contestuale come fondamento del discorso critico; il critico come detective, studioso e persona umanamente formata; la profondità di campo: l’ortodossia del linguaggio audiovisivo tra passato, presente e futuro dal cinema alle serie; insegnare il cinema e il rapporto con gli studenti; il critico cinematografico e le professioni; disadattare il testo sullo schermo, dalla letteratura al teatro; classico, moderno e contemporaneo nella critica cartacea, on-line e video. Il discorso sarà visto nella prospettiva dei principali contesti culturali in cui attualmente la critica cinematografica si pratica, dalle testate cartacee a quelle telematiche, dai festival agli archivi culturali, dalla scuola all’università.

Infine, saranno scelte una o più recensioni degli studenti da destinare alla pubblicazione sulla versione cartacea e web della rivista “Cinecritica” del SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.

Come iscriversi

Il seminario è a numero chiuso. La partecipazione è gratuita, le iscrizioni sono aperte fino al 26 maggio 2024. Chiunque intenda partecipare dovrà inviare una mail di richiesta di iscrizione al seminario allegando una recensione inedita e originale (lunghezza tra le 3000 e 4000 battute, spazi inclusi) di un film italiano uscito nelle sale tra il 2023 e il 2024, curriculum vitae (con recapito telefonico) e documento d’identità all’indirizzo e-mail , entro e non oltre il giorno 26 maggio 2024. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato di frequenza. I partecipanti potranno ottenere la certificazione ufficiale del numero di ore complessive svolte ai fini di richiesta crediti formativi universitari ai docenti di riferimento.

Francesco Petronzio

Nella foto, da sinistra Anton Giulio Mancino, Paola Pedrazzini, Mario Magnelli, Roberto Pasquali.

Pubblicato il 1° marzo 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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