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A Claudio Gallini il premio «Sasso del Nure». La premiazione il 22 agosto a Bettola

Claudio Gallini premiato

Claudio Gallini, ricercatore e autore di numerosi volumi dedicati alla Val Nure e alle sue tradizioni, sarà premiato dal Lions Club Bettola Valnure con il tradizionale “Sasso del Nure”. La cerimonia si terrà venerdì 22 agosto, alle ore 21, presso il Santuario della Beata Vergine della Quercia di Bettola, in occasione del concerto offerto annualmente dal club alla cittadinanza. Gallini nasce a Piacenza nel mese di febbraio dell’anno 1976. Perito industriale di formazione, è al contempo ricercatore appassionato delle proprie radici, profondamente intrecciate con la terra madre dell’alta val Nure, nella provincia di Piacenza, e più precisamente con i distretti di Groppallo (Comune di Farini) e Centenaro (Comune di Ferriere). In questi luoghi, patria dei suoi avi – genitori e nonni – egli ha sin dall’infanzia trascorso momenti di pura letizia, riconoscendo in essi il fondamento autentico della propria identità. Le estati della sua fanciullezza e della giovinezza si svolsero in continuità nella località di Coletta, borgo montano al confine tra Farini e Ferriere, dove nacque la madre, Maria Cavanna, mentre il padre, Giuseppe Gallini, ebbe origine nel villaggio di Sassi Maddalena: entrambi luoghi appartenenti all’ambito parrocchiale di Groppallo. La nonna paterna, Emilia Cavanna, proveniva invece da Centenaro, altro storico baluardo dell’alta valle. Furono quelli – in particolare i tre mesi estivi degli anni Ottanta e Novanta – i periodi più lieti e sereni dell’anno: custodito dall’amore dei nonni, immerso nella natura incontaminata, in un mondo sospeso, quasi intatto, nel tempo. In quell’ambiente, dove la modernità pareva ancora lontana, egli fu introdotto a una lingua che nulla aveva a che vedere con l’italiano, né con il dialetto urbano di Piacenza, ma che rivelava chiare ascendenze liguri: era il vernacolo dell’alta val Nure. Queste esperienze, unite al contatto quotidiano con gli anziani, custodi della memoria, accesero nel cuore di Gallini un ardente desiderio: quello di raccogliere, salvare e consegnare ai posteri tradizioni, storie, parole, pietre, ossia tutta quella sapienza che minacciava di svanire con la scomparsa dei suoi depositari. Ogni anziano che veniva meno, infatti, portava con sé una vera e propria enciclopedia di saperi. Così nacque in lui, pur da profano della materia, non avendo titoli accademici, un bisogno interiore che assunse presto i tratti di una vera e propria vocazione: dare voce e memoria alle terre alte e abbandonate, mediante studi rigorosi, oggi concretizzatisi in oltre dieci pubblicazioni. I primi passi in tale direzione si ebbero attorno all’anno 2000, grazie anche alla guida e al sostegno di luminose e compiante figure come il dott. Franco Munari, la prof.ssa Carmen Artocchini e il dott. don Angiolino Bulla, i quali lo introdussero con generosità allo studio dei documenti d’archivio, quali ad esempio gli Estimi Farnesiani e i verbali delle Visite Pastorali.

 L'attenzione per le storie e tradizioni locali

Da allora Gallini non ha mai cessato di condividere con le comunità valnuresi i frutti delle sue ricerche. Il suo esordio editoriale risale al 2009, con “Antico Borgo Coletta” (Ediprima, Piacenza), dedicato al villaggio natale della madre, dove ricostruisce la storia e le tradizioni locali. Seguì, nel 2010, “Il castello di Boli” (Tip.Le.Co., Piacenza), monografia su un sito medievale scomparso del circondario groppallino. Nel 2013 vide la luce “Gli oratori di Groppallo” (LIR, Piacenza), opera che documenta i diciotto edifici sacri del territorio e che conobbe una seconda edizione nel 2016, accrescendo il prestigio dell’autore. Il suo impegno non si limitò alla carta: collaborò con associazioni locali e con la parrocchia di Groppallo, alla quale dedicò nel 2014 un tributo al suo amato parroco don Gianrico Fornasari, prematuramente scomparso: “Ciao Gianrico” (LIR, Piacenza). Nel 2015 (e successivamente nel 2016) fu pubblicata “Maràssa e Curiàtta”. Il primo dizionario del dialetto groppallino (LIR, Piacenza), raccolta di oltre ottomila lemmi del patuà locale, che riscosse riconoscimenti importanti, tra cui l’inserimento presso la prestigiosa Biblioteca dell’Accademia della Crusca. A corredo dell’opera linguistica, nel 2017 realizzò anche un lungometraggio documentaristico: “Õn tòc ad légn sùta u bràs”, composto di interviste atte a comprovare l’uniformità morfologica del dialetto groppallino. Nel 2018 fu incaricato di redigere una grande opera storica per il Comune di Farini, nel 150º anniversario della sua fondazione: “Farini. Storia, territorio e personalità” (LIR, Piacenza).

 Un volume sul legame fede e territorio

Nel 2021, con “Groppallo e la sua chiesa, una storia unica”, Gallini pubblicò un solenne omaggio al secolare legame tra fede e territorio, volume impreziosito dalla prefazione di   mons. Gianni Ambrosio, Vescovo emerito di Piacenza, e dalla postfazione dell’amico Marino Provini. Nel marzo 2024 diede infine alle stampe per Tip.Le.Co. l’opera “Centenaro, tutta un’altra storia”, summa monumentale del comprensorio centenarese. Frutto di scrupolose analisi su fonti edite e inedite – in particolare sugli Estimi Rurali farnesiani e sulle Visite Pastorali tra Cinquecento e Novecento – l’opera è arricchita da un’appendice lessicale dedicata al dialetto del luogo. Gallini è inoltre coautore del volume: “Calenzano. «Vat pren». Frammenti di storia tra passato e presente della val Perino”, edito da GM Edizioni e ha collaborato per anni con la rivista culturale piacentina “L’urtiga” oltre a “Montagna Nostra” e “I quaderni della Valtolla” per citarne solo alcune.

Nella foto, Claudio Gallini.

Pubblicato il 15 agosto 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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