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XNL Arte presenta MANIFESTO di Julian Rosefeldt

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A partire dal 18 settembre con Manifesto di Julian Rosefeldt, XNL Piacenza – Centro per l’arte contemporanea, il cinema, il teatro e la musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano – inaugura il programma autunnale della sezione Arte, a cura di Paola Nicolin.
In occasione del decimo anniversario della sua prima presentazione presso ACMI – Australian Centre for the Moving Image di Melbourne nel dicembre del 2015 Manifesto di Julian Rosefeldt  viene presentata come video installazione appositamente ridisegnata per gli spazi di XNL Piacenza Arte, realizzata in collaborazione con la casa editrice Electa.
L’opera, una video-installazione a 13 canali, è un potente omaggio alla pratica dei manifesti artistici del Novecento: testi programmatici e assertivi con cui gli artisti dichiaravano la rottura col passato, delineando – con parole incisive e poetiche – una nuova visione dell’arte, specchio di un mondo in trasformazione.

«Dopo la grande mostra dedicata a Giovanni Fattori, diamo avvio al programma autunnale di XNL Arte tornando nel solco del contemporaneo con l’opera video Manifesto», commenta il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi. «È un progetto che si adatta alla perfezione ai nostri spazi, e non solo per l’allestimento ad hoc studiato per il suo decennale: l’abilità di Rosefeldt nel saper declinare i diversi manifesti artistici con gli scenari contemporanei si coniuga con la vocazione che è propria del nostro Centro, abituato a colloquiare con epoche, stili, linguaggi differenti».

L’artista e filmaker tedesco Julian Rosefeldt (Monaco, 1965), residente a Berlino, ha concepito Manifesto nel 2015 come una serie di tredici cortometraggi, ciascuno ambientato in un contesto diverso. Tutti, a eccezione del prologo, sono interpretati magistralmente dall’attrice australiana due volte Premio Oscar, Cate Blanchett. Blanchett dà vita a tredici personaggi – quasi tutti femminili – che declamano testi composti da collage di manifesti appartenenti ad altrettanti movimenti artistici. La scelta di affidare i ruoli a figure femminili, spiega Rosefeldt, nasce dal desiderio di riequilibrare una storia culturale tradizionalmente dominata da voci maschili.
L’opera si fonda sia su una raffinata costruzione visiva – con l’uso frequente di riprese aeree, cifra stilistica dell’artista – sia su un profondo lavoro di ricerca storica sui luoghi e sui testi. I testi recitati sono infatti tratti da oltre cinquanta manifesti del primo e del secondo Novecento, appartenenti a movimenti delle arti visive, della danza, dell’architettura, della letteratura e del cinema. L’incipit del prologo, invece, è una frase presa dal Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels del 1848 (“All that is solid melts into air”), che sottolinea la comune matrice rivoluzionaria delle dichiarazioni di poetica che seguiranno. Continua poi con le parole tratte dal Draft Manifesto del John Reed Club di New York del 1932, ovvero una bozza preparata per la conferenza dei John Reed Club degli Stati Uniti, che si riunirà a Chicago il 30 maggio dello stesso anno.

Il rapporto tra narrazione visiva, testo del manifesto e luogo delle riprese varia in ciascun episodio, invitando il pubblico a esplorare ogni volta un’interazione diversa e riflette la multidisciplinare formazione dell’artista tra architettura, arti visive e cinema. L’installazione, nel suo complesso, pone domande piuttosto che offrire risposte, rifiutando – come già facevano i manifesti stessi – ogni posizione dogmatica. I testi scelti da Rosefeldt, spesso scritti da giovani autori animati da fervore e rottura, invocano “disordine pieno di vitalità”, “rude energia” e l’abolizione del passato, proiettandosi nel cuore del presente. Ma come risuonano oggi queste parole, se accostate alla quotidianità di una senzatetto, una casalinga, una lavoratrice, una cantante punk o un’insegnante?
L’artista, sensibile ai temi sociali e politici, ha definito Manifesto una sorta di call to action, una chiamata all’azione, un atto di fiducia riposto nella possibilità di cambiare il mondo, invertirne le regole, con la forza di una parola condivisa. L’allestimento della mostra propone una fruizione individuale di ciascuna proiezione, ma permette anche di cogliere, nei momenti in cui immagini, suoni e voci si allineano, la forza corale dell’opera.
Manifesto è un’opera commissionata da ACMI – Australian Centre for the Moving Image di Melbourne, Art Gallery of New South Wales di Sydney, Nationalgalerie – Staatliche Museen zu Berlin e Sprengel Museum di Hannover; co-prodotta dalla Burger Collection di Hong Kong e dalla Ruhrtriennale; realizzata con il generoso supporto di Medienboard Berlin-Brandenburg in collaborazione con Bayerischer Rundfunk.

Il programma Arte di XNL è promosso da Rete Cultura Piacenza, che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio. Il progetto è accompagnato da una serie di appuntamenti pubblici dedicati all’approfondimento di temi sollevati dall’opera e una pubblicazione edita da Electa, pensata come uno strumento di lettura dei manifesti citati nell’opera di Julian Rosefeldt.

Pubblicato il 4 agosto 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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