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La maniera di Dio di stare in mezzo a noi

manosullaspalla

Vedendo la franchezza di Pietro e Giovanni e la loro semplicità, i capi, gli anziani e gli scribi rimanevano colpiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù.
Chissà se chi abbiamo a fianco nella vita odierna, riconosce anche noi come coloro che sono stati con Gesù e che lo hanno capito nel suo modo di essere e di predicare.
Camminare insieme, mangiare insieme è come vivere un pezzo di vita con qualcuno.
Impariamo l’esperienza della resurrezione anche da chi è scappato e da chi non ha testimoniato perché ha avuto paura. Il cuore risorge ed insorge anche di fronte all’ostilità.
Possiamo cambiare, iniziare ad esporci e mostrare che siamo pronti.

Tutti gli esseri umani percepiscono che la realtà per eccellenza è l’amore.
Quando si ama si ha un coraggio da leoni: il coraggio di esporsi, di perdere anche se stessi e la nostra vita.
Essere stati con qualcuno che ci ha segnati nel cuore produce un cambiamento nell’anima. Ci permette di non sentire la fatica e la paura solo stando con quella persona.
La stessa cosa avviene con Gesù e stando con lui possiamo imparare a guardare noi stessi con gli occhi di Dio ma anche con il coraggio che nasce da un amore enorme con Dio.
Quanto tempo passiamo con chi amiamo?
Quanto tempo passiamo con Gesù?
E non dobbiamo pensare solo al tempo come ore di permanenza, ma come una vita di familiarità dove nutriti dal rapporto con lui non si è più gli stessi e per cui questa trasformazione vive nelle azioni quotidiane.
Tutto viene impregnato dal rapporto di amore che viviamo.
La comunione con Gesù non è stabilita una volta per sempre ma da una conversione quotidiana dove siamo interpellati a rimetterci in discussione ogni giorno, non in un’ottica giudicante ma con un atteggiamento di fede. Gesù capovolge tutto.
Le debolezze mie e altrui servono a un cammino di introspezione e diventano un punto di forza.
Nella debolezza possiamo fare comunione fra di noi.
L’impoverimento che ci è costato molto in questi tempi dovrebbe diventare una ricchezza nel ritrovare l’altro e ciò che è veramente.
Bisogna lasciarsi dire quello che non va, anche quando sembra un rimprovero, perché senza correzione, non c’è strada: le persone che sono intorno a noi ci vengono assegnate per cambiare il nostro sguardo e la nostra vita.
Gesù ci vuole fra i suoi. Ecco: “come il Padre ha mandato me, così io mando voi”.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 18 aprile 2020, Atti degli Apostoli 4,13-21

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 24 aprile 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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