Una donazione a Pediatria per ricordare Elisa e Costantino

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Figli che loro malgrado sono coinvolti nelle dinamiche conflittuali tra i genitori in fase di separazione. Adolescenti a loro volta violenti verso i familiari. Temi drammaticamente attuali al centro, sabato 5 aprile, del Convegno “La violenza intrafamiliare oltre il genere. I figli, da vittime a autori di reato” a cura dell’AssociazioneArianuovA in collaborazione con MCM Academy all’auditorium Fondazione Piacenza e Vigevano. Dopo i saluti delle autorità, tra cui quello del presidente della Sezione Civile del Tribunale, Marisella Gatti, Comune, Provincia e Questura, si è entrati nel vivo di una tematica complessa.
La guerra respirata da bambino
Come ha affermato la psicologa e psicoterapeuta Maria Cristina Meloni “nella violenza in famiglia spesso l’adulto ha vissuto e respirato da bambino «aria di guerra»”. Quella stessa “aria” che i minori sono costretti a vivere e che lascerà in loro segni profondi anche a lungo termine. Dalle mura di casa ci si sposta nelle aule dei Tribunali, negli studi degli avvocati, degli psicologi, degli psichiatri. Separazioni dove un genitore “usa” i figli attraverso la denigrazione dell’altro genitore oppure ostacolandone il rapporto. Fino al punto in cui i minori non hanno più contatti con il papà o la mamma. “Un genitore che fa questo, ostacola un diritto”, ha precisato ancora Meloni.
Le separazioni conflittuali
Nel suo intervento il neuropsichiatra infantile Giovanni Battista Camerini ha sottolineato che “le separazioni conflittuali sono un problema di salute pubblica. L’esposizione dei figli a liti e conflitti, il loro essere spettatori di violenza fisica o psicologica può dare luogo nel tempo a danni gravissimi. Ci sono condizioni che possono generare disturbi che hanno caratteristiche permanenti. A distanza di anni avremo adulti con ansia, depressione, bassa autostima”.
La soluzione stragiudiziale del conflitto
La legge tutela i soggetti deboli. L’articolo 572 del codice penale tratta del reato di maltrattamenti in famiglia. L’articolo 373 bis 40 del codice civile interviene sulla violenza domestica e di genere. “Bisogna promuovere la soluzione stragiudiziale del conflitto attraverso la mediazione, la negoziazione assistita - ha continuato Camerini -. Servono piani genitoriali paritetici, tempi di frequentazione standard, il rispetto delle decisioni dei Tribunali”.
Tematica dalle tante sfaccettature. Sono diverse le forme di violenza alle quali i ragazzi possono essere sottoposti. C’è quella assistita: il bambino è presente quando figure per lui di riferimento subiscono maltrattamenti fisici o psicologici. Ne ha parlato lo psicologo Marco Murgia. Fondamentale il ruolo degli insegnanti. Bisogna spiegare loro come segnalare alle autorità per tutelare i ragazzi. L’avvocato Margherita Prandi ha sottolineato il compito dei legali di arginare il conflitto. L’adulto va aiutato in questo.
Fra i numerosi relatori della giornata, l’avv. Mauro Pontini ha spiegato che le dichiarazioni delle persone offese sono sostanzialmente inattaccabili a meno che noi ci siano video che provano il contrario.
Paolo Ferri, commissario capo Divisione anticrimine della Questura, ha parlato del ruolo delle Forze dell’ordine in caso di intervento in flagranza di reato.
Figli violenti contro i genitori
Figli violenti contro i genitori. L’avvocato Sara Carsaniga ha inquadrato il tema. “Si sta assistendo al fenomeno di genitori «ostaggio» dei figli minorenni. Sia riguardo la conflittualità sia nell’ambito educativo - ha spiegato -. Si tratta di ragazzi fragili, poco ascoltati e poco visti. Figli non visti che crescono nel clima di conflitto. Ci sono genitori che nell’educazione dei loro ragazzi non sono uniti. E questi comportamenti vengono ben percepiti. In caso di violenza molti genitori non denunciano perché così facendo denuncerebbero il loro fallimento. Ma non è questa la strada. I giovani sono figli degli insegnamenti che ricevono. Serve l’esempio. Sono lasciati soli, spavaldi ma spesso incapaci di decidere su questioni banali. Ragazzi arrabbiati, inascoltati, violenti. Bisogna mettersi in discussione”.
Negli ultimi anni la cronaca ha raccontato fatti tragici, di figli che arrivano a uccidere i genitori. Lo psichiatra Filippo Lombardi ha chiuso la giornata di lavori affrontando il tema degli aspetti psichiatrici dei figli violenti. Ha spiegato che la violenza verso i genitori è sempre esistita e ha citato l’uccisione della madre, delitto da sempre considerato fra i più nefandi. Nella maggior parte dei casi ci sono alle base patologie psichiatriche come la schizofrenia o psicotica. “Oggi aumenta quello che è il disturbo della personalità”, ha concluso.
Il convegno ha avuto il Patrocinio del Comune.
Giuseppina Agosti
Pubblicato il 7 aprile 2025
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“Come preannunciato nel corso dell’ultimo incontro del tavolo con le organizzazioni sindacali della medicina generale, abbiamo deciso di prenderci la responsabilità unilaterale di prorogare tutti i contratti dei medici occupati nei Cau dell’Emilia-Romagna per non interrompere un servizio che sta funzionando e che, solo lo scorso anno, ha risposto alle richieste e ai bisogni di oltre 540mila cittadine e cittadini. Con l’obiettivo di lavorare più sereni insieme alle organizzazioni sindacali di categoria all’accordo integrativo dei medici di medicina generale di cui stiamo discutendo in questi giorni”. Così l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, spiega la delibera approvata dalla Giunta che proroga fino al 31 dicembre 2025 i contratti dei medici impiegati nei Cau, che scadevano il 31 marzo.
“Questa decisione della Regione permetterà infatti di raggiungere un duplice obiettivo - aggiunge Fabi -. Da un lato, come dicevo prima, di non chiudere un servizio che sta funzionando e rispondendo in maniera adeguata ai bisogni della cittadinanza. Dall’altro di lavorare, avendo davanti un tempo congruo e mentre definiamo l’accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale, a una valutazione puntuale dei Cau attivi in Emilia-Romagna con lo scopo di migliorarne l’attività e il bilanciamento costi/benefici”.
“Come abbiamo avuto più volte occasione di ribadire- prosegue Fabi- sono tre le tipologie di Cau su cui ci stiamo concentrando. Quelli che hanno sostituito Punti di primo intervento o Pronto soccorso che avevano un elevato livello di inappropriatezza perché erogavano prestazioni di bassa complessità con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza urgenza e che hanno dato sicuramente i risultati migliori e andranno verso una conferma nell’attuale configurazione. I Cau aperti in prossimità dei Pronto Soccorso Dea (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di primo e secondo livello degli ospedali provinciali o distrettuali, con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi, che non hanno avuto un risultato positivo univoco su tutto il territorio regionale e che andranno quindi rivalutati per rafforzarne la risposta. Infine, i Cau introdotti in luoghi dove precedentemente non c'erano né Punti di primo intervento, né Pronto soccorso che sono destinati ad andare verso la riorganizzazione in Aggregazioni funzionali territoriali all’interno delle Case di comunità, come previsto dal decreto ministeriale 77, per ricondurre tutto a una gestione univoca nelle cure primarie”.
“L’obiettivo - chiude Fabi - cui tutti concorriamo è avere nella nostra regione una sanità pubblica e universalistica capace di garantire cure e assistenza adeguate. Con questo provvedimento assicuriamo la continuità e la presenza di medici che, senza il rinnovo, da lunedì non sarebbero stati più operativi in un momento nel quale abbiamo invece bisogno di rafforzare la loro presenza”.
Pubblicato il 6 aprile 2025
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Riqualificazione del lungo fiume e delle sue lanche, nuovi percorsi ciclabili, valorizzazione dei cammini storico-religiosi, fruizione turistico fluviale. Sono alcuni dei progetti selezionati a partire dal Piano di Azione del Contratto di Fiume della Media Valle del Po nel corso del percorso partecipato, voluto e ideato dalla Regione per definire insieme al territorio gli scenari possibili di attuazione del Contratto nel tratto che bagna le province di Piacenza, Cremona e Lodi. A dare impulso all’avvio dei progetti saranno circa 4 milioni di euro messi a disposizione grazie all’accordo di programma sottoscritto dalla Regione con Sogin, che utilizzerà risorse riservate alle misure di compensazione e riequilibrio ambientale legate alla dismissione della centrale di Caorso, per realizzare gli interventi proposti dai 10 Comuni piacentini che si affacciano sul Grande Fiume. L’accordo prevede infatti che l’impegno finanziario dovrà essere ricompreso nella soglia del 2% dell’intero costo dell’opera di dismissione della centrale di Caorso, il finanziamento di circa 4 milioni di euro (che rappresenta il 2% dei lavori già realizzati e rendicontati ad oggi per il decommissioning), sarà integrato alla luce dell’adeguamento dei valori del Piano a vita intera dell’opera.
Da undici a diciassette interventi saranno realizzati nei dieci Comuni rivieraschi del piacentino che partecipano al Contratto: Calendasco, Caorso, Castel San Giovanni, Castelvetro Piacentino, Monticelli d’Ongina, Piacenza, Rottofreno, Sarmato, San Pietro in Cerro e Villanova sull’Arda. I progetti si articolano intorno a 5 direttrici tematiche e strategiche: la valorizzazione dei cammini religiosi della via Francigena, la riqualificazione ambientale, i sistemi di mobilità, la valorizzazione del patrimonio storico e culturale e la navigazione e fruizione fluviale. Le direttrici individuate rappresentano un elemento decisivo per lavorare in modo strategico nella progettazione delle azioni, mantenendo la coerenza delle progettualità rispetto ad obiettivi sovra-comunali sia nella fase di progettazione che di realizzazione. Il punto sul progetto è stato al centro di un incontro oggi a Piacenza, un’occasione anche per valorizzare e fare sintesi sui risultati finora raggiunti e delineare il percorso futuro dell’iniziativa. Presenti l’assessora regionale all’Ambiente e alla Programmazione territoriale, Irene Priolo, la presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli, la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, dirigenti e rappresentanti degli enti locali coinvolti. “La conclusione di questa fase del Contratto di Fiume della Media Valle Padana è una tappa importante nella strategia regionale per il fiume Po e rappresenta un modello di collaborazione tra istituzioni, comunità locali, associazioni e mondo produttivo, tutti uniti nell’obiettivo comune di garantire un futuro sostenibile al nostro Grande Fiume – ha sottolineato Priolo -. I risultati raggiunti dimostrano l’efficacia di una pianificazione condivisa per costruire un percorso di sviluppo che sia inclusivo e lungimirante”. “Si tratta - ha aggiunto l’assessora - di un punto di partenza fondamentale per restituire al Po il ruolo centrale che merita nella strategia territoriale, ambientale e turistica del nostro Paese. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti in questo percorso che hanno contribuito all’interno del Contratto di Fiume dando efficacia a questo strumento”.
IL CONTRATTO DI FIUME DELLA MEDIA VALLE DEL PO
Si tratta del primo in Italia che coinvolge due Regioni, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, e interessa 34 comuni tra le province di Piacenza, Cremona e Lodi; l’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po; Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po); tre Consorzi di Bonifica (Consorzio di Bonifica Dugali Naviglio Adda Serio, Consorzio di Bonifica di Piacenza, Consorzio di Bonifica Navarolo) e due Società di gestione dell'acqua (Padania Acque S.p.A., S.A.L. S.r.l. Società Acqua Lodigiana). Al centro del Contratto il Piano d’azione, sottoscritto nel 2022, frutto di un percorso partecipato con gli enti locali del territorio, dal quale sono emerse 94 proposte territoriali riconducibili a tre ambiti specifici: qualità e sicurezza delle acque del Po, tutela e uso sostenibile del territorio fluviale, promozione e valorizzazione turistica. Il Contratto di Fiume della Media Valle del Po è inserito nel contesto di una più ampia strategia sul fiume Po, nella quale far confluire le istanze e i progetti che investono i territori del Po, che grazie alla presenza del fiume possono accrescere i valori ambientali, sociali, culturali, economici, turistici che li contraddistinguono. Una strategia che punta a valorizzare tutta l’asta del fiume con centinaia di interventi progettati e condivisi con il territorio, che riguardano opere di sicurezza idraulica, il settore agricolo, la valorizzazione turistica, la viabilità fluviale e altre infrastrutture, la rinaturalizzazione e la riforestazione lungo tutto il corso del fiume per i quali sono stati messi a disposizione 896 milioni di euro, 200 dei quali impiegati in progetti già in corso.
Pubblicato il 6 aprile 2025
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Ha preso il via nella serata del 1° aprile in Sant’Ilario il ciclo di incontri pubblici “Il Pug incontra i Quartieri”, parte del palinsesto Piacenza Partecipa, pensato per condividere con i cittadini i contenuti della proposta del nuovo Piano Urbanistico Generale. Ad aprire la serata sono state le assessore Serena Groppelli (Partecipazione) e Adriana Fantini (Urbanistica), che hanno ribadito l’importanza del coinvolgimento attivo della comunità nel percorso di costruzione del piano. I contenuti tecnici sono stati illustrati da Elisa Brigati e dal dirigente Massimo Sandoni del Servizio Pianificazione Strategica del Comune di Piacenza. Il focus dell’incontro è stato il centro storico, cuore pulsante della città e ambito urbano dalla grande complessità e potenzialità.
LA POPOLAZIONE CHE ABITA IN CENTRO
Un dialogo attivo, fondamentale in questa fase di raccolta delle osservazioni al Pug: cittadini, e stakeholder infatti, hanno 120 giorni – dal 26 marzo al 24 luglio – per inviare al Comune proposte e osservazioni, contribuendo in modo diretto alla definizione del piano. La presentazione è partita dalla diagnosi conoscitiva, che restituisce un’immagine complessa e articolata del centro: un’area che si conferma vitale, resiliente e dotata di una buona capacità di tenuta sotto il profilo demografico e sociale, ma anche segnata da alcune fragilità che richiedono attenzione. La diagnosi del Pug restituisce l’immagine di un centro storico vitale e culturalmente ricco, vero cuore pulsante della città. Con 24.039 residenti (il 23% della popolazione comunale), mostra una buona tenuta demografica (+0,7% dal 2018 al 2023), una presenza elevata di residenti stranieri (26,2%) e un equilibrio tra le diverse fasce d’età. Aumentano le famiglie e prevalgono i nuclei monocomponente – oltre il 50% – spesso giovani o anziani, segno di una vivibilità che attrae e accoglie. Dal punto di vista qualitativo e ambientale, il centro conserva un tessuto storico compatto, ben servito e con funzioni urbane diversificate. Tuttavia, la diagnosi mette in luce anche criticità e vulnerabilità: eccessiva pressione del traffico, necessità di migliorare l’accessibilità , carenza di parcheggi in prossimità del limite del centro storico oltre a una certa disomogeneità nella qualità dello spazio pubblico che va da angoli di straordinaria bellezza a luoghi di degrado edilizio.
LA SITUAZIONE DEL COMMERCIO
A partire da questa lettura, il Pug propone una strategia urbana ed ecologico-ambientale articolata e ambiziosa. Il centro storico viene considerato come uno dei luoghi chiave per attivare processi di rigenerazione capaci di valorizzare il patrimonio esistente, migliorare la vivibilità e rafforzare le funzioni urbane. Il sistema delle centralità e dei luoghi del commercio viene valorizzato individuando assi portanti già consolidati, con l’obiettivo di rilanciare i fronti commerciali e ridare vita a edifici e aree oggi dismessi. In particolare si è parlato del tema spinoso di dove consentire la trasformazione di negozi sfitti in garage e dove vietarlo e della utilità, prevista dal piano di consentire l’insediamento di medie strutture di vendita, in un’ottica di equilibrio tra nuove funzioni e tutela del tessuto esistente. Gli studi dimostrano infatti che il “taglio” efficace per i negozi di prossimità, oggi limitati entro i 250 mq, sarebbe di 400 mq e la presenza di edifici svuotati da cielo a terra, a causa della chiusura di attività terziarie potrebbe essere risolta con medie strutture di vendita sviluppate sui vari piani con forte attrattività per il comparto. Su questo tema ha espresso dubbi Gian Luca Barbieri direttore territoriale di Confcommercio Piacenza.
LE STRATEGIE PER IL FUTURO
Le strategie della rigenerazione del centro storico si concentrano su numerosi altri ambiti: dalla riqualificazione dell’area della stazione e degli spazi di pertinenza delle Ferrovie dello Stato, con la previsione della Stazione Ponte, alla realizzazione di connessioni più forti con il fiume Po, anche attraverso il nuovo progetto del waterfront. Importanti anche le connessioni tra i luoghi significativi del centro attraverso il recepimento delle previsioni del Biciplan. Necessari anche interventi di mitigazione ambientale e paesaggistica anche se la rilevazione delle isole di calore da un buon giudizio al nostro centro storico per presenza di verde privato e pubblico (i tratti verdi del parco delle mura). La strategia evidenzia comunque la necessità dove consentito dai vincoli della Soprintendenza di introdurre verde spazi ombreggiati come ad esempio prevede l’intervento di piazza Casali definito dal piano “Parco della cultura”. Il parco infatti metterà in relazione a quella che il piano chiama l’“isola dei musei” con l’ambizione di ricucire tutto quel comparto urbano di fortissima attrattività culturale da palazzo Farnese, le ex Scuderie di Maria Luigia, l’ex Chiesa del Carmine sino alla Chiesa di San Sisto coinvolgendo la riqualificazione dell’area ex Pontieri che racchiude un altro gioiello il padiglione Palmanova.
IL PUG
Un’attenzione particolare è rivolta quindi in maniera mirata al miglioramento dello spazio pubblico, ribaltando il punto di vista del Piano che se in passato con la logica dello zoning si è molto concentrato sulla definizione d’uso degli spazi privati, oggi torna, grazie alla definizione della strategia a interrogarsi sulla città pubblica. Tra i comparti della città storica da ricucire c’è certamente il sistema delle Mura e della Città Farnesiana che per la prima volta viene messa a sistema con le mura coeve ponendo una riflessione sulla valorizzazione dell’area delle ex benedettine in relazione al parco delle mura. Proseguendo, il piano affronta la sfida della coesistenza con i ambiti urbani in trasformazione, come l’attuale ospedale che una volta trasferito lascerà spazio ad una nuova Casa di Comunità elemento trainante di altre funzioni compatibili non ancora definite nello specifico. Le strategie del piano sono state individuati e messe in relazione attraverso un linguaggio grafico innovativo, fatto di ideogrammi che traducono visivamente gli obiettivi del piano e rendono immediato il significato delle azioni previste. La serata si è rivelata costruttiva e ricca di spunti. Numerosi cittadini hanno preso la parola ponendo domande puntuali e offrendo osservazioni di merito, segno di un’attenzione autentica per il futuro della città e per il destino del suo centro storico. In un clima sereno di ascolto e dialogo, che può trovare momenti anche più diretti presso l’ufficio Urbanistica che si è reso disponibile su appuntamento ogni martedì mattina. Un’occasione concreta per partecipare alla costruzione della Piacenza di domani, nel segno della condivisione e della responsabilità collettiva.
Pubblicato il 5 aprile 2025
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