Opera lirica, ridere con Donizzetti
Certo, ridere con Donizetti. Proprio con Donizetti, l’ottimo compositore di tante opere liriche. Si è cimentato, infatti, in una pantomima lirica “Le convenienze e inconvenienze teatrali”, un sovvertimento insolito della recitazione dell’opera lirica. Ed è propria questa la ragione del ridere, ossia la messa in scena di uno spettacolo lirico. Ne succedono di tutti i colori: il direttore d’orchestra richiama inviperito i cantanti che non tengono il ritmo e il tempo, soprano e mezzo soprano gorgheggiano e litigano, invidiose una dell’altra, il cantante tedesco pronuncia parole italiane con accenti tedeschi marcati, il sovrintendente strilla e scalpita, avverte che l’opera non decolla, ci sono molte parti scoperte, alcuni artisti sono partiti. Un caos in scena.
La musica è bella. Donizetti crea tante arie poetiche, ma finiscono per disfarsi e naufragare. I cantanti, di là della parte buffa, ce la mettono tutta per cantare di bella voce, ma nella commedia la tragedia pare imminente.
Nel secondo atto, invece, ritornano alcuni artisti e la preparazione prosegue e si può realizzare l’opera. Tra il serio e il burlesco, il cast di canto ha ben cantato Di rilievo le belle voci di Giuliana Gianfaldoni, nella parte di Corilla, di Nicolò Donini in Procolo, di Marco Filippo Romano, brillante en travestì in Agata, di Paola Leoci in Luigia e Dario Giorgele nel sovraintendente.
Bravo è stato il coro del Municipale di Piacenza e direttore l’abile Giovanni di Stefano. Spigliata la regìa di Renato Bonajuto.
Luigi Galli
Pubblicato il 23 novembre 2021
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