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Anggun, madrina di Africa Mission, incanta Piacenza

anggun


 
“Salumi e tortelli”: sono le due parole pronunciate, sorridendo, da Anggun che ha sottolineato la cordialità di Piacenza e la sua prelibata cucina.
La cantante indonesiana, è stata protagonista del concerto nell’ex convento di Santa Chiara a Piacenza, il 4 agosto, con una generosa performance che ha infiammato il pubblico.

I 50 anni di Africa Mission
Anggun, molto attenta alle tematiche ambientali e ai diritti umani, ha portato la sua musica come testimonial del Movimento Africa Mission per il 2022. Il concerto ha voluto ricordare i 50 anni di fondazione dell’associazione dedicata all’Africa, fondata a Piacenza dall’indimenticato don Vittorio Pastori.
L’evento, incorniciato nella splendida location di Santa Chiara, ora gestito dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, è stato coordinato da Fedro, la cooperativa sociale piacentina, che organizza manifestazioni con l’obiettivo principale della crescita culturale, della socializzazione, dell’integrazione sociale attraverso due strumenti: la musica dal vivo e incontri letterari nazionali/internazionali, alla portata di tutte le fasce sociali.

Una serata speciale
Ha aperto il concerto di Anggun, la giovane artista modenese, Valentina Tioli, una delle le protagoniste di X Factor 7, il talent musicale di Sky Uno.
Dopo i saluti di Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza Vigevano e Serena Groppelli, assessore comunale all'ambiente e alle pari opportunità, il direttore di Africa Mission, Carlo Ruspantini ha evidenziato l’importanza della serata con l’ospite speciale. “Anggun è un'artista straordinaria, - ha affermato - riconosciuta in tutto il mondo per il suo talento e la sua sensibilità e in questo 2022 è anche la testimonial del nostro Movimento: per noi è un onore grandissimo il fatto che legato al suo nome ci sia anche quello di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, una realtà che da cinque decenni sostiene lo sviluppo dell'Uganda".

Musica coinvolgente
Da sempre impegnata nel sociale, Anggun ha partecipato più volte al Concerto di Natale in Vaticano, e nel 2012, a Baku, ha preso parte all’Eurovision Song Contest in rappresentanza della Francia con il brano “Echo (You and I)”.
Il concerto di Piacenza è stato entusiasmante, Anggun, in splendida forma sia vocalmente che fisicamente, ha pescato a piene mani tra i brani dei suoi album, tra cui il celeberrimo "Snow on the Sahara" il primo singolo, estratto dall'album di debutto nel 1997, brano che ha scalato le classifiche di molte nazioni asiatiche, europee e anche americane e l'omonimo album è stato premiato con numerosi dischi d'oro e di platino. Anggun, per un’ora e mezza, ha tenuto la scena insieme al gruppo dei suoi strumentisti francesi. Il pezzo finale “Amore immaginato”, brano del 2003 con cui ha duettato con Piero Pelù, è stato travolgente ed ha cantato in italiano insieme a tutto il pubblico, supportata da un gruppo di scatenate fans asiatiche.
Al termine il presidente di Africa Missione, don Maurizio Noberini, e il direttore Carlo Ruspantini, hanno donato alla cantante internazionale una bambola realizzata dai bambini africani e alcuni prodotti tipici della gastronomia piacentina.

Riccardo Tonna

Nella foto, la cantante Anggun sul palco con don Maurizio Noberini e Carlo Ruspantini.

Pubblicato il 6 agosto 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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