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Gropparello celebra l'8 agosto con visite guidate, mostre e dibattiti

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Gropparello celebra l’8 agosto del 1944, data della sua liberazione ad opera di reparti partigiani durante la guerra civile che insanguinò il centro e il nord Italia fra il 1943 e il 1945.
La  celebrazione di questo avvenimento è  il  frutto  di  un  progetto iniziato  nel  2011  che,  per cinque  anni,  ha  coinvolto istituzioni,  associazioni  e cittadini  al  fine  di  ricostruire  la  memoria  storica del  paese: Gropparello  è stato  protagonista  di  quegli  eventi  che  hanno  segnato  l’entrata  in  guerra fino  alla  Liberazione.  Un progetto  ambizioso  conclusosi con la pubblicazione  del  volume  “8  agosto1944”  che  ha  avuto  il  merito di consolidare la ricorrenza civile di questa data che  prosegue  quest’anno con  un  programma  intenso,  dedicato  per  la  maggior parte alle donne.
L’evento, patrocinato dal Comune di Gropparello,  è  organizzato  da  ANPI Gropparello    Carpaneto, Oltre  la  Storia  e  Museo della  Resistenza  Piacentina  con  la    collaborazione della    Proloco    Giovani Gropparello, Proloco Montechino  e  Gruppo  Ricerca Immagine di Bettola.
Si inizia domenica  7  agosto  con  l’escursione  guidata  “La  guerra dei pozzi”. In collaborazione con la Proloco di Montechino,  i  partecipanti  potranno  vivere  un’esperienza  tra i pozzi ancora visitabili  del  paese.  A  rendere ancora   più   coinvolgente l’escursione  sarà  la  narrazione a cura di Alessandro  Pigazzini  del  Museo  della Resistenza  Piacentina,  incentrata  sugli  avvenimenti storici che hanno coinvolta la  frazione  di  Gropparello chiamata  all’epoca  il  “piccolo Texas”.
Iscrizione con prenotazione obbligatoria:  WhatsApp 329 726 5227. Ritrovo alle 8.30 nel campo sportivo di Montechino.

La mostra fotografica
In collaborazione con il Gruppo Ricerca Immagine di Bettola saranno esposte nelle sale dell’ex Asilo Gandolfi le fotografie provenienti sia dal Gruppo di Bettola che dagli archivi ANPI Gropparello Carpaneto, Oltrela Storia e Museo della Resistenza Piacentina. Il percorso inizia con un doveroso omaggio alla donne partigiane, patriote e benemerite di Gropparello, di cui sono stati trovati i ritratti, a cui è dedicata la prima parte della mostra. Si prosegue poi con una serie di fotografie di donne nei luoghi di lavoro ma anche nella gestione quotidiana della famiglia o nell’aiuto nei campi. In un arco di tempo che spazia dai primi del Novecento fino agli anni Settanta, i visitatori potranno ritrovare volti di donne mai dimenticate che hanno dato un grande contributo all’economia e alla tenuta sociale del paese. L'inaugurazione lunedì 8 agosto alle ore 18.30.

Presentazione del libro di Iara Meloni
Lunedì 8 agosto alle ore 21 verrà presentato il libro a cura di Iara Meloni “L’altra Giustizia. La Corte d’Assise straordinaria di Piacenza (1945 - 1947)”. Il giornalista Ermanno Mariani intervista l’autrice. Frutto di una approfondita ricerca negli archivi della Corte d’Assise, da pochi anni consultabili, la storica piacentina Iara Meloni ha ricostruito in questo libro la storia di 362 imputati chiamati alla sbarra e traccia un bilancio di questo particolare strumento di giustizia di transizione. Nel dialogo con il giornalista Ermanno Mariani verranno esposti alcuni casi relativi al contesto gropparellese, tra cui spicca, tra gli altri, il caso eclatante del processo ai carnefici di don Borea fucilato a Piacenza dopo un processo sommario e farsesco.

Spettacolo Teatrale
Conclude la serata Roberta Biagiarelli, attrice, autrice teatrale, documentarista e organizzatrice di progetti a carattere storico-culturale, conosciuta anche nel nostro territorio grazie allo spettacolo “Resistenti-leva militare‘26” prodotto nel 2005 dal Comune di Fiorenzuola in occasione del 60° anniversario della Liberazione, da cui è tratto il film “La nevdi giugno”.
A Gropparello presenterà “Figlie dell’epoca” che gli organizzatori hanno scelto quale ulteriore tassello dedicato alle donne.
La performance teatrale ci porta al lontano 2 aprile 1915, quando, dopo aver attraversato i confini di un continente in guerra, più di duemila donne provenienti da tutta Europa e dall’America si radunarono all’Aja per parlare di pace. La Biagiarelli si mette a confronto con quelle donne e tenta la strada di un dialogo, di una rappresentazione, di una memoria.

Pubblicato il 5 agosto 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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