Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Formidabili quegli anni de «La Cronaca»

Carlo Giarelli Giovanni Volpi Emanuele Galba

«Dare ai piacentini la sola libertà che conta, quella che ti offre l’opportunità di essere informato potendo scegliere». Questo il ruolo che ha avuto il secondo quotidiano cartaceo (prima La Voce, poi La Cronaca) nella nostra città, nel decennio 2002-2012, quando i giornali online erano ancora agli albori. Un periodo raccontato nelle pagine del libro “Se non ci fosse stata Cronaca” da Emanuele Galba, che dell’edizione piacentina del quotidiano (edito da Nuova Informazione di Cremona) è stato il responsabile. Volume presentato al PalabancaEventi - in una Sala Panini gremita in ogni ordine di posti - per iniziativa dell’Associazione culturale Luigi Einaudi in collaborazione con la Banca di Piacenza. Dopo gli interventi di saluto del presidente dell’Istituto di credito Giuseppe Nenna e del presidente dell’Associazione Einaudi Danilo Anelli, l’autore, sollecitato dalle domande del giornalista Giovanni Volpi (direttore de Ilmiogiornale.net e autore della prefazione), ha ripercorso i principali fatti di quei due lustri; ha partecipato al dialogo anche Carlo Giarelli (medico chirurgo, giornalista e saggista), che del quotidiano di via Chiapponi è stato editorialista.

Prendendo a prestito il titolo di un libro di Mario Capanna sul ‘68, Volpi ha chiesto perché quegli anni (della Cronaca) sono stati “formidabili”.
«Premesso che se avessi scritto un libro sul ’68 avrei fatto un titolo un po’ diverso - ha scherzato Galba - l’avventura della Cronaca è stata fantastica perché vissuta insieme a un gruppo di giovani alla prima esperienza redazionale che trasmetteva un entusiasmo contagioso, facendoti sopportare ritmi di lavoro incredibili».
La Cronaca di Piacenza è stata una fucina di talenti e scuola di buon giornalismo: «Vero - ha osservato l’ex direttore - prova ne sia che oggi tanti di quei giovani di allora calcano la scena dell’informazione piacentina e nazionale o del mondo della comunicazione da primattori. La ragione è semplice: essendo una piccola struttura si veniva subito messi alla prova, per necessità, con cose non banali e se qualcuno aveva talento, questo veniva subito a galla. Siamo stati un’ottima palestra».
Tre casi eclatanti che vengono ricordati nel libro… : «Il casus belli di Rivalta con lo scontro Reggi-Gelmini e con un mio editoriale per il quale venni querelato da un collega di Libertà, querela che fu archiviata; la partecipazione dell’allora assessore alle Politiche giovanili della Giunta Reggi Manuela Bruschini a una festa blasfema a Soarza di Villanova, caso finito sui principali giornali nazionali; l’incredibile storia di Amanda Castello, presidentessa di Art, associazione per la ricerca sulla terminalità della Bagnata di Bettola, che in realtà era Muriel Bianchi, francese e non brasiliana, mentre il marito Paulo Parra, mancato qualche anno prima, si chiamava Antonio Perera, probabilmente coinvolto nel terrorismo internazionale. Una vicenda dai contorni poco chiari, che i miei giornalisti affrontarono con grande professionalità».

La Cronaca era ricca di notizie pungenti e puntuali e spesso attaccava i politici: «Non attaccava i politici - ha precisato Galba - ma criticava senza tanti giri di parole certe scelte fatte da chi amministrava la città che non condividevamo, fossero esse fatte da una parte politica piuttosto che dall’altra. Questo non ci impediva di avere una precisa linea politica, di centrodestra, che il lettore si ritrovava negli editoriali e nei commenti. Abbiamo proposto un’informazione che al tempo definii “croccante”, con titolazioni a volte un po’ spinte e provocatorie. Piacenza non ci era abituata, ma con il passare del tempo ci ha dato prova che apprezzava».

Carlo Giarelli ha dal canto suo ricordato quel felice periodo di informazione pluralista, accennando alle visite serali in redazione a Cronaca in compagnia di Vito Neri che dava il suo contributo al giornale «con critiche ironiche ma sempre costruttive» e alla giovane redazione «capitanata da un direttore educato, mai sopra le righe, che i giornalisti rispettavano proprio per queste sue caratteristiche».

Il partecipato incontro si è chiuso con la testimonianza dell’ex caposervizio Gianfranco Salvatori e quella di Alan Patarga, ora affermato giornalista di Mediaset. In apertura Emanuele Galba aveva voluto ricordare, citandoli, i giornalisti e gli editorialisti della Cronaca nel frattempo mancati e ringraziare la Banca di Piacenza, l’Associazione Einaudi, l’editore del libro (Tep) con il grafico Massimo Nicolini, tutti gli ex di Cronaca (sia di Piacenza che di Cremona) presenti all’incontro e anche quelli assenti («più che mio, il merito di quanto di buono abbiamo fatto è soprattutto loro»), il fotografo Mauro Del Papa e la famiglia, «che in quel decennio ha con pazienza sopportato le mie assenze dovute a orari di lavoro che possiamo, con un eufemismo, definire insoliti».

Nella foto, da sinistra, Carlo Giarelli, Giovanni Volpi ed Emanuele Galba.

Pubblicato il 31 ottobre 2025

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. Koons, Balla, Dalì, McCurry e Ghirri il grande contemporaneo emoziona l’Emilia
  2. La Filodrammatica Piacentina, 200 anni e non sentirli
  3. Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo
  4. «La notte degli Angeli. Voci di pace»: il 1° novembre al President
  5. Gregorio X, il Papa piacentino che unì le Chiese: una serata al Circolo dell’Unione
  6. Torna il Festival della Nebbia dall’1 al 22 novembre
  7. Ritornano le stagioni di teatro ragazzi
  8. «Se non ci fosse stata Cronaca»: il 29 ottobre al PalabancaEventi si presenta il libro di Emanuele Galba
  9. I duchi di Parma e Piacenza in un libro. «Il migliore? Francesco Farnese perché non mandò a morte nessuno»
  10. «L’essenza delle scelte»: la storia di due donne che affrontano anche il dolore
  11. Lunedì 27 ottobre al PalabancaEventi si celebrano i 200 anni della Filo
  12. Al President una commedia dialettale a favore della «Scuola libera Giovanni Paolo II»
  13. Artisti da tutto il mondo in arrivo a Piacenza per il Concorso Internazionale San Colombano
  14. Il Museo di Storia naturale apre a Palazzo Farnese: al via visite e attività didattiche
  15. Giampaolo Simi e Gianmarco Menga presentano i loro libri in Fondazione
  16. Al President il Festival della canzone dialettale
  17. Al Milestone Live Club un weekend a pieno ritmo
  18. Emozioni al concerto «Musica e vita» alla Galleria Alberoni
  19. Festival «Incontri» dall’11 al 28 ottobre. Sono in arrivo Vittorino Andreoli, Cathy La Torre, Pierfrancesco Majorino e Matteo Bussola
  20. Il jazz conquista il pubblico del PalabancaEventi

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente