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Notizie Varie

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Pubblica Assistenza Valnure, confermati due autisti soccorritori a Ferriere

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Grazie alla sinergia tra Azienda Usl di Piacenza e Amministrazione comunale di Ferriere la postazione della Pubblica Assistenza Valnure di Ferriere non ha mai interrotto la sua attività, continuando a garantire il servizio nel comune più vasto della provincia piacentina.
Avviato con successo nel 2021, nell’ambito del sostegno alle attività di pubblica assistenza che operano in montagna con un contributo economico della Regione Emilia-Romagna, il progetto ha garantito la presenza fissa di due autisti soccorritori in seno alla associazione con sede a Ferriere fino a novembre 2024. Alla scadenza del finanziamento regionale, l’Azienda Usl di Piacenza, ha garantito continuità all’attività assicurando la copertura economica della presenza di un operatore. Per il secondo operatore, da subito, è stata messa in atto in via sperimentale una collaborazione con l’Amministrazione comunale di Ferriere per la compartecipazione alle spese, sperimentazione che ha avuto particolare successo. L’Amministrazione diretta da Carlotta Oppizzi si è resa disponibile coprendo in parte la spesa per il secondo operatore che prenderà servizio dal 14 aprile 2025.
L’importante risultato raggiunto è stato presentato dal direttore generale Paola Bardasi affiancata da Evelina Cattadori, direttore del distretto di Levante, dal sindaco di Ferriere Carlotta Oppizzi, Giorgio Villa presidente della Pubblica Assistenza Valnure e Sandro Zanelli responsabile della sede di Ferriere, Paolo Rebecchi coordinatore provinciale Anpas della Provincia di Piacenza e Stefano Nani, dirigente delle Professioni sanitarie al fianco di Enrica Rossi, direttore Emergenza territoriale 118.
“Si tratta di una prima sperimentazione di collaborazione che si è dimostrata vincente e rinsalda la sinergia già consolidata tra Azienda e Amministrazioni territoriali nell’ottica del benessere della comunità al fine di garantire e mantenere i servizi sul territorio – sottolinea Evelina Cattadori, direttore del distretto di Levante, che ha seguito le operazioni con il direttore amministrativo Marco Chiari - Come Azienda è sempre alta l’attenzione sulla Pubblica Assistenza, sul ruolo chiave che svolge e sul supporto che garantisce alla popolazione”.
“L’Azienda Usl di Piacenza ha sempre lavorato con impegno per garantire servizi essenziali nelle aree più periferiche del nostro territorio. La collaborazione con l’Amministrazione comunale di Ferriere e con la Pubblica Assistenza Valnure rappresenta un modello virtuoso che valorizza il ruolo del volontariato e delle istituzioni locali nella tutela della salute dei cittadini. Questa sperimentazione, che ha dato ottimi risultati, conferma l'importanza di una rete solida e collaborativa per rispondere in modo efficace alle esigenze della popolazione”, dichiara Paola Bardasi, direttore generale dell'Azienda Usl di Piacenza.
“Si tratta di un servizio di grande importanza per Ferriere e le zone limitrofe – sottolinea Stefano Nani dirigente delle Professioni sanitarie al fianco di Enrica Rossi, direttore Emergenza territoriale 118 – Il nostro impegno è stato fin da subito massimo per garantire la presenza di una postazione attiva con personale presente. Ritengo che sulle zone di montagna, con tutte le criticità ad esse annesse, sia indispensabile investire su servizi e persone. Per questo mi sono attivato per cercare una soluzione che, grazie alla disponibilità e la sinergia di tutti gli elementi coinvolti ha trovato una felice soluzione”.
“Siamo soddisfatti e rincuorati dalla soluzione individuata che consente di mantenere sul nostro territorio un servizio essenziale, presente sin dal 1983, sul quale tutta la comunità ha tanto investito – sottolinea il sindaco Carlotta Oppizzi - Siamo consapevoli e convinti che i servizi socio sanitari esistenti, sui quali possiamo contare siano vitali per il paese e dedichiamo il massimo impegno per il loro mantenimento e, ove possibile, potenziamento. Preso atto delle difficoltà che rischiavano di mettere in discussione la prosecuzione del servizio, abbiamo avviato un proficuo confronto con l’Azienda, che ha consentito il raggiungimento del risultato auspicato. Ringraziamo l’Azienda per l’impegno e il supporto messi in campo e tutti i militi per la loro preziosa attività”.
Grande soddisfazione anche da parte della Pubblica Assistenza Valnure. Il presidente Giorgio Villa ha voluto ringraziare l’impegno e la disponibilità dimostrata dall’Azienda Usl e dall’Amministrazione comunale, impegnate a garantire il corretto funzionamento del sistema di emergenza e urgenza sul territorio di Ferriere, ambito in cui si registra una carenza di volontari. La Pubblica Assistenza Valnure conta 225 volontari tra Ponte dell’Olio, Rivergaro e Ferriere, che ne annovera una decina. “In questi mesi – sottolinea Giorgio Villa – grazie a Ausl e all’impegno di Stefano Nani abbiamo lavorato per trovare soluzione alla situazione e abbiamo potuto garantire il servizio con continuità. Oggi siamo molto felici che si vada verso questa soluzione che vede la sinergia tra associazione, Ausl e Comune. Un grazie di cuore va anche al referente della sezione di Ferriere, Sandro Zanelli, che ha sempre lavorato per far crescere la sezione locale e reclutare i volontari”.
Un modello vincete che dovrebbe essere esportato anche a livello regionale se non nazionale per Paolo Rebecchi di Anpas che, ringraziando tutti per l’impegno dimostrato nel trovare una soluzione alla problematica, ha evidenziato “la grande lungimiranza con cui tutti i soggetti interessati hanno cooperato attivamente per arrivare a garantire il proseguo di un servizio così importante per il territorio di Ferriere. Un lavoro di rete virtuoso che, a mio parere, può rappresentare il futuro non solo per la provincia di Piacenza, per sua natura complessa, ma anche per l’intera Regione Emilia-Romagna e la nazione”.

Pubblicato il 19 marzo 2025

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In attesa dei dazi l’export piacentino nel 2024 è cresciuto: +5,5%

Export piacentino consuntivo 24

Con un valore di 6,8 miliardi di euro, nel 2024 l’export piacentino è cresciuto del 5,5%. Le elaborazioni dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio dell’Emilia su dai Istat evidenziano buoni risultati per la manifattura nel suo complesso che, con un +5,1%, ha portato il valore delle esportazioni a 6,8 miliardi di euro. Molto rilevante, seppure con cifre sensibilmente più contenute, la crescita fatta segnare dai prodotti dell’agricoltura, passati dai 5,8 milioni del 2023 a 8,5 milioni, con un incremento del 47,1% in un anno. Buone performances anche per il settore del trattamento dei rifiuti e del risanamento, che ha portato l’export ad un valore di 16,77 milioni (+20,9%, con una contemporanea flessione delle importazioni del 5,6% e un saldo attivo degli scambi positivo per quasi 6 milioni di euro), così come per i servizi di informazione e comunicazione (+10,6%, con un valore di 29,5 milioni di euro). Il dato in assoluto più interessante – in considerazione del peso preponderante che ha sulle esportazioni piacentine – resta, comunque, quello relativo alla manifattura, con quel +5,1% trainato dal comparto tessile (+10,2% e un valore di quasi 2,2 miliardi) e da quello dei macchinari, che ha indirizzato all’estero prodotti per un valore di oltre 1,3 miliardi di euro, con un aumento del 6,9% rispetto al 2023.

Verso l’Europa, che con un’incidenza del 71,6% si conferma il continente più importante per il commercio estero piacentino, nel 2024 si è registrata una crescita dell’export del 3,1% rispetto all’anno precedente. Questo dato è stato fortemente sostenuto dai primi tre partners commerciali che, mantenendo le posizioni già occupate nel 2023, hanno incrementato significativamente le loro importazioni da Piacenza: la Germania si è confermata prima con un’incidenza del 15,1% (1,04 miliardi) ed un incremento dell’export parmense del 6,8%; al secondo posto, con una quota del 14,6% (1 miliardo), c’è ancora la Francia, verso la quale le esportazioni sono cresciute del 4,3%; infine, la terza posizione è rimasta occupata dalla Spagna, con un’incidenza del 7,7% e nei confronti della quale le esportazioni sono aumentate del 7,8%, salendo a 532 milioni di euro.

Tra i Paesi extraeuropei che nel 2024 hanno giocato un ruolo importante negli scambi commerciali esteri piacentini, spicca la Cina che, occupando la quarta posizione nella classifica dell’export, ha fatto segnare un aumento del 20,9%, con un peso del 7,0% sul totale delle esportazioni provinciali ed un valore pari a 486 milioni di euro. In rallentamento, infine, gli scambi con gli Stati Uniti, con un calo del 17,1% delle importazioni e una flessione dell’1,4% delle esportazioni. “Il saldo degli scambi con gli Usa – osserva il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore piacentino Filippo Cella – è così risultato positivo per 251 milioni di euro, ma è evidente che il dato è poco significativo a fronte dei timori relativi ai possibili dazi statunitensi, rispetto ai quali continuiamo a chiedere un’azione corale da parte dei Paesi dell’Unione Europea”.

Pubblicato il 19 marzo 2025

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Nuove nomine: quattro direttori per potenziare sanità e assistenza

auslpiacenza nuovidirettori


Quattro nomine per altrettante unità operative: il direttore generale dell’Ausl di Piacenza ha ufficializzato, dopo la firma dei relativi contratti, alcuni importanti incarichi, nell’ambito del significativo percorso di riorganizzazione aziendale in atto in questi mesi.

Roberto Antenucci è il nuovo direttore dell’Unità spinale e Gracer dell’ospedale di Fiorenzuola, reparto che si occupa della riabilitazione e assistenza di gravi mielo e cerebrolesioni Il professionista ha il mandato di potenziare le attività di presa in carico e gestione multidisciplinare dei pazienti; l’obiettivo è assicurare loro un percorso assistenziale altamente qualificato, basato su un approccio innovativo e personalizzato.

Maurizio Bianco ha ricevuto l’incarico di direttore della Diabetologia. La sua comprovata professionalità e competenza garantiranno un ulteriore sviluppo dei percorsi assistenziali dedicati ai pazienti diabetici, con particolare attenzione all’innovazione terapeutica e alla continuità delle cure, per migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Antonio Manucra è stato nominato direttore della Medicina e lungodegenza dell'ospedale di montagna e dei processi di integrazione territoriale a valenza provinciale dell'ospedale di Bobbio. La sua consolidata esperienza e il suo impegno nell’ambito della medicina interna e della gestione delle cure prolungate saranno determinanti per il miglioramento dell’assistenza sanitaria nelle aree montane e per l’ottimizzazione dei processi di integrazione territoriale a livello provinciale.

Quello di Teresa Palladino è un nuovo ingresso in Azienda. La professionista ha assunto il ruolo di responsabile del Risk management, una funzione strategica per la sicurezza e la qualità delle cure erogate. La sua esperienza nella gestione del rischio clinico contribuirà a rafforzare le strategie di prevenzione degli eventi avversi, migliorando ulteriormente la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari, in un’ottica di eccellenza e responsabilità.

“Auguro a questi professionisti un percorso di lavoro proficuo – ha commentato il direttore generale Paola Bardasi - Sono certa che ognuno di loro metterà al servizio dell’intera comunità la proprio competenza e dedizione, elementi che rappresentano un valore aggiunto essenziale per il nostro sistema sanitario, che ogni giorno si impegna per offrire cure di alta qualità ai cittadini”.

Nella foto, i nuovi direttori dell'Azienda sanitaria di Piacenza.

Pubblicato il 19 marzo 2025

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Aggiornato il «Patto per il lavoro e il clima» della Regione

Patto clima e lavoro aggiornato

La Regione Emilia-Romagna non solo conferma il Patto per il Lavoro e per il Clima come lo strumento di condivisione di tutte le principali scelte strategiche, ma sceglie di aggiornarlo di fronte alle sfide e ai cambiamenti che si stanno determinando nell’attuale periodo storico. Se il ‘Lavoro’ il e ‘Clima’ restano i pilastri di una transizione ecologica che sia un’opportunità di crescita e di sviluppo sostenibile per tutta la Regione, a questi si aggiungono nuove priorità: la salvaguardia del Servizio sanitario regionale, la messa in sicurezza del territorio, le politiche abitative, l’economia e il lavoro sociale, un’attenzione specifica alla demografia e all’occupazione femminile. E ancora la sicurezza sul lavoro, il nuovo piano energetico, l’attrazione di investimenti e talenti per scalare la classifica dell’innovazione e la semplificazione. In uno scenario caratterizzato da profonde incertezze internazionali, anzitutto di tipo geopolitico e commerciale, l’Europa è la dimensione di riferimento essenziale dell’Emilia-Romagna e, attraverso essa, la relazione col resto del mondo. Il percorso di condivisione con tutti i firmatari del Patto si è aperto in una prima riunione, alla quale hanno partecipato il vicepresidente Vincenzo Colla e parte della giunta regionale.

“Prima con il Patto per il Lavoro e poi con il Patto per il Lavoro e per il Clima, l’Emilia-Romagna ha inaugurato un modello di concertazione unico a livello nazionale- ricorda Colla-. Siamo stati in grado di delineare insieme alle rappresentanze della società un progetto per il futuro del territorio e ci si è confrontati progressivamente sulle scelte più concrete da intraprendere per realizzarlo, facendo dialogare interessi diversi, talvolta contrapposti, per ricercare il bene comune. È questo- prosegue Colla- un metodo di democrazia, fondato sulla qualità delle relazioni tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali, sul reciproco riconoscimento del ruolo che ciascuno svolge nella società, sulla condivisione di obiettivi strategici e la conseguente assunzione di responsabilità”

“Un metodo - aggiunge ancora il vicepresidente - che ha permesso all’Emilia-Romagna di registrare dati economici e sociali migliori della media italiana e spesso in controtendenza rispetto ai periodi difficili e di crisi che stiamo vivendo. Confermare questo metodo è essenziale ma non basta: vogliamo aggiornare il Patto rispetto alle sfide che questi tempi così instabili e drammatici ci pongono di fronte. Lo sviluppo sostenibile e la coesione sociale restano la caratteristica fondante di questa Regione e vogliamo continuare a investirci, convinti che senza collaborazione e unione di intenti non si possono raggiungere risultati importanti”, conclude Colla.

Se il primo Patto aveva messo al centro la priorità assoluta del lavoro, all’indomani di una lunga crisi economica internazionale, e il secondo quello dello sviluppo sostenibile (Lavoro e Clima), oggi queste priorità vengono confermate e aggiornate, assumendo come ulteriori temi strategici il cambiamento climatico, che rappresenta una minaccia alla stessa vivibilità del territorio emiliano-romagnolo. Quanto accaduto con le alluvioni del 2023 e 2024, così come gli eventi di questi giorni, impone, infatti, un piano per la sicurezza dell’intero territorio regionale. Così come si rende necessario un nuovo piano energetico capace di dare risposte a un sistema territoriale profondamente manifatturiero come quello dell’Emilia-Romagna, puntando su autonomia e autoproduzione: una scelta orientata alla sostenibilità e alla progressiva decarbonizzazione.

Grande attenzione, sarà garantita al tema dell’accesso alla casa: pur in assenza di una politica nazionale, accrescere la disponibilità di alloggi rappresenta una precondizione sia alla coesione sociale sia dello sviluppo economico. Sul fronte sanitario, invece, la priorità è rilanciare la centralità del Servizio sanitario regionale, visto innanzitutto come elemento di garanzia democratica del diritto alla salute. Maggiore rilievo verrà dato a politiche a sostegno dell’economia e del lavoro sociale. Dimensione cruciale del lavoro, inoltre, è quella della sicurezza. Natalità, demografia, integrazione, occupazione femminile e attrattività di imprese e talenti sono altrettanto decisive per assicurare sostenibilità nel tempo al nostro sistema territoriale. Infine, l’obiettivo del potenziamento della ricerca per arrivare al 3% del Pil, riprogettando investimenti in tutta la filiera dell’istruzione e della conoscenza è la leva per scalare ulteriormente la catena dell’innovazione.

Pubblicato il 19 marzo 2025

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Nella commissione regionale sanità il confronto sul fine vita

 Fine vita dibattito commissione Sanita

“Affrontiamo uno dei temi più complessi del nostro tempo: il fine vita”, rimarca il presidente della commissione Gian Carlo Muzzarelli. “Un argomento – specifica – che chiama in causa la responsabilità collettiva e personale, la sensibilità etica e il rispetto della dignità di ogni persona. Il contesto normativo costituisce il punto di partenza per comprendere la complessità del tema. La Corte costituzionale ha riconosciuto nel 2019 la legittimità della scelta del ‘suicidio medicalmente assistito’. In Emilia-Romagna, la riflessione sul tema del fine vita ha visto un’evoluzione articolata: un passo importante è rappresentato dalla recente delibera regionale 194 del 2024, che ha definito protocolli e linee guida per garantire il rispetto delle scelte personali e la dignità del percorso di fine vita. A livello nazionale il quadro normativo rimane frammentato: è indispensabile l’adozione di una legge nazionale che garantisca equità e dignità in tutto il territorio, assicurando diritti uniformi e riconoscendo l’importanza del rispetto delle volontà personali. Lo stesso presidente de Pascale ha sottolineato più volte l’importanza di evitare una frammentazione normativa, esprimendo contrarietà a una situazione in cui venti diverse leggi regionali affrontano un tema così delicato”. Conclude il presidente Muzzarelli: “Il compito delle istituzioni deve essere quello di creare le condizioni affinché ogni persona possa vivere e concludere il proprio percorso nel rispetto della propria libertà e dei propri valori. Parlare di ‘accompagnamento al fine vita’ piuttosto che di ‘suicidio assistito’ aiuta a superare l’ideologia e a porre al centro la persona. La laicità delle istituzioni deve garantire il diritto di ciascuno a scegliere con consapevolezza e nel rispetto della propria dignità”. Sulla stessa linea l’assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi: “Il tema è delicato, entra nell’intimo di ognuno di noi, va comunque disciplinato da norme. La Regione Emilia-Romagna non ha adottato leggi ma delibere di giunta, questo per affermare il massimo rispetto del parlamento nazionale, che deve intervenire sul tema. Su un tema delicato come questo è necessario ricercare soluzioni tutti assieme”.

Il comitato Corec

“Il Comitato Regionale per l'Etica nella Clinica (Corec) ha le competenze per fornire pareri sul tema del suicidio medicalmente assistito: affronta casi concreti e tecnicamente complessi. Sono ventidue i componenti del Comitato e sono rappresentate tutte le professioni interessate. In un anno di attività ha ricevuto undici richieste di consulenza etica fra le quali tre casi di suicidio medicalmente assistito. Il parere del Corec su queste tematiche è obbligatorio ma non vincolante e la valutazione deve avvenire in massimo quarantadue giorni”, riferisce in commissione la presidente del Corec, Ludovica De Panfilis. Presenti in commissione anche i coordinatori delle commissioni valutazione di Area vasta Fabrizio Zanotto (Area vasta Emilia centro), Marcella Saccò (Area vasta Emilia nord) e Donata Dal Monte (Area vasta Romagna), che hanno collaborato alla redazione della relazione illustrata da De Panfilis. Il Comitato regionale per l’etica nella clinica (Corec), attivo a Reggio Emilia, è un servizio di supporto etico rivolto al sistema sanitario regionale. Dalle organizzazioni sindacali, con Francesca Battista (Cgil) e Giuseppina Parente (Fials), si chiede subito un intervento legislativo nazionale.

Per Paolo Trande (Alleanza verdi sinistra) “è importante affrontare il tema dell’operatività circa l’attuazione di un diritto sancito in modo chiaro dalla Corte costituzionale: questo è il nostro ruolo. In un anno solo una persona in regione è arrivata alla fine del percorso (gli atri due casi sono stati sospesi). A noi risultano 85 richiesta in Emilia-Romagna all’associazione Luca Coscioni. Dobbiamo quindi capire se siamo riusciti a rispondere in modo adeguato a tutta la domanda potenziale su questo diritto. Temo ci sia stato qualche problema”. Interviene Raffaele Donini (Partito democratico): “Non si vuole promuovere il suicidio medicalmente assistito ma rendere esigibile un diritto (come stabilito dalla Corte costituzionale), da non confondere con le cure palliative. Le istituzioni non devono arrivare dopo il decesso della persona richiedente, come accaduto in diversi casi. In Italia non servono venti leggi sul tema, serve l’intervento del legislatore nazionale”.

Valentina Castaldini (Forza Italia): “Il tema è importante e c’è molto da fare. La consulta dell’Emilia-Romagna ha fatto riferimento alla non punibilità dell’aiuto a morire, serve una maggiore dialogo sull’argomento”. Interviene poi sulla delibera regionale: “Sulla delibera regionale ci sono due ricorsi, uno da parte mia e uno da parte del governo nazionale. Dobbiamo ancora capire se la delibera è legittima o meno. Non c’è stato dibattito in aula. Le persone vulnerabili devono essere tutelate e la domanda sulle cure palliative diventa fondamentale”. Giovanni Gordini (Civici con de Pascale): “Centrale è la scelta del paziente. La Regione Emilia-Romagna ha solo attivato un meccanismo come stabilito dalla Corte costituzionale. Serve sensibilizzare la popolazione sul tema, perché il cittadino deve sapere che nella nostra regione questo diritto è esigibile. Serve poi rendere meno tortuosa questa scelta del paziente”. Nicola Marcello (Fratelli d’Italia) rileva che “la legge nazionale manca da sei anni. Fratelli d’Italia non sta sfuggendo al tema, tanto che c’è già una bozza a Roma. Il ricorso al fine vita deve avere carattere di assoluta eccezionalità. Sulla legge della Regione Toscana ci saranno ricorsi. Venti leggi regionali rappresenterebbero un approccio sbagliato”.

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